Obbligazioni e contratti

La vendita sottocosto è concorrenza sleale solo se integra abuso di posizione dominante

Cass. civ., sez. I, 7 febbraio 2020, n. 2980 – Pres. Scotti – Rel. Nazzicone Parole chiave: Concorrenza sleale – Vendita sottocosto – Posizione dominante sul mercato – Necessità – Finalità predatorie – Insussistenza [1] Massima: La vendita sottocosto, quale condotta integrante la cosiddetta concorrenza parassitaria, costituisce illecito solo se viene posta in essere da un’impresa che ricopra una posizione dominante sul mercato e sia praticata con finalità predatorie, avendo, anche solo potenzialmente, l’effetto di rafforzare tale posizione in direzione monopolistica. Disposizioni applicate: cod. civ., art. 2598; d.lgs. 114/1998, art. 15; d.P.R. 218/2001, artt. 1, 2 e 3. CASO Una società adiva il Tribunale di Milano, lamentando che una sua concorrente aveva commesso atti di concorrenza sleale cosiddetta parassitaria, consistenti…

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Il trust interno – II Parte

In merito all’ammissibilità del trust interno occorre evidenziare, in ultima battuta, che il trust presenta analogie e differenze con istituti affini come il fondo patrimoniale ex artt. 167 ss c.c., la fondazione ex artt. 14 ss c.c. e il negozio fiduciario. Per quanto attiene al rapporto con il fondo patrimoniale: Il fondo patrimoniale è un istituto tipico del diritto di famiglia che ha come scopo specifico quello di vincolare determinati beni (immobili, mobili registrati, titoli di credito) al soddisfacimento dei bisogni familiari; il trust, invece, è un istituto, mutuato dal sistema di common law, avente struttura e funzione atipica, che può adattarsi a varie esigenze, tra cui quella inerente ai bisogni della famiglia. Entrambi gli istituti sono caratterizzati dall’esistenza di…

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La Cassazione ribadisce le differenze tra contratto autonomo di garanzia e fideiussione

Cass. civ. sez. I, 21 gennaio 2020, n. 1186 – Pres. Bisogni – Rel. Amatore [1-2] Obbligazioni e contratti – Garanzia personale – Contratto autonomo di garanzia – Fideiussione – Differenze – Eccezioni – Clausola di pagamento a prima richiesta e senza eccezioni – Accessorietà – Exceptio doli – Ripetizione dell’indebito [1] “ […] il contratto autonomo di garanzia (cd. Garantievertrag), espressione dell’autonomia negoziale ex art. 1322 cod. civ., ha la funzione di tenere indenne il creditore dalle conseguenze del mancato adempimento della prestazione gravante sul debitore principale, che può riguardare anche un fare infungibile (qual è l’obbligazione dell’appaltatore), contrariamente al contratto del fideiussore, il quale garantisce l’adempimento della medesima obbligazione principale altrui (attesa l’identità tra prestazione del debitore principale…

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Inadempiente il promittente venditore che non sia proprietario del bene alla scadenza del termine per la stipula del contratto definitivo

Cass. civ., sez. II, 16 gennaio 2020, n. 787 – Pres. Manna – Rel. Tedesco  Parole chiave: Contratto preliminare di compravendita – Cosa non di proprietà del promittente venditore – Acquisto della proprietà successivamente alla scadenza del termine per la stipula del contratto definitivo – Clausola risolutiva espressa – Facoltà per il promittente venditore di avvalersene – Insussistenza [1] Massima: Il promittente venditore che non sia proprietario del bene promesso in vendita né al momento della conclusione del preliminare, né alla scadenza del termine fissato per la stipula del contratto definitivo, non può avvalersi della clausola che preveda la risoluzione di diritto del contratto in caso di mancato rispetto del termine fissato per la stipula del definitivo.   Disposizioni applicate:…

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Il trust interno – I Parte

Il trust è un istituto di derivazione anglosassone, disciplinato dalla Convenzione dell’Aja del 1° luglio 1985, per mezzo del quale un soggetto disponente (settlor) trasferisce uno o più beni ad un soggetto fiduciario (trustee) che si obbliga a gestirli nell’interesse di un terzo (beneficiary) o per il conseguimento di uno scopo determinato e ulteriore specificatamente espresso. Il trust si configura come una fattispecie negoziale complessa e unitaria all’interno della quale possono isolarsi due negozi: il primo attributivo/traslativo con cui il settlor (disponente) trasferisce i beni oggetto del trust al trustee oppure, trattenendo la titolarità dei beni, li vincola ad una destinazione specifica; il secondo istitutivo con il quale si designa il trustee quale amministratore e gestore del patrimonio a lui…

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Revocabilità dell’atto costitutivo del vincolo di destinazione ex art. 2645 ter c.c.: natura unilaterale e gratuita dell’atto di destinazione

