Procedure concorsuali e Diritto fallimentare

Il surplus finanziario generato dalla continuità aziendale non è liberamente distribuibile

Cass. civ., sez. I, 8 agosto 2024, n. 22474 – Pres. Ferro – Rel. Amatore Parole chiave Concordato preventivo – Continuità aziendale – Flussi reddituali – Alternativa liquidatoria – Surplus finanziario – Garanzia patrimoniale – Distribuzione – Par condicio creditorum – Cause legittime di prelazione – Divieto di alterazione – Absolute Priority Rule – Relative Priority Rule – Parametro ermeneutico – Discontinuità normativa Massima: “In caso di concordato con continuità aziendale ex art. 186 bis l.fall., l’eventuale surplus finanziario determinato dalla prosecuzione utile dell’attività d’impresa è da intendersi quale mero incremento di valore dei fattori produttivi aziendali, rientrando nell’oggetto della garanzia generica del credito prevista dall’art. 2740 c.c.; ne consegue che esso non è perciò liberamente distribuibile dal debitore, ma…

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Costituzione di fondo patrimoniale e capacità processuale del fallito

Cass., sez. III, 22 maggio 2024, n. 14349, Pres. Scarano – Est. Condello [1] Fallimento – Effetti sul debitore – rapporti processuali. I rapporti relativi alla costituzione di un fondo patrimoniale non sono da ritenersi compresi nel fallimento, trattandosi di beni che, pur appartenendo al fallito, rappresentano un patrimonio separato, destinato al soddisfacimento di specifici scopi che prevalgono sulla funzione di garanzia per la generalità dei creditori, cosicché permane rispetto ad essi la legittimazione del debitore. CASO [1] Un istituto di credito promuoveva, davanti al Tribunale di Lecco, domanda ex art. 2901 c.c. allo scopo di far dichiarare l’inefficacia dell’atto costitutivo di fondo patrimoniale stipulato da due coniugi. Tale richiesta veniva accolta dal Tribunale adito, con provvedimento prontamente appellato dai…

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Nullità urbanistica in materia di divisione endoesecutiva e divisione endoconcorsuale

Corte di Cassazione: Decreto ex art. 363-bis cod. proc. civ. del 10 aprile 2024, n. 9808[1] Riferimenti normativi: Cod. Proc. Civ.: art. 363-bis; Codice Civile: art. 2392; Legge 27 febbraio 1985, n. 52: art. 29, comma 1-bis[2]; disposizioni attuative  del D.P.R. 380/2001: disposizioni attuative ex art. 46, comma 5[3]; Legge n. 47 1985, art. 40,  commi 5 e 6. CASO La questione sulla quale verte il Provvedimento di legittimità trova fondamento in un Provvedimento del Tribunale di Napoli, emesso ai sensi dell’art. 363-bis del codice di procedura civile, in merito all’applicabilità o meno, anche alle divisioni endofallimentari, dell’art. 29, comma 1-bis, della legge 27 febbraio 1985, n. 52 quanto al contenuto degli atti pubblici e delle scritture private autenticate ed,…

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Fallimento del datore di lavoro e insinuazione al passivo per le quote del trattamento di fine rapporto non versate al fondo di previdenza complementare

Cass. civ., sez. I, 7 giugno 2023, n. 16116 – Pres. Cristiano – Rel. Vella Parole chiave: Trattamento di fine rapporto – Conferimento nel fondo di previdenza complementare – Delegazione di pagamento – Cessione di credito – Mancato versamento – Fallimento del datore di lavoro – Insinuazione al passivo – Legittimazione [1] Massima: “In tema di previdenza complementare, il conferimento del trattamento di fine rapporto maturando in un fondo di previdenza complementare può configurare una delegazione di pagamento (art. 1268 c.c.), piuttosto che una cessione di credito futuro (art. 1260 c.c.), sicché, in caso di fallimento del datore di lavoro, la legittimazione a insinuarsi al passivo per le quote maturate e accantonate ma non versate al fondo spetta, di regola,…

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Il patrocinio a spese dello Stato nella procedura di liquidazione controllata: un istituto possibile?

Corte Costituzionale 4 luglio 2024 Parole chiave: Sovraindebitamento – Procedure – Liquidazione giudiziale – Liquidazione controllata – Patrocinio a Spese dello Stato – Esclusione Massima: «L’accesso al patrocinio a spese dello Stato serve a rimuovere, in armonia con l’art. 3, secondo comma Cost. (sentenza n. 80 del 2020) “le difficoltà di ordine economico che possono opporsi al concreto esercizio del diritto di difesa” (sentenza n. 46 del 1957, di seguito citata dalla sentenza n. 149 del 1983; in senso analogo, le sentenze n. 35 del 2019, n. 175 del 1996 e n. 127 del 1979), assicurando l’effettività del diritto ad agire e difendersi in giudizio, che il secondo comma del medesimo art. 24 Cost. espressamente qualifica come diritto inviolabile (sentenza…

