SOCIETÀ E FALLIMENTO

Insolvenza transfrontaliera: le Sezioni Unite chiariscono il criterio per individuare la giurisdizione in caso di trasferimento della sede legale di una società

Cass. Civ. Sezioni Unite, 17 dicembre 2020, n. 28981 Parole chiave Insolvenza transfrontaliera – fallimento – competenza giurisdizionale internazionale – criteri oggettivi – presunzione – sede statutaria – trasferimento – COMI.  Massima La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha chiarito che ai fini della determinazione della competenza giurisdizionale in caso di procedura di insolvenza transfrontaliera il giudice nazionale è tenuto a verificare l’operatività della presunzione di corrispondenza tra sede statutaria e COMI solo nel caso in cui la sede legale sia stata trasferita in un altro Stato membro più di tre prima rispetto alla domanda di apertura della procedura concorsuale. Permane, in ogni caso, la possibilità di superare la medesima presunzione fornendo una prova che attesti che, nonostante il…

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La legittimazione dell’associazione professionale all’insinuazione al passivo

Cassazione civile, Sezione VI – 1, Ordinanza n. 23489 del 27 ottobre 2020. Parole chiave: insinuazione al passivo – fallimento – professionista – associazione professionale – legittimazione attiva – Massima: ai fini della legittimazione dell’associazione professionale all’insinuazione al passivo, spetta al giudice di merito verificare se l’ordinamento interno e l’amministrazione dell’associazione professionale attribuiscano all’associazione stessa la legittimazione a stipulare contratti e ad acquisire la titolarità di rapporti, poi delegati ai singoli aderenti e da essi personalmente curati. Disposizioni applicate: articoli 36 c.c., 2751 bis n. 2 c.c. La controversia muove dal rigetto dei un’istanza di ammissione al passivo – avanzata da uno Studio legale romano per un credito concernente le prestazioni professionali svolte da alcuni Avvocati membri dello Studio –…

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Accesso alla procedura di piano del consumatore del socio illimitatamente responsabile dopo la riforma del 2020 della Legge n. 3/2012

Trib. Lecco 5 gennaio 2021, Est. Tota Parole chiave: legge speciale 27 gennaio 2012, n. 3 – procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento – procedura di piano del consumatore – riforma entrata in vigore Natale 2020 – legittimazione del socio illimitatamente responsabile di società di persone Massima: Nella procedura di piano del consumatore ex lege n. 3/2012, come riformata nel dicembre del 2020, il socio illimitatamente responsabile è equiparato al consumatore ed è quindi legittimato ad accedere alla procedura di piano, per i suoi debiti personali. Riferimenti normativi: artt. 6, comma 2, lett. b) – 7, comma 2-ter – 14-ter, comma 7-bis, L. 27 gennaio 2012, n. 3 CASO E SOLUZIONE Investito della questione della legittimazione alla procedura di…

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Il reato di infedeltà patrimoniale è integrato anche se la condotta consiste nel compimento di atti a rilevanza civilista astrattamente leciti

Cass. pen. Sez. VI, sentenza (ud. 1 ottobre 2020) 16 ottobre 2020, n. 28831. Parole chiave: Società – Infedeltà patrimoniale – Estradizione Massima: “La condotta di infedeltà patrimoniale richiamata dall’art. 2634 c.c. si materializza in atti di disposizione, in sé astrattamente leciti, ma che assumono una rilevanza penale quando chi li compie si trovi in una posizione antagonista rispetto a quella della società, quale portatore di un interesse extrasociale.” Disposizioni applicate: artt. 2634, 2639 c.c. Il presente caso riguarda la richiesta di estradizione in uno Stato europeo di un cittadino italiano accusato del reato di infedeltà patrimoniale, qualificato ai sensi degli artt. 2634 e 2639 c.c.. Tale soggetto, infatti, abusando della propria qualità di direttore di una società privata e…

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Concordato preventivo e strumenti finanziari partecipativi

Trib. Ravenna, Sez. Fall., 29 maggio 2020 – Presidente R. Sereni Lucarelli – Rel. A. Farolfi Parole chiave: Concordato preventivo – Ammissione – Piano concordatario – Datio in solutum – Strumenti finanziari partecipativi Massima Nel concordato preventivo è ammissibile la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma, anche mediante strumenti finanziari partecipativi (SFP), sotto forma di datio in solutum a favore dei creditori o di singole classi di essi. Con l’assegnazione degli SFP il concordato per quel creditore è eseguito integralmente. Disposizioni applicate Art. 160 l. fall.; art. 2346 cod. civ.; art. 1197 cod. civ. Con la pronuncia in commento, il Tribunale di Ravenna, Sezione Fallimentare, affronta il tema dell’ammissibilità di una proposta concordataria che faccia…

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La violazione del quorum deliberativo giustifica la sospensione, in via cautelare, dell’efficacia della delibera assembleare

