SOCIETÀ E FALLIMENTO

La prova del danno in caso di prosecuzione dell’attività di impresa in ottica non meramente conservativa nonostante la già intervenuta causa di scioglimento della società

Tribunale di Venezia – Sezione Specializzata in materia di Imprese, sentenza n. 980/2019 del 08.05.2019 Parole chiave: responsabilità amministratori; onere della prova; determinazione e prova del danno; divieto di prosecuzione dell’attività Massima: Il criterio di determinazione e prova del danno, secondo il principio della differenza dei netti patrimoniali, richiede necessariamente di escludere da detta differenza e quindi dalla perdita patrimoniale incrementale tutti quei costi e quelle disutilità che comunque la società avrebbe dovuto sostenere nel caso in cui fosse stata tempestivamente posta in liquidazione e nessuna attività non meramente conservativa fosse stata compiuta. Riferimenti normativi: art. 2393 c.c.; art. 2486 c.c.; art. 2697 c.c.; art. 146 L.F. CASO La Curatela del fallimento della società Alfa Srl ha promosso azione sociale…

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Sono responsabili gli amministratori che intraprendono nuove iniziative imprenditoriali dopo lo scioglimento della società

Tribunale di Napoli, Sezione Specializzata in materia di Impresa, sentenza n. 2166 dell’8 marzo 2021 Parole chiave: fallimento – curatore – amministratore – scioglimento – responsabilità – differenza tra i netti patrimoniali – nuove operazioni – nuovi impegni – nuove obbligazioni – nuovi rischi – attività conservativa – Massima La responsabilità dell’amministratore di una società a responsabilità limitata che abbia interamente perso il capitale sociale non sorge automaticamente dalla mera prosecuzione dell’attività di impresa, consentita entro certi limiti ai sensi dell’art. 2486 c.c., ma quando l’amministratore gestisca in chiave non conservativa la società assumendo nuovi impegni e/o obbligazioni (connotati dall’assunzione di nuovo rischio economico-commerciale e quindi compiuti al di fuori di una logica meramente conservativa). Disposizioni applicate: articolo 2486 c.c….

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La fondatezza dell’azione revocatoria tra calcolo del periodo sospetto e interpretazione dei “termini d’uso”

Cass. Civ., sez. I, Sent.  19 febbraio 2021, n. 4482– Pres. Cristiano – Rel. Terrusi Parole chiave: amministrazione controllata, amministrazione straordinaria, consecuzione tra procedure, periodo sospetto, pagamenti eseguiti nei termini d’uso, revocatoria fallimentare. Massime L’istituto della consecuzione tra procedure, ai fini della retrodatazione dei termini di cui alla L. Fall., art. 67, trova applicazione anche ove la prima sia un’amministrazione controllata e l’ultima una procedura il cui presupposto oggettivo sia costituito dallo stato d’insolvenza, ma in tal caso il computo a ritroso del periodo sospetto ha inizio dalla data del decreto di ammissione all’amministrazione controllata. L’art. 67, comma 3, lett. a) L.F. e quindi il concetto di “i termini d’uso” ai fini dell’esenzione dell’azione revocatoria, non può essere inteso come…

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L’amministratore di fatto di una società può essere ritenuto penalmente responsabile anche in presenza di attività di gestione della medesima società poste in essere dagli amministratori “di diritto”

Cass. pen. Sez. V, sentenza del 24 aprile 2020 (udienza 6 febbraio 2020), n. 12912. Parole chiave: Società – Amministratore di fatto – Bancarotta fraudolenta Massima: “In tema di reati fallimentari, la previsione di cui all’art. 2639 c.c. non esclude che l’esercizio dei poteri o delle funzioni dell’amministratore di fatto possa verificarsi in concomitanza con l’esplicazione dell’attività di altri soggetti di diritto, i quali – in tempi successivi o anche contemporaneamente – esercitino in modo continuativo e significativo i poteri tipici inerenti alla qualifica o alla funzione.” Disposizioni applicate: Art. 2639 c.c. La presente sentenza analizza la sussistenza di profili di responsabilità penale degli amministratori di fatto che abbiano commesso fatti di bancarotta fraudolenta in concomitanza con l’esplicazione dell’attività gestoria…

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Nel medesimo procedimento, la mancata notifica al debitore di una successiva istanza di fallimento non determina la violazione del suo diritto di difesa

Corte di Cassazione Civile, Sez. VI, Ordinanza n. 3189/2021 del 10/02/2021 (Ud. 17/11/2020), Pr. M. Ferro – Rel. P. Vella. Parole chiave: Fallimento – dichiarazione di fallimento – ricorso – deposito di altre istanze – notificazione – necessità – esclusione. Massima: “Nel procedimento per la dichiarazione di fallimento, al debitore, cui sia stato regolarmente notificato il ricorso nel rispetto delle forme previste dalla legge, non devono essere necessariamente notificati i successivi ricorsi che si inseriscano nel medesimo procedimento, avendo egli l’onere di seguire l’ulteriore sviluppo della procedura regolarmente instaurata e di assumere ogni opportuna iniziativa in ordine ad essa, a tutela dei propri diritti” (massima ufficiale). Disposizione applicate: Art. 15 l. fall.. CASO Beta Srl, unitamente a Tizio e Caio,…

