SOCIETÀ E FALLIMENTO

Piano del consumatore, grado della colpa ai fini del giudizio di meritevolezza e ludopatia

Trib. di Vicenza, 24 settembre 2020 – presidente ed estensore G. Limitone La questione affrontata Investito da un reclamo avverso il decreto di omologazione di un piano del consumatore, il Tribunale di Vicenza è stato chiamato a risolvere, fondamentalmente, la questione se potesse riconoscersi, in capo alla debitrice, il c.d. requisito della meritevolezza, i.e. della non addebitabilità alla stessa del sovraindebitamento. Dopo una disamina delle ragioni dell’insorgenza dell’indebitamento (da ascriversi all’onere per gravose spese mediche, a un disturbo ludopatico e all’incremento del debito per interessi su una serie di finanziamenti), il tribunale conclude per il rigetto del reclamo, motivando la decisione sulla base dell’inesistenza della colpa grave in capo alla debitrice sovraindebitata, principalmente sulla scorta dell’affermazione che, interpretando le disposizioni…

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Simulazione dell’atto di cessione delle quote anche senza la prova che la vendita sia avvenuta ad un prezzo inferiore a quello di mercato

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 2660 del 30 aprile 2020. Parole chiave: cessione quote – compravendita – simulazione – onere della prova – società a responsabilità limitata – Massima: E’ configurabile la simulazione dell’atto di cessione di quote societarie anche in assenza della prova che la vendita sia avvenuta ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Nel caso di specie, la simulazione del negozio di compravendita è stata desunta da (i) la mancata prova del pagamento del prezzo da parte del simulato acquirente, (ii) il rapporto di parentela e di convivenza tra il simulato alienante e il simulato acquirente e (iii) l’intento fraudolento volto a sottrarre le quote societarie alla garanzia del credito…

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Fallimento della società “in mano pubblica”

Corte di Cassazione Sez. I., Ord., 30 giugno 2020, n. 13160 – Presidente Magda – Rel. Guido Parole chiave: Fallimento – Enti pubblici – Società di capitali – Società “in house” – Fallibilità Massima  E’ sempre assoggettabile a fallimento, ex art. 1, comma 1, l. fall., una società di capitali che sia partecipata in tutto o in parte da enti pubblici. Disposizioni applicate  Art. 1 l. fall.; art. 2221 cod. civ.; art. 1, comma 3, D. Lgs. n. 175/2016 (T.U. in materia di società a partecipazione pubblica); art. 4 L. n. 70/1975 Con la pronuncia in commento, la Suprema Corte, Sezione Prima civile, affronta il tema della fallibilità delle società partecipate, in tutto o in parte, da enti pubblici. Nello…

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Finanziamenti dei soci: la valutazione dello squilibrio patrimoniale deve essere effettuata con riferimento al momento del finanziamento

Intestazione del provvedimento: Cassazione civile, Sezione VI, Ordinanza n. 17421/2020 pubblicata il 20 agosto 2020. Parole chiave: postergazione – finanziamento dei soci – sottocapitalizzazione – squilibrio dell’indebitamento – natura sostanziale della postergazione – Massima: “ai fini dell’applicazione dell’art. 2467 c.c., il presupposto del significativo squilibrio dell’indebitamento della società deve essere valutato con esclusivo riferimento al momento in cui viene concesso il finanziamento da parte del socio, senza che possano avere effetto retroattivo i successivi versamenti in conto capitale effettuati dal medesimo socio, essendo meri fatti sopravvenuti”. Disposizioni applicate: articoli 2467 c. c., 2484 c.c. Nel giudizio in esame l’attore ha proposto ricorso avverso la decisione di merito che confermava la postergazione di talune voci di credito nei confronti della società fallita,…

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L’inapplicabilità del divieto di cui agli articoli 571 e 579 c.p.c. alle procedure di vendita regolate dalla normativa fallimentare e l’identificazione del debitore

Decreto di Rigetto n. 7054/2019 del 11.09.2019 – Tribunale Ordinario di Venezia – I Sez. – Parole chiave: Vendita competitiva – identificazione del debitore – personalità giuridica Massima È da ritenersi non applicabili gli articoli 571 e 579 c.p.c. in modo diretto e acritico  laddove il procedimento di vendita risulti regolato dalla normativa fallimentare poiché non rientrano detti articoli tra le disposizioni di rinvio al codice di procedura civile in quanto compatibili. La libertà economica include gli strumenti giuridici ritenuti più efficienti sul mercato: vi è la necessità di acquisire prova certa che detta libertà sia stata manifestamente piegata a finalità contrarie a regole giuridiche vincolanti. Riferimenti normativi: art. 571 c.c.; 579 c.c.; 107 L.F. CASO   La società Alfa…

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L’accertamento della violazione del ne bis in idem tra reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto e ipotesi di bancarotta fraudolenta non può prescindere dall’analisi della dimensione empirica delle fattispecie di reato

