Diritto e procedimento di famiglia

Richiesto l’intervento della Consulta sul divieto di accedere alla fecondazione assistita per una donna single

Tribunale di Firenze Fecondazione eterologa per persone single (Art. 5 Legge n. 40/2004) CASO Una donna single di 40 anni si rivolge al Tribunale di Firenze citando il Centro di Procreazione assistita cui si era rivolta per sottoporsi alla tecnica di fecondazione assistita di tipo eterologo (con gameti maschili da donatore anonimo) che aveva negato l’intervento. In prima battuta la donna chiede che il tribunale ordini al Centro di Procreazione di accogliere la richiesta di accesso alla tecnica di fecondazione assistita. In ipotesi negata, chiede che sia sollevata questione di legittimità costituzionale dell’art. 5 della legge n. 40 del 2004, nella parte ni cui prevede che “possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso,…

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Decadenza dalla responsabilità genitoriale per i genitori che educano i figli all’illegalità

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 10/09/2024, n. 24254 Decadenza dalla responsabilità genitoriale (artt. 330-333 c.c. e L. n. 184/1993) Massima: “Il coinvolgimento della figlia minore nel reato commesso dalla madre, l’omesso dovere di vigilanza del padre nei confronti degli altri figli e l’educazione all’illegalità come modello da perseguire, costituiscono grave pregiudizio per i figli e legittimano la dichiarazione di decadenza dalla responsabilità genitoriale in considerazione della non idoneità dei genitori, non recuperabile in tempi compatibili con le esigenze dei minori”. CASO Il tribunale di Bari aveva dichiarato la decadenza della responsabilità genitoriale di entrambi i genitori con riguardo ad una minore e agli altri quattro figli della coppia. Nel corso dell’istruttoria era stato accertato che la minore in questione,…

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Matrimonio troppo breve: l’assegno divorzile non spetta nemmeno in funzione assistenziale

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 05/08/2024 n.21955 Assegno divorzile – Criteri (art. 5, comma 6, L. 898/1970) Massima: “In assenza di una effettiva comunione di vita dovuta alla scarsissima durata del matrimonio e a una convivenza non continuativa, il diritto all’assegno divorzile non sorge per mancanza di un requisito fattuale che caratterizza il matrimonio. Ne consegue che non scatta la solidarietà post coniugale che si concretizza nel dovere di mantenimento tra coniugi anche dopo lo scioglimento del vincolo”. CASO Prima di richiedere la separazione due coniugi erano rimasti sposati 7 mesi e dopo un tentativo di riconciliazione, per altri 15 mesi. Dal matrimonio non erano nati figli. Nel giudizio di divorzio il tribunale di Perugia aveva riconosciuto alla donna un…

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La sola frequentazione sentimentale dell’ex coniuge con un nuovo partner seppur stabile non comporta la perdita dell’assegno divorzile

Cassazione civile sezione I ordinanza n. 16051 del 10/6/2024  Revoca assegno divorzile – presupposti – onere probatorio (Art. 5 legge n. 898/1970) Massima: “Ai fini della revoca dell’assegno divorzile all’ex coniuge che intraprende una nuova relazione, in assenza di coabitazione, deve essere rigorosamente provata la sussistenza di un nuovo progetto di vita del beneficiario con il nuovo partner, dal quale derivano reciproche contribuzioni economiche”. CASO Nel giudizio per la modifica delle condizioni di divorzio, la richiesta del marito di far revocare l’assegno divorzile all’ex coniuge a causa della sua stabile relazione con un altro uomo, viene respinta. Il ricorrente aveva dimostrato nel corso del giudizio che per tre anni l’ex coniuge aveva convissuto con un altro uomo, che trascorreva spesso…

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I redditi dei due genitori vanno sempre adeguatamente comparati ai fini della contribuzione al mantenimento dei figli

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 19/06/2024, n.16950 Mantenimento del figlio – principio di proporzionalità della contribuzione (art. 316 bis c.c. e art. 337 ter IV comma c.c.) Massima: “In tema di contribuzione al mantenimento del figlio, i redditi di entrambi i genitori, a prescindere da chi sia il genitore collocatario, devono doverosamente essere comparati. L’omesso esame comporta violazione del principio di proporzionalità della contribuzione e di uguaglianza tra i coniugi”.  CASO In sede di divorzio era stato stabilito il mantenimento diretto del figlio minore della coppia, stante la frequentazione paritaria tra i genitori, oltre alla suddivisione al 50 % delle spese straordinarie, e revocato il precedente obbligo del padre di versare all’ex moglie la somma di 390,00 euro mensili…

