Obbligazioni e contratti

Il cessionario di un credito privo delle garanzie promesse ha sempre diritto al risarcimento del danno

Cass. civ., sez. III, 15 giugno 2020, n. 11583 – Pres. Travaglino – Rel. D’Arrigo Parole chiave: Cessione di credito – Inesistenza della garanzia reale – Inadempimento del cedente – Sussistenza – Risarcimento del danno – Sussistenza [1] Massima: Nel caso di cessione del credito nominalmente assistito da una garanzia reale, qualora quest’ultima risulti nulla, prescritta, estinta o di grado inferiore rispetto a quello indicato dal cedente, il cessionario può agire nei confronti di quest’ultimo ancor prima di aver escusso il debitore ceduto, chiedendo il risarcimento del danno da inadempimento, senza necessità di domandare la risoluzione della cessione, poiché una diminuzione delle garanzie è in sé causativa di un danno patrimoniale immediato ed attuale, corrispondente alla diminuzione del valore di…

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Contratti con forma scritta ad probationem e inammissibilità della prova testimoniale: la decisione delle Sezioni Unite

Cass. civ., Sezioni Unite, 05.08.2020, n. 16723 – Pres. Mammone – Rel. Scarpa Contratti con forma scritta ad probationem – Contratti con forma scritta ad substantiam – Prova testimoniale – Inammissibilità – Rilevabilità d’ufficio – Eccezione di parte – Limiti alla prova testimoniale – Onere della prova -Valutazione delle prove (art. 2721 c.c., 2725 c.c., 2729 c.c., 1724 c.c., 157 c.p.c.) [1] L’inammissibilità della prova testimoniale di un contratto che deve essere provato per iscritto, ai sensi dell’art. 2725, comma 1, c.c., attenendo alla tutela processuale di interessi privati, non può essere rilevata d’ufficio, ma deve essere eccepita dalla parte interessata prima dell’ammissione del mezzo istruttorio; in particolare, qualora, nonostante l’eccezione di inammissibilità, la prova sia stata ugualmente assunta, è…

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Le Sezioni Unite individuano una definizione di contratto di interest rate swap

Cass. civ. SS.UU. Sent., 12/05/2020, n. 8770, Pres. Petitti, Est. Genovese STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI – INTEREST RATE SWAP – NOZIONE – MARK TO MARKET – COSTI OCCULTI – CAUSA DEL CONTRATTO – LICEITA’ – NULLITA’. Le Sezioni unite civili, decidendo su questione di massima di particolare importanza, hanno affermato il seguente principio di diritto: “Il riconoscimento della legittimazione dell’Amministrazione a concludere contratti derivati, sulla base della disciplina vigente sino al 2013 (quando la l. n. 147 del 2013 ne ha escluso la possibilità) e della distinzione tra i derivati di copertura e i derivati speculativi, in base al criterio del diverso grado di rischiosità di ciascuno di essi, comportava che solamente nel primo caso l’ente locale potesse dirsi legittimato a…

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Il patto fiduciario non è un preliminare ma configura un mandato senza rappresentanza

Cass. civ., sez. un., 6 marzo 2020, n. 6459 – Pres. Spirito – Rel. Giusti Parole chiave: Compravendita di immobile – Patto fiduciario di ritrasferimento – Mandato senza rappresentanza – Forma scritta ad substantiam – Insussistenza [1] Massima: Per il patto fiduciario con oggetto immobiliare che s’innesta su un acquisto effettuato dal fiduciario per conto del fiduciante, non è richiesta la forma scritta ad substantiam; ne consegue che tale accordo, una volta provato in giudizio, è idoneo a giustificare l’accoglimento della domanda di esecuzione specifica dell’obbligo di ritrasferimento gravante sul fiduciario. Disposizioni applicate: cod. civ., artt. 1351, 1706, 2932 Parole chiave: Compravendita di immobile – Patto fiduciario – Dichiarazione unilaterale di ritrasferimento – Promessa di pagamento – Prova dell’esistenza del…

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Mediazione immobiliare e diritto alla provvigione

Cass. Civ., 10 Aprile 2020, n. 7781, Ord., Rel. Dott A. Cosentino Mediazione – Provvigione – Conclusione dell’affare – Nozione – Proposta irrevocabile d’acquisto – Diritto alla provvigione – Esclusione (art. 1755 c.c.) [1] Il diritto del mediatore alla provvigione sorge quando l’affare è concluso, ossia quando, tra le parti poste in relazione dal mediatore medesimo, si sia costituito un vincolo giuridico che abiliti ciascuna di esse ad agire per la esecuzione specifica del negozio, nelle forme di cui all’art. 2932 c.c., ovvero per il risarcimento del danno derivante dal mancato conseguimento del risultato utile del negozio programmato. Va, invece, escluso il diritto alla provvigione qualora tra le parti non sia stato concluso un “affare” in senso economico-giuridico, ma si…

