PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

La regolamentazione delle spese sostenute dal terzo chiamato in garanzia tra principio di causazione e criterio di soccombenza

Cass., Sez. Terza, ord., ud. 09 ottobre 2019, 06.12.2019, n. 31889. Spese legali – principio di causazione – manifesta infondatezza – soccombenza virtuale – motivazione  (cod. proc. civ., art. 91) [1] In forza del principio di causazione mitigato dal criterio della soccombenza, il rimborso delle spese di lite in favore del terzo chiamato non soccombente in giudizio deve essere posto a carico dell’attore qualora la chiamata in causa del terzo sia resa necessaria in relazione alle proprie tesi e queste siano ritenute infondate, e a carico al chiamante allorquando l’iniziativa dello stesso si riveli manifestamente infondata o palesemente arbitraria. La decisione spetta al giudice di merito e non è impugnabile in sede di legittimità salvo che per vizi di motivazione….

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L’opposizione di terzo all’esecuzione ex art. 619 c.p.c. è proponibile anche nell’espropriazione presso terzi, ma non dopo l’assegnazione del credito pignorato

Cass. civ. sez. III, 6 febbraio 2020, n.2868, Pres. De Stefano, Rel. Rubino Esecuzione forzata – Pignoramento presso terzi – Opposizione del terzo ex art. 619 c.p.c. – Ammissibilità – Ordinanza di assegnazione del credito pignorato – chiusura dell’espropriazione forzata presso terzi – Opposizione tardiva del terzo ex art. 620 c.p.c. – Inammissibilità MASSIMA Non è proponibile l’opposizione tardiva del terzo, per colui che assume di essere l’effettivo titolare di un credito pignorato e non di una proprietà o diritto reale su beni, perché nel pignoramento presso terzi l’ordinanza di assegnazione del credito conclude la procedura esecutiva. CASO Con un pignoramento presso terzi venivano pignorati i compensi professionali dovuti da un condominio al precedente amministratore. L’attuale amministratore del condominio rendeva…

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La provenienza donativa del bene può legittimare il promissario acquirente a eccepire l’inadempimento del promittente venditore

Cass. civ., sez. II, 12 dicembre 2019, n. 32694 – Pres. Manna – Rel. Tedesco Parole chiave: Contratto preliminare – Provenienza donativa del bene – Pericolo di evizione – Insussistenza – Silenzio del promittente venditore – Inadempimento – Rifiuto del promissario acquirente di stipulare il contratto definitivo – Legittimità  [1] Massima: In tema di preliminare di compravendita, la provenienza del bene da donazione, anche se non comporta per se stessa un pericolo concreto e attuale di perdita del bene, tale da abilitare il promissario acquirente ad avvalersi del rimedio dell’art. 1481 c.c., è comunque circostanza influente sulla sicurezza, sulla stabilità e sulle potenzialità dell’acquisto programmato con il preliminare. In quanto tale essa non può essere taciuta dal promittente venditore, pena…

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Rilevabilità d’ufficio della nullità della delibera di ripartizione delle spese. Le norme del Codice del Consumo si applicano anche al condominio

Cassazione civile, Sez. 2^, 23.07.2019 n.19832, estensore dott.ssa E. Picarioni Decreto ingiuntivo per la riscossione di oneri condominiali- Opposizione- Rilevabilità d’ufficio delle sottostanti delibere – Ammissibilità’  “In sede di opposizione a decreto ingiuntivo emesso per la riscossione di oneri condominiali, non operava pertanto il limite alla rilevabilità anche officiosa dell’invalidità della sottostante delibera, trattandosi di elemento costitutivo della domanda…”[1]. “E’ stato affermato più volte da questa Corte regolatrice che le norme del Codice del consumo sono applicabili alle convenzioni di ripartizione delle spese condominiali predisposte dal costruttore, o dall’originario unico proprietario dell’edificio condominiale, in quanto oggettivamente ricollegabili all’esercizio dell’attività imprenditoriale o professionale da quello svolta, e sempre che il condomino acquirente dell’unità immobiliare di proprietà esclusiva rivesta lo status di…

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Locazione e condizione di procedibilità della domanda: l’omissione della mediazione obbligatoria non può essere rilevata in appello

Cassazione  civile, Sezione 3^, rel. Dott. Scoditti, 13.12.2019 n.32797: “L’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto a pena di decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza del giudizio di primo grado”.  L’espletamento della mediaconciliazione quale condizione di procedibilità della domanda. Il Dlgs. N.28/10 all’articolo 5, comma 1, individua una serie di materie per le quali il legislatore ha previsto l’obbligatorietà del procedimento di mediaconciliazione, al quale le parti debbono necessariamente ricorrere, prima di interporre la domanda giudiziale e, per quanto ci occupa, tra esse è regolata anche la materia della locazione. Non ci soffermeremo, per esigenze di sintesi nella redazione del presente contributo, sulle caratteristiche del procedimento[1], finalizzato ad in introdurre anche nel nostro ordinamento, un radicato…