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Figlio naturale riconosciuto successivamente dal padre: non vale necessariamente la regola del doppio cognome

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 05/06/2024 n.15654 Riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio (art. 262 c.c.) Massima: “In caso di riconoscimento successivo del figlio da parte del padre, non può essere applicato lo stesso meccanismo di attribuzione del doppio cognome di entrambi i genitori che riconoscono contestualmente il bambino alla nascita. Il giudice deve compiere una valutazione complessiva che tenga conto della preferenza espressa dal minore unitamente ad altri elementi quali le relazioni sociali e il contesto familiare”. CASO Il padre biologico compie a distanza di alcuni anni il riconoscimento di un bambino che ormai portava il cognome materno. Si discute in tribunale e in appello se debba essere necessariamente essere aggiunto il cognome del padre a quello…

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Conflitto dei genitori sulla scelta della scuola privata e religiosa: il giudice decide in base al concreto interesse del minore

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 16/05/2024 n. 13570 Affidamento figli minori – scelte di maggiore interesse – Art. 315 bis cc 337 ter comma 3 c.c. Massima: “In tema di conflitto dei genitori sulla scelta tra la scuola privata e religiosa e quella pubblica e laica,  l’esigenza di garantire la piena liberà di credo religioso a favore del minore deve ritenersi recessiva rispetto al suo superiore interesse di soddisfare il desiderio di continuare la frequentazione della scuola privata e di garantirne la crescita equilibrata e stabile, fondata su rapporti sociali già acquisiti”. CASO Con giudizio divorzile in corso la madre di bambino di dieci anni ha chiesto al giudice di risolvere il contrasto nato tra i genitori sulla scelta…

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I genitori separati non perseguono il bene dei figli: giustificato l’affidamento etero familiare

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 09/05/2024, n.12717 Affidamento etero familiare dei minori (artt. 78 c.p.c. comma 2 e art. 336 c.c. – legge n. 184/1983) Massima: “Le condotte dei genitori  che non perseguono il bene dei figli anche dopo l’evento separativo, a causa dall’elevato livello di conflittualità tra loro esistente, e del loro coinvolgimento nel dissidio, giustificano l’adozione del provvedimento di affidamento etero-familiare dei minori, con conseguente limitazione della responsabilità genitoriale, e dovere per il giudice di provvedere alla nomina del curatore speciale dei minori in ragione del conflitto di interessi con i genitori, non più idonei a rappresentare i figli”. CASO La vicenda riguarda una coppia estremamente conflittuale. Lui aveva denunciato la moglie per maltrattamento sui bambini, lei…

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I figli rimangono nella casa familiare e i genitori si alternano ogni settimana

Corte d’Appello di Torino decreto del 14 marzo 2024 n. 314 Collocamento dei figli – assegnazione casa familiare (art. 337 ter c.c. – art. 337 sexies c.c.) Massima: “In presenza di determinati presupposti, quali l’idoneità genitoriale e la presenza regolare nelle vite delle figlie da parte dei genitori, non essendoci ragioni per preferire l’uno o l’altro quale collocatario delle bambine, può essere disposto che siano i genitori ad alternarsi a settimane alterne nella casa familiare. Il giudice dovrà fare una valutazione caso per caso tenendo conto del preminente interesse dei minori”. CASO Il Tribunale di Cuneo ha disposto che le figlie minori di quattro e cinque anni di una coppia di genitori separati mantenessero la propria residenza e collocazione stabile…

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Mantenimento al figlio ultratrentenne: la regola dell’autoresponsabilità impone al figlio di provare l’impegno nella ricerca di un lavoro

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 02/04/2024 n. 8630 Mantenimento del figlio maggiorenne-cessazione Art. 337-septies c.c. Massima: “In tema di mantenimento al figlio maggiorenne ormai adulto, in forza del principio dell’autoresponsabilità, è il figlio che deve provare le circostanze, oggettive ed esterne, che giustificano il mancato reperimento di una collocazione lavorativa e quindi la non autosufficienza”. CASO Un padre chiede la revoca dell’assegno di mantenimento che versa in favore della figlia trentenne e, a fronte del diniego del tribunale, è costretto a proporre reclamo contro tale decisione. In appello l’uomo deduce di essere pensionato e godere di emolumento del Senato pari ad euro 4.800 mensili ma ha oneri di pagamento per un mutuo di euro 1.570 e di euro 930…

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