PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Efficacia di giudicato dell’ingiunzione europea

Cass., sez. un., 26 maggio 2015, n. 10799 Scarica la sentenza Ingiunzione di pagamento europea – Efficacia di giudicato sostanziale – Esclusione(Regolamento n. 1896/2006, art. 18; Codice civile, art. 2909). [1] L’ingiunzione di pagamento europea avente forza esecutiva non è equiparabile al giudicato sostanziale, essendo piuttosto idonea a produrre una preclusione pro judicato che consente all’ingiunto di rimettere in discussione lo stesso rapporto oggetto dell’ingiunzione per ogni effetto diverso da quello della mera condanna. CASO[1] Le Sezioni Unite – pronunciatesi all’esito di un procedimento di riesame ex art. 20, par. 2, Regolamento n. 1896/2006 instaurato per ottenere la caducazione di un’ingiunzione di pagamento europea non tempestivamente opposta e, dunque, dichiarata esecutiva – affermano che l’ingiunzione di pagamento europea esecutiva ai sensi dell’art….

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Effetti della rinuncia implicita alla clausola compromissoria

Cass., Sez. II, 20 febbraio 2015, n. 3464 Scarica la sentenza Arbitrato – Clausola compromissoria – Eccezione di arbitrato – Mancata proposizione – Rinuncia tacita – Effetti sulle successive controversie tra le medesime parti – Esclusione (Cod. proc. civ., art. 808) [1] La rinuncia tacita ad avvalersi della clausola compromissoria in occasione di un giudizio insorto tra i contraenti, non equivale a definitiva rinuncia all’arbitrato in relazione ad ogni altra controversia derivante dal medesimo contratto ma diversa per petitum e causa petendi. CASO[1] Nel provvedimento che si annota la Corte di cassazione esclude che la rinuncia, peraltro implicita, ad avvalersi della clausola compromissoria, nel caso di specie desumibile dalla mancata formulazione dell’eccezione di arbitrato e dalla proposizione di domande nel corso del…

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Interventore volontario: la Cassazione fa il punto sui poteri

Cass., Sez. II, 29 gennaio 2015, n. 1671 Scarica la sentenza Procedimento civile – Intervento volontario – Poteri  – Proposizione di domande nuove (C.p.c. artt. 105, 167, 268) Procedimento civile – Intervento volontario Poteri – Impugnazione della sentenza (C.p.c. artt. 105, 167, 323) [1] L’art. 268, comma 2, c.p.c, secondo cui l’interveniente non può compiere atti che al momento dell’intervento non sono più consentiti ad alcuna parte, deve riferirsi unicamente alla attività istruttoria, mentre è ammissibile la formulazione da parte del terzo di domande nuove e autonome. [2] L’interveniente volontario, avendo assunto formalmente la qualità di parte nel processo, è legittimato a proporre appello quando sia stata negata l’ammissibilità dell’intervento ovvero sia stata omessa ogni pronuncia sulla domanda formulata con l’intervento stesso. CASO[1] [2] Il…

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Autosufficienza ed eterosufficienza del ricorso per Cassazione

Cass., Sez. V, 6 febbraio 2015, n. 2218 Scarica la sentenza Impugnazioni civili – Ricorso per cassazione – Eccezione di giudicato esterno – Principio dell’autosufficienza (C.p.c. artt. 324, 366, 1° comma, n. 6; c.c. art. 2909) [1] Il principio di autosufficienza non postula la trascrizione integrale degli atti processuali anteriori, quando i fatti sui quali il motivo si fonda risultino in modo certo dalla sentenza impugnata o dalle avverse difese. CASO[1] Due contribuenti impugnavano una cartella esattoriale con la quale l’Agenzia delle Entrate aveva loro intimato il pagamento di sanzioni e interessi derivanti da un anteriore avviso di liquidazione. In primo grado, l’adita commissione tributaria provinciale, in parziale accoglimento del ricorso, annullava la cartella, dichiarando dovuti i soli interessi, poiché sulla questione…

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Frazionamento del credito e abuso del processo: panorama giurisprudenziale

Sono trascorsi quasi 8 anni dalla pubblicazione della nota sentenza delle Sezioni (n. 23726/2007) che ha stabilito il principio di infrazionabilità della tutela giurisdizionale. All’indomani della pronuncia, le conseguenze sul piano applicativo non apparivano limpide. La giurisprudenza successiva ha confermato tali incertezze, evidenziando oltretutto una notevole portata espansiva del principio, invocato anche in materia di impugnazioni e di processo esecutivo   La sentenza Cass., sez. un., 15 novembre 2007 n. 23726, come noto, ha sancito il principio in virtù del quale «è contrario alla regola generale di correttezza e buona fede, in relazione al dovere inderogabile di solidarietà  di cui all’ art. 2 Cost., e si risolve in abuso del processo (ostativo all’esame della domanda), il frazionamento giudiziale (contestuale o…