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Configura il vizio di omessa pronuncia la mancata statuizione da parte del giudice sulla domanda di condanna a un facere infungibile

Cass., sez. I, 9 dicembre 2019, n. 32023, Pres. De Chiara – Est. Cesare [1] Domanda di condanna ad un facere infungibile – Omessa pronuncia – Motivo di ricorso – Ammissibilità – Ragioni (art. 112, 360, 614-bis c.p.c.). L’omessa pronuncia su un motivo di appello avente ad oggetto il vizio della mancata statuizione da parte del giudice di primo grado sulla domanda di condanna ad un facere infungibile, integra un motivo di ricorso per cassazione ex art. 360, comma 1, n. 4, c.p.c. per violazione dell’art. 112 c.p.c., stante l’ammissibilità di un tale genere di pronuncia, in quanto idonea a produrre i suoi effetti tipici in conseguenza dell’esecuzione volontaria da parte dell’obbligato, oltre a consentire l’eventuale e successiva domanda di…

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La legittimazione ad agire nell’intimazione di licenza o sfratto ove il bene locato sia oggetto di comunione

Cassazione civile sez. III, 4 luglio 2019, n. 17933 Pres.  Armano – Rel. Sestini Il comproprietario può agire in giudizio per ottenere il rilascio dell’immobile per finita locazione, trattandosi di un atto di ordinaria amministrazione della cosa comune per il quale si deve presumere che sussista il consenso degli altri comproprietari o quanto meno della maggioranza dei partecipanti alla comunione, sicché non ricorre la necessità di integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri partecipanti. CASO La vicenda giudiziaria ha origine dalla concessione in locazione di un immobile da parte di L.T.F., unitamente alla figlia S.M.P. A fronte del mancato pagamento dei canoni dovuti, L.T.F intimò lo sfratto per morosità al conduttore. La domanda venne accolta dal Tribunale di primo grado,…

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La compensatio lucri cum damno: una recente pronuncia

Cass. civ. [ord.] Sez. III, 30 agosto 2019, n. 21837 – Pres. Travaglino – Rel. Scarano [1] Compensazione – Indennizzo – Risarcimento dal danno – Decurtazione – Emotrasfusioni   (Cod. civ. art. 2697 c.c.) [1] “Avuto riguardo all’indennizzo ex L. n. 210 del 1992 […] esso può essere scomputato dalle somme liquidabili a titolo di risarcimento del danno (compensatio lucri cum damno) solo se sia stato effettivamente versato o, comunque, sia determinato nel suo preciso ammontare o determinabile in base a specifici dati della cui prova e’ onerata la parte che eccepisce il lucrum, in quanto l’astratta spettanza di una somma suscettibile di essere compresa tra un minimo ed un massimo, a seconda della patologia riconosciuta, non equivale alla sua…

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Ius receptum in materia condominiale e danno punitivo ex art. 96, co. 3, c.p.c.

Tribunale di Bologna, sezione III civile, sentenza n. 20927 del 20 dicembre 2019 – Giudice Dott. Pietro Iovino Condominio – impugnazione deliberazione assembleare – infondatezza dei motivi rispetto all’art. 1137 c.c. e all’art. 100 c.p.c. – responsabilità aggravata ex art. 96, co. 3, c.p.c. per violazione dello ius receptum – sussiste. Riferimenti normativi: art. 1137 c.c. – art. 100 c.p.c – art. 96, co. 3, c.p.c. “… In base all’art. 1137 c.c. sono impugnabili solo le deliberazioni contrarie alla legge o al regolamento condominiale ed in difetto di ciò non è consentito al giudice sindacare la volontà manifestata dall’assemblea, che resta una manifestazione caratteristica dell’autonomia che l’ordinamento riconosce ai privati e come tale tutela. Inoltre, se è vero che l’abuso…

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Sulla revocazione per dolo processuale ex art. 395, n. 1, c.p.c.

Cass., ord., 20 gennaio 2020, n. 1102 Pres. Campanile – Rel. Lamorgese [1] Impugnazioni civili – Revocazione straordinaria ai sensi dell’art. 395, n. 1, c.p.c. – Termine – Decorso dalla scoperta della fattispecie di dolo affettante la sentenza – Circostanze determinanti la scoperta del vizio – Accertamento insindacabile in cassazione (C.p.c. artt. 326, 395) [1] La scoperta del dolo di una parte in danno dell’altro, quale evento idoneo ad innescare il decorso del termine per proporre la revocazione straordinaria ai sensi dell’art. 395, n. 1, c.p.c., costituisce oggetto di un accertamento di fatto che è riservato ai giudici di merito, il cui convincimento non è censurabile per cassazione. [2] Impugnazioni civili – Revocazione straordinaria ai sensi dell’art. 395, n. 1,…

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