SOCIETÀ E FALLIMENTO

La condotta colposa è perfettamente compatibile con i concetti di ‘interesse’ o ‘vantaggio’ ai fini della responsabilità di un ente ai sensi del D.lgs. 231/2001

Cass. pen., Sez. III, 27 gennaio 2020, n. 3157. Parole chiave: Responsabilità degli enti – Colpa Massima: “È configurabile la responsabilità amministrativa dell’ente derivante dai reati ambientali di natura colposa di cui al d.lgs. n. 152 del 2006, introdotti per il tramite dell’art. 25-undecies, comma 2, d.lgs. n. 231 del 2001 nell’elenco dei reati-presupposto della responsabilità amministrativa dell’ente, qualora sia stata sistematicamente violata la normativa cautelare con conseguente oggettivo interesse o vantaggio per l’ente, sotto forma di risparmio di spesa o di massimizzazione della produzione, indipendentemente dalla volontà di ottenere il vantaggio stesso.” Disposizioni applicate: Artt. 2, lett. a) D.lgs. 231/2001; art. 137, comma 5, D.lgs. 152/2006 La Suprema Corte chiarisce con la presente sentenza come la previsione di reati-presupposto…

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Quorum costitutivo di assemblea di Srl in caso di pignoramento, pegno, usufrutto e conflitto di interessi

Tribunale di Venezia Sezione Specializzata in materia di Imprese, sentenza n. 1894/2021 del 22.09.2021 (pubbl. 06.10.2021) Parole chiave: Srl; pignoramento su quote; diritti del creditore pignoratizio; conflitto di interessi; amministratore. Massima: A differenza del creditore pignoratizio il creditore pignorante non ha diritto di voto, salvo il caso di nomina quale custode nella procedura esecutiva ex art. 521 c.p.c., poiché in tale evenienza troverà applicazione analogica l’art. 2352 c.c. In caso di conflitto di interessi va ritenuta l’applicazione analogica, ai fini del computo del quorum costitutivo di Srl, l’art. 2368 co. 3 c.c.. Riferimenti normativi: art. 2913 c.c.; art. 2471 bis c.c.; art. 2433 c.c.; art. 521 c.p.c.; art. 2353 c.c. CASO L’attore, socio di una Srl, evoca in giudizio la…

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Criteri di liquidazione del compenso degli organi delle procedure concorsuali

Cass. Civ., sez. VI, 10.03.2021 n. 6806 – Pres. Scotti – Rel. Pazzi Parole chiave: fallimento, concordato preventivo, liquidatore giudiziale, commissario giudiziale, curatore, compensi, decreto di liquidazione, nullità, onere di motivazione. Massima: La disciplina dall’articolo 39 L.F. impone che la complessiva determinazione del compenso dell’organo della procedura necessiti di una specifica motivazione, risultando altrimenti nullo il decreto di liquidazione; a tal fine non è sufficiente una motivazione stereotipata contenente frasi di mero stile, essendo al contrario necessaria una motivazione analitica che rappresenti l’iter logico intellettivo seguito dal Tribunale per arrivare alla liquidazione tramite espressa e dettagliata enunciazione dei criteri di quantificazione del compenso in relazione alle attività rispettivamente svolte e ai risultati conseguiti. Disposizioni applicate: DM. 25 gennaio 2012, n….

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Le garanzie sulla consistenza patrimoniale di una società nel contratto di cessione di partecipazioni sociali

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 6845/2020 pubblicata il 2 novembre 2020. Parole chiave: Società di capitali – Società a responsabilità limitata – Cessione di partecipazioni – Contratto di Cessione – Garanzia – Massima: La cessione di azioni ha come oggetto immediato la partecipazione sociale e solo quale oggetto mediato la quota parte del patrimonio sociale che tale partecipazione rappresenta. Pertanto, le carenze o i vizi relativi alle caratteristiche e al valore dei beni ricompresi nel patrimonio sociale – e, di riverbero, alla consistenza economica della partecipazione – possono giustificare l’annullamento del contratto per errore o, ai sensi dell’art.1497 cod. civ., la risoluzione per difetto di “qualità” della cosa venduta (necessariamente attinente ai diritti e…

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Tra le presunzioni semplici rilevanti ai fini della conoscenza dello stato d’insolvenza vi possono essere anche le notizie di stampa

Corte di Cassazione Civile, Sez. I, Sentenza n. 23650/2021 del 31/08/2021 (Ud. 16/12/2020), Pr. M. Cristiano – Rel. L. Caradonna. Parole chiave: Fallimento – azione revocatoria fallimentare – effetti – atti a titolo oneroso – pagamenti – stato di insolvenza – conoscenza – presunzioni – notizie di stampa. Massima: “In tema di revocatoria fallimentare di pagamenti, ai fini dell’accertamento della conoscenza dello stato di insolvenza, il giudice può avvalersi di presunzioni semplici, valorizzando le fonti di conoscenza rappresentate da una campagna di stampa nei confronti dell’imprenditore insolvente, con una valutazione in concreto delle sue caratteristiche, ovvero del numero delle notizie, della rilevanza nazionale e della dovizia di particolari narrati. (Nella specie la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza di…