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Il rifiuto del creditore procedente di anticipare le spese di manutenzione straordinaria del bene pignorato non comporta l’estinzione del processo esecutivo

Trib. Palermo; Sezione Esecuzioni Immobiliari; decreto 30.3.2015 Scarica il decreto Esecuzione forzata per obbligazioni pecuniarie – spese di custodia – inerzia del creditore procedente – effetti (Cod. civ., art. 2910; cod. proc. civ., art. 65, 66, 67, 559; d.p.r. 30 maggio 2002, n. 115, testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, art. 8). [1] Se il creditore procedente non anticipa le spese di manutenzione straordinaria dell’immobile pignorato, il Giudice dell’esecuzione può disporre la revoca della custodia a terzi (nella specie il Tribunale ha disposto la restituzione del bene al debitore, fermo restando il vincolo del pignoramento). CASO[1] A fronte del rifiuto del creditore procedente di anticipare le spese di manutenzione straordinaria, il custode di un immobile…

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Il fondo patrimoniale risponde anche dei debiti contratti da uno dei coniugi nel corso della propria attività imprenditoriale

Trib. Palermo, ord. 3 marzo 2015 Scarica l’ordinanza Fondo patrimoniale – Sottrazione dei beni all’azione esecutiva – Impignorabilità – Onere della prova – Sospensione dell’esecuzione- Esclusione (Cod. civ., art. 167, 170; cod. proc. civ., art. 615, 623). [1] Il criterio identificativo dei crediti che possono essere realizzati esecutivamente sui beni conferiti nel fondo patrimoniale va ricercato non già nella natura delle obbligazioni, ma nella relazione esistente tra il fatto generatore di esse e i bisogni della famiglia. Il solo fatto che il debito sia sorto nell’esercizio dell’impresa non è idoneo a escludere in via di principio che il debito si possa dire contratto per soddisfare questi bisogni. [2] Grava sul debitore che intende avvalersi del regime di impignorabilità dei beni costituiti in…

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L’espropriazione forzata su autoveicoli, motoveicoli e rimorchi dopo le recenti riforme

Un’importante novità introdotta dalla legge 10 novembre 2014, n. 162, che ha convertito il d. l. 12 settembre 2014 n. 132 (recante “Misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile”), riguarda l’espropriazione di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi. Adesso è possibile procedere al pignoramento mediante notifica di un atto al debitore, senza che sia necessaria la materiale apprensione del bene. Il nuovo istituto, di notevole importanza pratica, presenta vantaggi per il creditore, ma occorre determinare il suo esatto ambito di applicazione   1. PremessaFino alle recenti riforme del 2014, il codice di procedura civile non conteneva norme specifiche sulla espropriazione di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi.Poiché si tratta di beni mobili, hanno sempre trovato…

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L’azione combinata di conciliazione, mediazione e arbitrato per la deflazione del contenzioso civile

Trib. Pavia, ord. 9 marzo 2015 Scarica l’ordinanza Procedimento civile – Conciliazione giudiziale – Mediazione delegata – Trasferimento del giudizio in sede arbitrale (Cod. proc. civ., art. 185 bis; d. leg. 4 marzo 2010, n. 28, art. 5; d.l. 12 settembre 2014, n. 132, convertito in l. 10 novembre 2014, n. 162, art. 1). [1] Il giudice può prevedere che, in caso di esito negativo della procedura di mediazione delegata, si svolga un’udienza di trattazione orale per valutare l’opportunità di trasferire il giudizio in sede arbitrale. CASO[1] Nell’ambito di un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice, ai sensi dell’art. 185 bis c.p.c., propone una soluzione conciliativa della lite, disponendo che, qualora le parti non ritengano di aderirvi, debbano, a pena…

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Notificazione a mezzo posta e ritardo imputabile all’agente postale. Chi ne risponde?

Cass., Sez. VI-3, 18 febbraio 2015, n. 3261 Scarica la sentenza Procedimento civile – Notificazione – A mezzo posta – Avviso di ricevimento – Ritardato recapito – Azione risarcitoria – Legittimazione passiva – Agente postale – Esclusione (C.p.c. artt. 137 e 149; L. 20 novembre 1982 n. 890; D.P.R. 15 dicembre 1959 n. 1229 art. 107) [1] A fronte dell’azione risarcitoria esperita dal notificante in relazione a danni derivati da ritardo dell’agente postale incaricato della notificazione, quest’ultimo risulta privo di legittimazione passiva, operando non sulla base di un rapporto obbligatorio con la parte, ma in veste di ausiliario dell’ufficiale giudiziario, il quale è il solo responsabile nei confronti dell’istante, sul fondamento del rapporto di mandato che s’instaura ex lege a seguito…

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