Tribunale di Milano, Sez. Spec. Impresa, ordinanza 1° dicembre 2020 Parole chiave: Società a responsabilità limitata – Violazione del quorum deliberativo previsto dallo Statuto – Provvedimenti cautelari o conservativi – Periculum in mora Massima: “La violazione del quorum deliberativo statutario giustifica, sotto il profilo del periculum in mora, la sospensione della delibera adottata, in presenza di una compressione del diritto dei soci e della società ad essere gestiti da un organo amministrativo regolarmente nominato secondo legge e statuto.” Disposizioni applicate: art. 2386, comma 1, c.c., art. 2378 c.c., art. 2479 ter c.c. Nel caso di specie, la società Alfa S.r.l. (i) ha impugnato ai sensi degli articoli 2479 ter e 2378 c.c. la delibera assembleare assunta dalla Beta S.r.l. con…

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Il principio generale relativo agli istituti dell’autonomia patrimoniale e della distinta personalità giuridica delle società di capitali

 Cassazione Civile, ordinanza n. 2280/2021 del 20.10.2020 Parole chiave: identificazione del debitore – personalità giuridica – divieto – vendita competitiva – simulazione di società di capitali Massima: Gli istituti dell’autonomia patrimoniale e della distinta personalità giuridica delle società di capitali, quand’anche uni-personale, non consentono di ritener riferibile, ai suoi soci e ai suoi amministratori, il patrimonio intestato alla compagine sociale. Riferimenti normativi: art. 571 c.c.; 579 c.c.; 107 L.F. CASO La società Alfa Srl, risultata soggetto non aggiudicatario, proponeva ricorso per Cassazione avverso il decreto reso dal Tribunale di Venezia che, a sua volta, respingeva il provvedimento -reso in sede di reclamo ex art. 36 comma 2 L.F.- avente ad oggetto il verbale di aggiudicazione da parte del Curatore del…

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Responsabilità del liquidatore nei confronti dei creditori pretermessi tra il rispetto del principio della par condicio creditorum e l’onere della dichiarazione del fallimento in proprio

Cass. Civ., sez. III, Ord. 15 gennaio 2020, n. 521– Pres. Armano – Rel. Fiecconi Parole chiave: stato di insolvenza, accertamento dello stato di insolvenza, liquidatore, responsabilità del liquidatore, par condicio creditorum, creditori sociali pretermessi, cancellazione società, fallimento in proprio. Massima: In tema di responsabilità del liquidatore nei confronti dei creditori sociali rimasti insoddisfatti dopo la cancellazione della società ex art. 2495 secondo comma c.c., il conseguimento, nel bilancio finale di liquidazione, di un azzeramento della massa attiva non in grado di soddisfare un credito comunque provato quanto alla sua sussistenza già nella fase di liquidazione, è fonte di responsabilità illimitata del liquidatore verso il creditore pretermesso, qualora sia allegato e dimostrato che la gestione operata dal liquidatore evidenzi l’esecuzione…

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L’applicazione della clausola statutaria simul stabunt simul cadent non equivale a una revoca dall’incarico e, se applicata senza finalità abusive, non fa sorgere alcun diritto a favore dell’amministratore decaduto

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 2565 pubblicata il 24 aprile 2020. Parole chiave: Società di capitali – Società a responsabilità limitata – simul stabunt simul cadent – revoca amministratore – revoca senza giusta causa – Massima: la clausola cd. simul stabunt simul cadent assolve alla funzione di preservare gli equilibri all’interno dell’organo gestorio di una società e la sua applicazione, in assenza di finalità abusive o strumentali, non equivale ad una revoca dall’incarico e, pertanto, non fa sorgere alcun diritto a favore dell’amministratore decaduto. Quest’ultimo, infatti, accettando l’iniziale conferimento dell’incarico aderisce implicitamente alle clausole dello statuto sociale che regolano le condizioni di nomina e la permanenza degli organi sociali, con conseguente accettazione della possibilità che si…

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L’abuso della maggioranza negli organi collegiali: l’aumento di capitale

Tribunale di Trento, Sezione Specializzata in materia di Impresa, sentenza del 14 agosto 2020. Parole chiave: abuso di potere – aumento di capitale – minoranza – maggioranza – interesse della società – delibera assembleare – Massima: L’abuso di potere si configura nell’esercizio del diritto di voto da parte dei soci di maggioranza a danno degli altri soci, tramite l’adozione di una delibera assembleare assunta in modo fraudolento e intenzionale per provocare la lesione dei diritti spettanti ai soci di minoranza. In alternativa, l’abuso di potere si estrinseca in una decisione assembleare in contrasto con l’interesse sociale – ossia in difformità rispetto allo scopo economico-pratico del contratto di società – per essere il voto ispirato al perseguimento da parte dei soci…

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