Cass. pen., Sezione V, Sentenza depositata il 24 luglio 2020, n. 22486. Parole chiave: Reati tributari– Bancarotta fraudolenta – Ne bis in idem Massima: “È deducibile nel giudizio di cassazione la preclusione derivante dal giudicato formatosi sul medesimo fatto, posto che la violazione del divieto del ‘bis in idem’ si risolve in un error in procedendo, a condizione che la decisione della relativa questione non comporti la necessità di accertamenti di fatto, nel qual caso la stessa deve essere proposta al giudice dell’esecuzione.” Disposizioni applicate: art. 216 l.f.; artt. 2, 5, 8 e 10 D.Lgs. 74/2000; art. 649 c.p.p. La principale questione di diritto che la sentenza in analisi affronta riguarda il principio del ne bis in idem, poiché la…

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Presunzione della natura solutoria dei versamenti del correntista fallito e patti contrari stipulati tra banca e cliente: ulteriori riflessioni sulla revocabilità delle rimesse bancarie in conto corrente

Cass. Civ., sez. I, Ord. 30.06.2020 n. 13175 – Pres. Cristiano – Rel. Amatore Parole chiave: Fallimento, revocatoria fallimentare, rimesse bancarie, conto corrente, scoperto di conto corrente, apertura di credito, pagamenti, natura solutoria, operazioni bilanciate, operazioni di rientro. Massima: Per escludersi la natura solutoria delle rimesse bancarie accreditate su in conto corrente scoperto è necessaria l’esistenza di accordi tra la banca e il cliente che consentano di caratterizzare la rimessa non come un’operazione di rientro, ma quale specifica provvista per una speculare operazione a debito, sia essa un pagamento a favore di terzi o un prelievo del cliente. Il versamento su conto scoperto conserva pertanto, in generale, natura solutoria salvo non sia intervenuta una pattuizione di segno contrario che renda…

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Il diritto di convocazione dell’assemblea del socio di società a responsabilità limitata detentore di almeno un terzo del capitale sociale e il concetto di inerzia dell’organo amministrativo

Tribunale di Milano, Sezione specializzata in materia di impresa, Sentenza del 3 aprile 2020 Parole chiave: Società – Società a responsabilità limitata – Organi sociali – Assemblea dei soci – Convocazione – Inerzia dell’organo di gestione – Soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale – Potere di convocazione dell’assemblea – Sussistenza – Fondamento Massima: “In tema di società, posto che il primo e del quarto comma dell’art. 2479 c.c. abilitano qualsiasi socio che detenga almeno un terzo del capitale sociale a convocare deve ritenersi sussistente anche in difetto di inerzia dell’organo amministrativo nella convocazione di assemblea sul punto, senza perciò condizionare quel potere ad un’inerzia effettiva bensì ad un’inerzia in astratto ed in re ipsa che si verifica…

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La desistenza non accompagnata dall’estinzione del debito ha natura processuale e va presentata prima della deliberazione della sentenza di fallimento

Corte di Cassazione, Sez. VI, Ordinanza n. 13187/2020 del 30/06/2020 (Ud. 14/02/2020), Pres. Sambito, Rel. Falabella. Parole chiave: fallimento – dichiarazione di fallimento – desistenza del creditore istante – effetti – estinzione dell’obbligazione – legittimazione attiva – rinuncia – natura processuale. Massima: Qualora l’unico creditore istante desista dalla domanda, occorre distinguere la desistenza dovuta al pagamento del credito da quella non accompagnata dall’estinzione dell’obbligazione. In questo secondo caso la desistenza costituisce atto di rinuncia all’istanza di fallimento e ha natura meramente processuale; essa, in ragione della sua peculiare natura, è un atto rivolto al giudice e da ostendere allo stesso, al pari della domanda iniziale, perché questo lo valorizzi nel contesto procedimentale in cui è formato, onde la rinuncia non…

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Gli effetti derivanti dalla rimodulazione di finanziamenti bancari scaduti

Cass. civ. Sez. 3, Sent. 8 aprile 2020[1], n. 7740. Pres. Armano – Est. Guizzi Parole chiave: Nuovo Mutuo Ipotecario avente natura di riscadenziamento dei termini di rimborso previsti in quello precedente – Natura gratuita o onerosa – Semplice dilazione del termine di restituzione della somma mutuata, effetti. Massima[2]: In caso di mutuo successivo al primo che preveda una semplice dilazione del termine di restituzione della somma mutuata, in assenza di profili di nuova liquidità, il ripianamento di un debito a mezzo di nuovo credito, da parte della medesima banca, sostanzia un’operazione di natura contabile, ovvero con una coppia di poste nel conto corrente – una in dare, l’altra in avere – [3]. Riferimenti normativi: artt. 1173, 2808, 2878, 2901, cod….

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