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Gli appalti privati nell’art. 103 del decreto Cura-Italia: la legislazione speciale con il Covid-19

La pandemia di Covid-19 ha colto tutti di sorpresa e ha, ovviamente, riflessi – anche pesanti – sui contratti pendenti. Il nostro legislatore ha pensato di introdurre una disposizione speciale (l’art. 103 comma 2-ter d.l. n. 18 del 2020) in tema di appalti privati. La norma prevede una proroga automatica dei termini di inizio e di fine lavori, proroga comprensibile per la difficoltà (se non l’impossibilità) di effettuare i lavori durante la pandemia. L’art. 103 decreto Cura-Italia stabilisce però anche che i lavori già eseguiti debbano essere immediatamente pagati. La regola aiuta gli appaltatori, in grave crisi con il Coronavirus, ma rischia di creare problemi finanziari ai committenti, obbligati a pagare subito quanto – in base al contratto – avrebbero…

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La concessione in godimento di un immobile non è affitto di azienda se manca l’organizzazione di un complesso di beni produttivi

Cass. civ., sez. III, 17 febbraio 2020, n. 3888 – Pres. Uliana – Rel. Cricenti Parole chiave: Concessione in godimento di immobile – Presenza di beni accessori – Vincolo di interdipendenza e accessorietà – Complesso produttivo unitariamente considerato – Assenza di organizzazione – Affitto di azienda – Insussistenza – Locazione [1] Massima: Il giudice, nel valutare se un contratto debba essere qualificato come locazione di immobile od affitto di azienda (o di un ramo di essa), deve, in primo luogo, verificare se i beni oggetto di tale contratto fossero già organizzati in forma di azienda; in caso di esito positivo dell’indagine, egli è tenuto, quindi, ad accertare se le parti abbiano inteso trasferire o concedere il godimento del complesso organizzato…

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Affitto di azienda e inibitoria dell’incasso degli assegni dati a garanzia nell’emergenza da Covid-19

Tribunale di Rimini, 25 maggio 2020 Parole chiave Affitto d’azienda – Pagamento dell’affitto – Deposito cauzionale – Incasso degli assegni – Inibitoria Massima In tema di contratti di affitto d’azienda, nel caso in cui l’affittuario si trovi in difficoltà nel pagare gli affitti a causa della pandemia di Covid-19 e delle misure di contenimento imposte dal Governo, il giudice può inibire in via d’urgenza l’incasso degli assegni rilasciati dall’affittuario all’affittante a garanzia del pagamento degli affitti. Disposizioni applicate Art. 1460 c.c. (eccezione d’inadempimento) e art. 2562 c.c. (affitto dell’azienda) CASO Viene concluso un contratto di affitto di azienda avente a oggetto un hotel. A causa dellla pandemia di Covid-19, l’hotel rimane chiuso e non riesce a ottenere incassi. La circostanza…

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Rapporti contrattuali in crisi: casi e riflessioni

La situazione Sopravvenuta impossibilità oggettiva ed eccessiva onerosità, forza maggiore, presupposizione, inadempimenti incolpevoli e quindi risoluzioni, recessi, annullamenti, disdette, riduzione ad equità e rinegoziazioni, etc.: sono le questioni sul tavolo di molti avvocati, professionisti, imprenditori. L’effettiva utilizzabilità di questi rimedi per demolire o manutenere un contratto “entrato in crisi da Covid-19” è però tutta da stabilire ed anzi – per chiarire sin da subito un aspetto cruciale su cui tornerò a breve – è da stabilire calandosi nel caso concreto e cioè analizzando con attenzione fatti ed antefatti, comportamenti e dichiarazioni, etc. al fine di distinguere l’inadempimento incolpevole dall’inadempimento malizioso. Si tratta di un tema che certamente continuerà ad occupare un posto di rilievo nei prossimi mesi: dopo la riapertura…

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Responsabilità medica ed emergenza sanitaria

Nel presente contributo, premessa una breve disamina circa l’applicazione giurisprudenziale della legge 8 marzo 2017, n. 24 (c.d. legge Gelli-Bianco) e più in generale delle norme in materia di responsabilità medica, ci si interroga su come l’attuale situazione di emergenza sanitaria che sta colpendo l’intero paese potrà essere valutata nelle già ventilate cause di risarcimento danni da malpractice medica relative a fatti connessi all’infezione da Covid-19. L’applicazione giurisprudenziale della legge 8 marzo 2017, n. 24 (c.d. legge Gelli-Bianco). A poco più di tre anni dalla sua entrata in vigore, la nuova disciplina della responsabilità medica introdotta con la legge 8 marzo 2017, n. 24 (conosciuta come legge Gelli-Bianco), oltre ad essere oggetto di numerosi contributi dottrinali, comincia a trovare applicazione…

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