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Società in accomandita per azioni: l’obbligo di distribuzione degli utili spetta unicamente alla società e non anche agli amministratori

Cassazione civile, Sezione I, Sentenza n. 32666 del 9 novembre 2021. Parole chiave: utili – socio accomandante – socio accomandatario – amministratore – responsabilità solidale – società di persone – società in accomandita semplice – distribuzione degli utili – rendiconto annuale Massima: Titolare dell’obbligo di distribuzione degli utili prodotti dall’impresa sociale è solo la società (nella specie, la società in accomandita), trattandosi di soggetto giuridico autonomo e distinto dalle persone che compongono la relativa compagine e di soggetto alla cui attività rimonta, soprattutto, la produzione dei richiamati utili. Gli utili invero fanno parte del patrimonio sociale fino a che, per la società di persone, non intervenga la delibera di approvazione del bilancio (o del rendiconto) che ne determina l’emersione. Ne…

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Onere di deposito documentale in sede di opposizione allo stato passivo: natura del procedimento

Cass. Civ. Sez. 1, Sentenza 27 aprile 2021, n. 21826, Pres. Cristiano – Rel. Vannucci Parole chiave: opposizione allo stato passivo – onere documentale –  non necessità deposito della decisione del giudice delegato – onere di sollecitare la collaborazione delle parti ovvero accesso diretto al fascicolo della procedura. Riferimenti normativi: Legge Fallimentare artt. 90, 96, 99 secondo comma n. 4; Cod. proc. civ. artt. 339, 347 in relazione all’art. 360 n. 3. CASO L’opposizione allo stato passivo di un fallimento, proposta da una creditrice in ragione della parziale ammissione del proprio credito, veniva respinta dal Tribunale la cui decisione trovava “motivazione fondante”  nella sola produzione del provvedimento del giudice delegato ma non del progetto di stato passivo, “al cui contenuto…

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L’adesione ad un c.d. ‘sindacato di gestione’ può costituire giusta causa di revoca di un amministratore di una S.p.A.

Cass. civ., Sez. I, sentenza del 24 maggio 2012, n. 8221. Parole chiave: sindacato di gestione – revoca – giusta causa – patto parasociale Massima: “Anche prima della riforma del diritto societario approvata col d.lgs. n. 6 del 2003 – che ha introdotto l’art. 2380 bis cod. civ., secondo il quale la gestione dell’impresa sociale spetta “esclusivamente” agli amministratori – vigeva, nella società per azioni, il principio di esclusività delle competenze gestorie degli amministratori. Ne consegue che, anche qualora la nuova norma sia inapplicabile ratione temporis, costituisce giusta causa di revoca dell’amministratore di una società per azioni, agli effetti dell’art. 2383, terzo comma, cod. civ., la sua adesione ad un patto parasociale che rimette le scelte gestorie alla volontà maggioritaria…

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Le Sezioni Unite definiscono il termine per la riassunzione del processo interrotto dalla dichiarazione di fallimento

Cass. civ., sez. un., 7 maggio 2021, n. 12154 – Pres. Spirito – Rel. Ferro Parole chiave: Fallimento – Effetti – Rapporti processuali – Interruzione del processo – Automaticità – Riassunzione o prosecuzione del processo – Decorrenza del termine dalla dichiarazione giudiziale di interruzione [1] Massima: In caso di apertura del fallimento, ferma restando l’automatica interruzione del processo (avente per oggetto i rapporti di diritto patrimoniale del fallito) che ne deriva ai sensi dell’art. 43, comma 3, l.fall., il termine per la riassunzione o la prosecuzione, per evitare gli effetti di estinzione di cui all’art. 305 c.p.c. e al di fuori delle ipotesi di improcedibilità ai sensi degli artt. 52 e 93 l.fall. per le domande di credito, decorre da…

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Le opzioni put e call contenute in un patto parasociale non contravvengono al divieto di patto leonino ex art. 2265 cod. civ. se non modificano la causa societatis

Cassazione civile, Sez. I, ordinanza 7 ottobre 2021, n. 27227 Parole chiave: Obbligazioni – contratto atipico – accordo tra soci – patto parasociale Massima: “È lecito e meritevole di tutela l’accordo negoziale concluso tra i soci di una società azionaria, con il quale l’uno, in occasione del finanziamento partecipativo così operato, si obblighi a manlevare l’altro dalle eventuali conseguenze negative del conferimento effettuato in società, mediante l’attribuzione del diritto di vendita (c.d. put) entro un termine dato ed il corrispondente obbligo di acquisto della partecipazione sociale a prezzo predeterminato, pari a quello dell’acquisto, pur con l’aggiunta di interessi sull’importo dovuto e del rimborso dei versamenti operati nelle more in favore della società.” Disposizioni applicate: art. 2265 c.c. Nel caso in…

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