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Se la società è cancellata dal registro delle imprese, l’impugnazione della sentenza va notificata ai soci

Cassazione Civile, Sez. V, Ordinanza, 2 marzo 2021, n. 5605 Parole chiave: Società – Di persone fisiche (nozione, caratteri, distinzioni) – Cancellazione della società dal registro delle imprese – Effetti – Estinzione della società – Conseguenze – Capacità di stare in giudizio della società estinta e rapporti processuali pendenti Massima: In tema di contenzioso tributario, la cancellazione della società dal registro delle imprese, a partire dal momento in cui si verifica l’estinzione della società cancellata, priva la società stessa della capacità di stare in giudizio, di talché, qualora l’estinzione intervenga nella pendenza di un giudizio del quale la società è parte, si determina un evento interruttivo. Ne consegue, sul piano processuale, che, qualora esso non sia stato fatto constare nei…

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L’operazione di “ripianamento” di debito quale “semplice modifica accessoria di un’obbligazione”, originata da un “pactum de non petendo ad tempus”

Cass. Civ. Sez. 1, Sent. 9 settembre 2020[1], n. 1517, Pres. Genovese – Rel. Dolmetta Parole chiave: Esclusione di credito ipotecario dal passivo fallimentare – nullità del contratto di mutuo per mancanza di causa – utilizzo delle somme erogate a ripianamento di pregressa esposizione. Riferimenti normativi: Legge Fallimentare art. 67 comma 1 n.i 3 e 4 – Codice Civile artt. 1322. 1343, 1418, 1344, 1362, 2809 – 2810. CASO[2] La domanda di insinuazione in via ipotecaria, presentata dalla Banca mutuante, al passivo fallimentare della mutuataria non è stata accolta in accoglimento di quanto rilevato dallo stesso Curatore[3]: “nonostante nel contratto di mutuo sia prevista la destinazione della somma a investimenti immobiliari, l’importo mutuato è servito semplicemente a coprire un precedente…

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La responsabilità degli amministratori e del cd. socio gestore in caso di fallimento della società

Tribunale di Catania, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 4684/2019 pubblicata il 29 novembre 2019. Parole chiave: Società di capitali – Società a responsabilità limitata – azione di responsabilità – responsabilità degli amministratori – responsabilità del socio – socio gestore Massima: L’azione di responsabilità ai sensi dell’art. 2476 co. 7 c.c. può avere ad oggetto anche gli atti compiuti dal socio cd. “gestore”, ma ciò nei soli casi in cui lo stesso, esercitando una qualche forma di influenza sulle scelte degli amministratori, abbia tenuto un comportamento positivo, dal quale possa dedursi tale influenza e l’intenzionalità di arrecare danno alla società, ai soci o ai creditori sociali mediante l’induzione degli amministratori all’inadempimento ai propri doveri. Disposizioni applicate: artt. 2476…

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L’ordine di cancellazione delle ipoteche in sede di vendita concordataria è subordinato all’esperimento di una procedura competitiva

Cass. civ., sez. I, 22 ottobre 2020, n. 23139 – Pres. Genovese – Rel. Pazzi Parole chiave: Concordato preventivo – In continuità aziendale – Assegnazione onerosa a socio della cooperativa – Cancellazione delle iscrizioni pregiudizievoli – Esclusione [1] Massima: In tema di concordato preventivo con continuità aziendale, l’assegnazione dell’immobile al socio di una cooperativa, che avvenga in esecuzione di un piano gestionale teso all’ultimazione degli alloggi rimasti incompiuti, non può essere accompagnata dalla cancellazione, ex art. 108 l.fall., delle iscrizioni pregiudizievoli, dal momento che i detti effetti purgativi si giustificano solo qualora la vendita si compia in esito ad una procedura competitiva ad evidenza pubblica secondo le regole di cui agli artt. 105 e seguenti l.fall., richiamate dall’art. 182, comma…

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La successione dell’ex socio nei rapporti della società estinta

Cassazione civile, Sezione III, Ordinanza n. 8521 del 25 marzo 2021. Parole chiave: successione – estinzione – cancellazione dal registro delle imprese – ex socio – liquidatore – liquidazione – bilancio finale di liquidazione – allegare – Massima: l’ex socio, che intenda proseguire un giudizio nel corso della cui pendenza la società si è estinta ed è stata cancellata dal registro delle imprese, dovrà qualificarsi espressamente come successore nella titolarità della pretesa creditoria oggetto del giudizio pendente (e non semplicemente affermare di essere stato socio o liquidatore della società estinta e cancellata) nonché allegare e dimostrare che, sulla base del bilancio finale di liquidazione della società, la pretesa creditoria in questione sia stata a lui attribuita, ovvero che, laddove essa…

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