Cass. civ. Sez. Terza Sent., 13/02/2020, n. 3697, Pres. Vivaldi, Est. Tatangelo Atto di destinazione di un bene ex art. 2645 ter c.c. – Natura, di regola, unilaterale e gratuita – Presupposti – Contestuale destinazione di propri beni per le esigenze altrui – Revocatoria -Pregiudizio per i creditori [1] L’atto di semplice destinazione di un bene (senza il trasferimento della proprietà dello stesso) alla soddisfazione di determinate esigenze, ai sensi dell’art. 2645 ter c.c., costituisce, di regola, un negozio unilaterale – non perfezionandosi con l’incontro delle volontà di due o più soggetti, ma essendo sufficiente la sola dichiarazione di volontà del disponente – e a titolo gratuito, in quanto di per sé determina un sacrificio patrimoniale da parte del disponente,…

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L’inquadramento giuridico delle lettere di patronage

Cass. civ. sez. I, 9 dicembre 2019, n. 32026 – Pres. De Chiara – Rel. Fidanzia [1] Obbligazioni e contratti – Lettera di patronage c.d. forte – Patronnant – Promessa del fatto del terzo – Fideiussione – Differenze – Inadempimento – Impegno ad eseguire la prestazione [1] “In tema di “patronage” qualora il “patronnant” si limiti a promettere che il patrocinato farà fronte alle proprie obbligazioni, pur in presenza di una lettera di patronato cd. forte, egli non assume anche l’impegno di eseguire personalmente la prestazione, come avviene nella promessa del fatto del terzo dove, in caso di inadempimento, il promittente è obbligato ad indennizzare il creditore, mentre quando il patrocinatore abbia assunto l’impegno direttamente e debba quindi adempiere l’obbligazione…

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La c.d. nullità virtuale deve essere riconosciuta solo in via residuale

Cass. civ. Sez. Terza Sent., 15/01/2020, n. 525, Pres. Armano, Est. Cricenti Nullità virtuale – Violazione norme imperative – Criterio residuale [1] In tema di cd. nullità virtuale, la violazione di disposizioni inderogabili concernenti la validità del contratto è suscettibile di determinarne la nullità unicamente ove non sia altrimenti stabilito dalla legge. Pertanto, questo esito va escluso sia quando risulti indicata una differente forma di invalidità sia ove la legge assicuri l’effettività della norma imperativa con la previsione di rimedi diversi. Disposizioni applicate Art. 1418 c.c. CASO La ricorrente agiva in giudizio per chiedere la risoluzione del contratto di compravendita di un immobile per inadempimento dell’acquirente, il quale non avrebbe provveduto al pagamento del prezzo. L’acquirente si costituiva eccependo di aver…

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La condotta imprudente del beneficiario della garanzia può liberare il fideiussore dalla propria obbligazione

Cass. civ., sez. III, 12 dicembre 2019, n. 32478 – Pres. Vivaldi – Rel. Sestini Parole chiave: Contratto di appalto – Polizza fideiussoria a garanzia dell’inadempimento dell’appaltatore – Pagamento del saldo del corrispettivo nonostante la presenza di vizi e difetti – Condotta lesiva degli interessi del fideiussore – Sussistenza – Domanda di pagamento proposta dal committente garantito – Rigetto – Legittimità [1] Massima: Gli obblighi di correttezza e di buona fede che permeano la vita del contratto impongono alla parte garantita di salvaguardare la posizione del proprio fideiussore, con la conseguenza che la loro violazione non consente l’esercizio di pretese nei confronti del garante, nella misura in cui la sua posizione sia stata aggravata dal garantito. Disposizioni applicate: cod. civ.,…

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Vendita di beni di consumo e difetto di conformità: il consumatore può esperire l’azione risarcitoria in via autonoma qualora i rimedi primari di cui all’art. 130 Cod. Cons. siano impossibili o eccessivamente onerosi

Cass. civ. Sez. Seconda Sent., 20/01/2020, n. 1082, Pres. Manna, Est. Tedesco Vendita beni di consumo – Consumatore – riparazione o sostituzione impossibile o eccessivamente onerosa – Domanda di risarcimento danno [1]In tema di vendita di beni di consumo affetti da vizio di conformità, ove la riparazione o la sostituzione risultino, rispettivamente, impossibile ovvero eccessivamente onerosa, va riconosciuto al consumatore, benché non espressamente contemplato dall’art. 130, comma 2, cod. consumo, ed al fine di garantire al medesimo uno standard di tutela più elevato rispetto a quello realizzato dalla Direttiva n. 44 del 1999, il diritto di agire per il solo risarcimento del danno, quale diritto attribuitogli da altre norme dell’ordinamento, secondo quanto disposto dall’art. 135, comma 2, del cod. consumo. Disposizioni applicate…

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