SOCIETÀ E FALLIMENTO

Liquidazione della quota del socio uscente ex art. 2289 c.c.: decorrenza della prescrizione del diritto di credito 

Cassazione civile, Sezione VI – 1, Ordinanza n. 1200 del 17 gennaio 2022. Parole chiave: uscita del socio – socio uscente – recesso – costituzione in mora – prescrizione – interruzione della prescrizione – liquidazione della quota sociale – esigibilità – Massima: “L’art. 2289 c.c., relativo alla liquidazione della quota del socio uscente, prevede che la prestazione sia esigibile dal socio creditore alla scadenza del termine di sei mesi dallo scioglimento del rapporto, sicché la prescrizione del diritto di credito avente tale oggetto decorre dallo spirare del suddetto termine semestrale”. Disposizioni applicate: articolo 2289 c.c. Tizio, ex socio dalla società Alfa, ha citato in giudizio innanzi al Tribunale di Oristano la medesima società, domandano la condanna di quest’ultima al pagamento…

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Le procedure di vendita fallimentare di cui all’art. 107, co. 2, L.F.

Corte di Cassazione, sent. 26 agosto 2021, n. 23476 Massima: “In caso di vendita coattiva immobiliare effettuata direttamente dal giudice delegato del fallimento, è valida anche l’offerta ribassata per non oltre un quarto rispetto al prezzo fissato nella relativa ordinanza, potendo allora il predetto giudice, in caso di unicità di offerta, aggiudicare il bene a tale offerente, ove sussistano i presupposti di cui all’art.572 co.3 c.p.c. novellato, applicabile ratione temporis, in particolare dando conto che non ricorre seria possibilità di conseguire un prezzo superiore per effetto di una nuova vendita, secondo i limiti di compatibilità dell’istituto, che costituisce un elemento normativo integrante il provvedimento”.  Disposizioni applicate: artt. 107 – 108 l.fall.; art. 572 c.p.c.  Parole chiave: vendita fallimentare – giudice…

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Versamento in conto capitale dell’usufruttuario in luogo del nudo proprietario

Tribunale di Bologna, Sez. spec. in materia di imprese, sentenza del 23 dicembre 2014, n. 3721. Parole chiave: Usufrutto – Quote sociali – Società a responsabilità limitata – Capitale sociale Massima: “L’usufruttuario di quote di una S.r.l. non può trarre in concreto vantaggio dal versamento spontaneamente effettuato in conto capitale, perché la disciplina di legge, e in particolare l’art. 2352 c.c., richiamato dall’art. 2471 bis c.c., pur attribuendo il diritto di voto all’usufruttuario, non gli consentono di sottoscrivere l’aumento di capitale, riservato invece al nudo proprietario.” Disposizioni applicate: Artt. 985, 986, 2352 e 2471 bis c.c. Secondo il Tribunale di Bologna, la disciplina civilistica (v. artt. 2352 e 2471 bis c.c.), pur attribuendo il diritto di voto all’usufruttuario, non gli…

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Applicabile nel concordato fallimentare, in virtù dell’eadem ratio, il cram down tributario e contributivo di cui all’art.180 comma 4 L.F.

Tribunale La Spezia, 25 novembre 2021 Parole chiave Concordato fallimentare – mancata adesione dell’amministrazione finanziaria – intervento sostitutivo del Tribunale in sede di omologa – giudizio di cram down – applicazione analogica Massima E’ applicabile in via analogica anche nel concordato fallimentare l’intervento sostitutivo del Tribunale in sede di omologa pur in mancanza di adesione, se determinante, dell’amministrazione finanziaria, all’esito del giudizio di cram down, previsto nella procedura di concordato preventivo Disposizioni applicate art.128 l.f. – art. 180 c. 4 l.f., – art.12 Preleggi Il concordato fallimentare può essere omologato dal Tribunale anche in ipotesi di mancanza di adesione alla proposta da parte dell’amministrazione finanziaria, purchè la stessa sia determinante per il raggiungimento delle maggioranze per l’approvazione del concordato, e…

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La responsabilità degli amministratori di società per il pagamento di debiti sociali in violazione della par condicio creditorum

Tribunale Milano, Sez. spec. in materia di impresa, Sentenza, 14 settembre 2021, n. 7286 Parole chiave: società – società di capitali – organi sociali – amministratori – azione di responsabilità contro gli amministratori – danno da pagamento preferenziale Massima: “Quando la società versa in stato di insufficienza patrimoniale irreversibile, il pagamento di debiti sociali senza il rispetto delle cause legittime di prelazione – quindi in violazione della par condicio creditorum – costituisce un fatto generativo di responsabilità degli amministratori verso i creditori, salvo che sia giustificato dal compimento di operazioni conservative dell’integrità e del valore del patrimonio sociale, a garanzia dei creditori medesimi, o di operazioni assimilabili.” Disposizioni applicate: artt. 146 l.f., artt. 2393, 2394 e 2476 c.c. Nella fattispecie…