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Prova del rapporto sociale e fallimento del socio apparente

Cass. Civ., Sez. I, 29 aprile 2024, n. 11342 Massima: “Ai fini della assoggettabilità al fallimento del socio apparente di una società di persone, in conseguenza del fallimento della società, non occorre la dimostrazione della stipulazione e dell’operatività di un patto sociale, ma basta la prova di un comportamento del socio tale da integrare la esteriorizzazione del rapporto, ancorché inesistente nei rapporti interni, a tutela dei terzi che su quella apparenza abbiano fatto affidamento” (massima ufficiale) Disposizioni applicate: art. 147 l.fall. – art. 2314 c.c. – art. 10 l.fall. Parole chiave: società di persone – rapporto sociale – tutela dei terzi – legittimo affidamento – fallimento del socio – estensione del fallimento CASO La vertenza in commento ha ad oggetto…

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Inadeguatezza degli assetti organizzativi in una situazione di equilibrio economico finanziario

Tribunale di Catanzaro, decreto del 6 febbraio 2024 Parole chiave Ricorso ex art.2409 c.c. – Ispezione giudiziale – mancanza adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili – irregolarità gravi e attuali Massima: “L’inottemperanza all’obbligo di istituire gli adeguati assetti può condurre alla revoca dell’organo amministrativo a prescindere dalla sussistenza di una situazione di difficoltà economica o finanziaria della società e anche in assenza di un pregiudizio concreto e attuale“. Disposizioni applicate: art.2409 c.c., art.78 c.p.c. CASO E SOLUZIONE Il Tribunale di Catanzaro (Sezione Specializzata in materia di Imprese), con decreto in data 06/02/2024, si è occupata del ricorso, ex art.2409 c.c., presentato da un socio di minoranza di una società agricola, il quale denunziava il compimento da parte dell’amministratore di gravi…

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Rigetto dell’omologa del concordato minore dell’artigiano per erronea indicazione del valore di liquidazione

Trib. Ferrara, 21 febbraio 2024 – G.D. Ghedini Parole chiave Concordato minore – artigiano – valore di liquidazione – debiti erariali. Massima: “Al fine di valutare la convenienza (intesa quale non deteriorità) della proposta di concordato minore rispetto alle alternative liquidatorie, devono essere fornite al Giudice anche le proiezioni circa la possibilità per il debitore di proseguire la propria attività (autorizzato dal Giudice) coprendo i costi correnti ed assicurando un ricavo netto. La liquidazione controllata deve essere presa in considerazione tra le ipotesi liquidatorie dal gestore della crisi”. Riferimenti normativi Art. 80 CCII – 545 c.p.c. CASO E QUESTIONI RILEVANTI Il decreto in esame trae origine dal ricorso di un piccolo artigiano per l’ammissione al concordato minore. La posizione debitoria…

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Sorte dei negozi conclusi nell’ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti in caso di successiva apertura del fallimento

Cassazione Civile, Sez. I, 19 dicembre 2023, n. 35519, ord. interloc. – Pres. M. Cristiano – Rel. A. Pazzi Parole chiave: Accordo di ristrutturazione dei debiti – Omologazione – Inadempimento del debitore agli obblighi assunti – Dichiarazione di fallimento – Omessa risoluzione degli accordi negoziali – Insinuazione del credito al passivo Questione rimessa in pubblica udienza: prospettando il primo motivo di ricorso per cassazione una questione di diritto di particolare importanza, la Corte di Cassazione ha rimesso la causa in pubblica udienza, ex art. 375, comma 1, c.p.c. al fine di verificare le sorti del negozio concluso nell’ambito della procedura ex art. 182-bis l.fall., nel caso in cui, intervenuta l’omologazione, il debitore non ottemperi agli obblighi derivantigli dall’accordo e, a…

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Condizioni di ammissibilità del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio all’esito della composizione negoziata

Trib. Torino, 4 gennaio 2024, Pres. Giusta – Est. Mussa Parole chiave Crisi d’impresa – Concordato semplificato – Verifica della ritualità della proposta – Ammissibilità Massima: “Il Tribunale, nella fase di verifica della ritualità della proposta di concordato semplificato, deve necessariamente verificare (i) che l’esperto abbia ravvisato inizialmente concrete prospettive di risanamento al fine di evitare l’utilizzo abusivo dell’accesso a tale particolare modalità di concordato “forzoso”, peraltro non ascrivibile al genus del concordato preventivo; (ii) che le trattative si siano svolte secondo correttezza e buona fede, attesa l’assenza in tale istituto della votazione dei creditori, semplificazione procedurale voluta dal legislatore in considerazione della partecipazione consapevole dei creditori nella fase della composizione negoziata. Tale ultimo requisito trova la propria decodificazione nella…

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