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Deposito della domanda di concordato in bianco e partecipazione alla gara pubblica: la posizione dell’Adunanza Plenaria

Cons. St., A.P., 27 maggio 2021, n. 9 – Pres. Patroni Griffi, Est. Simonetti Cons. St., A.P., 27 maggio 2021, n. 11 – Pres. Patroni Griffi, Est. Simonetti Parole chiave: Concordato in bianco – gara pubblica – appalti – esclusione – autorizzazione del tribunale – concordato in continuità aziendale – aggiudicazione.  Massima: “Il deposito di una domanda di concordato in bianco non integra una causa di esclusione automatica dalle gare pubbliche per perdita dei requisiti generali e, pertanto, non preclude la partecipazione alla gara pubblica, ma l’autorizzazione del tribunale fallimentare alla partecipazione alla gara deve intervenire prima dell’aggiudicazione”.  Riferimenti normativi Art. 161, co. 6 L.F. – art. 186 bis, co. 4 L.F. – art. 14, co. 1 Dir. 2008/98/CE – art….

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Il recesso in una società di capitali avente una durata eccedente quella della vita media dei soci

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 7130/2021 pubbl. l’8 settembre 2021. Parole chiave: Società di capitali – Società per azioni – recesso – recesso ad nutum – società a tempo indeterminato – durata della società Massima: in una società per azioni è escluso il diritto di recesso ad nutum del socio nel caso in cui lo statuto preveda una durata prolungata della società (ad esempio fino al 2100), non potendo tale ipotesi essere assimilata a quella prevista dall’art. 2437 c. 3° c.c. applicabile alle società costituite a tempo indeterminato. Ciò in quanto occorre necessariamente fornire un’interpretazione restrittiva delle cause che legittimano la fuoriuscita del socio dalle società di capitali, in relazione alle quali prevalgono esigenze…

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Legittimazione dell’imprenditore agricolo alla procedura di liquidazione del patrimonio ex lege n. 3/2012

Trib. Mantova 21 ottobre 2021, Est. Gibelli Parole chiave: legge speciale 27 gennaio 2012, n. 3 – procedura di liquidazione del patrimonio – imprenditore agricolo – legittimazione Massima: Benché l’art. 7, comma 2-bis, legge 27 gennaio 2012 n. 3 appaia, nella sua formulazione letterale, limitare l’accesso dell’imprenditore agricolo – tra le varie procedure sovraindebitamentarie – alla sola procedura di accordo di ristrutturazione dei debiti, pure l’interpretazione sistematica e teleologicamente orientata dalla legge speciale inducono a ritenere che all’imprenditore agricolo non sia inibito fare ricorso anche alla procedura liquidatoria, giacché, diversamente, si dovrebbe ammettere un’ingiustificata disparità di trattamento tra imprenditori agricoli, da un lato, e imprenditori commerciali e altri debitori sovraindebitati in genere, dall’altro. Riferimenti normativi: artt. 14-ter, comma 1, e…

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Responsabilità del liquidatore ai sensi dell’art. 2495 c.c.: spetta al creditore sociale provare la violazione della par condicio creditorum

Cassazione Civile, Sezione VI – 5, Ordinanza n. 29548 del 22 ottobre 2021 Parole chiave: liquidatore – par condicio creditorum – responsabilità – onere della prova – creditore – liquidazione – pretermissione di crediti Massima: in tema di liquidazione di società di capitali, la responsabilità verso i creditori sociali prevista dall’art. 2495 c.c. ha natura aquiliana, gravando sul creditore rimasto insoddisfatto l’onere di dedurre ed allegare che la fase di pagamento dei debiti sociali non si è svolta nel rispetto del principio della par condicio creditorum. Disposizioni applicate: articolo 2495 c.c La controversia prende le mosse dal ricorso proposto dall’ex socio e dall’ex liquidatore della società Alfa (società a responsabilità limitata cancellata dal registro delle imprese) avverso un avviso di…

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Quantificazione del danno mediante il criterio del “differenziale dei patrimoni netti” e l’applicabilità dell’art. 2486, c. 3, c.c. ratione temporis

Cort. App. Roma, 13 aprile 2021, n. 2649 – Rel. Coppa Parole chiave: responsabilità dell’amministratore di società di capitali, mancata conservazione dell’integrità e del valore del patrimonio sociale, criterio del “differenziale dei patrimoni netti”, inversione dell’onere probatorio, applicabilità ratione temporis.  Massime: con l’introduzione dell’art. 2486, c. 3, c.c., il Legislatore ha operato di fatto un’inversione dell’onere della prova a carico dell’amministratore in merito alla quantificazione del danno. La formulazione della citata norma, infatti, individua un criterio principale di quantificazione del danno riconducibile alla differenza tra il patrimonio netto alla data di cessazione della carica dell’amministratore o di apertura di una procedura concorsuale e il patrimonio netto alla data in cui si è verificata una causa di scioglimento della società, fatta…

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