PROCEDURA E DIRITTO CIVILE
L’adempimento indiretto dell’obbligazione naturale
Abstract Con la locuzione adempimento indiretto dell’obbligazione naturale si intende quel meccanismo che consente l’assunzione di un’obbligazione giuridica su fondamento di una naturale tale per cui, adempiendo direttamente l’obbligazione giuridica, indirettamente si adempierà l’obbligazione naturale. Sebbene la questione sia ancora dibattuta, attualmente l’orientamento maggioritario della giurisprudenza e della dottrina non ammette l’adempimento indiretto dell’obbligazione naturale basandosi sulla lettera dell’art 2034 c.c. che esclude espressamente che dalle obbligazioni naturali possano scaturire altri effetti se non quello della soluti retentio. *** Gli obblighi morali e sociali assumono rilevanza per il diritto solo quando siano giuridicizzati, ossia quando, a prescindere dalla loro natura, vengano ad essere considerati veri e propri obblighi giuridici. Tuttavia, in alcuni casi e in via eccezionale, il dovere morale…
Continua a leggere...Overruling in senso estensivo dei poteri processuali di parte e inammissibilità della rimessione in termini
Cass., Sez. Un., sent., 12 febbraio 2019, n. 4135 Pres. Mammone – Rel. Lamorgese Procedimento civile – Interpretazione giurisprudenziale delle norme processuali – Sopravvenuto mutamento (c.d. overruling) in senso estensivo dei poteri di parte – Rimessione in termini – Inammissibilità (C.p.c. artt. 153, 829; d. lgs. 2 febbraio 2016, n. 40, art. 27) [1] La rimessione in termini per causa non imputabile, in entrambe le formulazioni che si sono succedute nel tempo (artt. 184-bis e 153 c.p.c.9), non è invocabile in caso di errori di diritto nell’interpretazione della legge processuale, pur se determinati da difficoltà interpretative di norme nuove o di complessa decifrazione, in quanto imputabili a scelte difensive rivelatesi sbagliate, come quella di non impugnare il lodo per errori…
Continua a leggere...Inopponibilità al fallimento del decreto ingiuntivo opposto, quando manca una declaratoria di estinzione definitiva del giudizio di opposizione prima dell’apertura del fallimento
Cassazione civile, Sez. I, Sentenza 26 febbraio 2019, n. 5657. Pres. Didone, Estensore Vella Fallimento ed altre procedure concorsuali – Formazione dello stato passivo – Opposizione allo stato passivo – Credito fondato su decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo opposto – Cancellazione dal ruolo della causa di opposizione per inattività delle parti – Mancata riassunzione – Estinzione – Definitività del decreto ingiuntivo – Non sussiste – Mancata dichiarazione dell’estinzione dell’opposizione prima del fallimento – Inopponibilità al fallimento. CASO Il ricorrente, già dipendente di Alfa s.r.l., otteneva dal Tribunale del Lavoro di Oristano decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo ex art. 642 c.p.c. per il pagamento delle competenze vantate nei confronti della società. Il decreto ingiuntivo era stato opposto dalla società, ma la causa di…
Continua a leggere...Omessa informativa del medico e danno da lesione del diritto di autodeterminazione del paziente: la Cassazione ammette il risarcimento automatico
Cass. civ., Sez. III, 15 maggio 2018, n. 11749, ord. – Pres. Armano – Rel. Spaziani Responsabilità Civile – Professionisti – Attività medico-chirurgica – Responsabilità medica – Obbligo di acquisire il consenso informato – Violazione – Lesione del diritto all’autodeterminazione – Autonoma risarcibilità – Sussistenza – Necessità di prova specifica – Esclusione [1] In caso di violazione, da parte del medico chirurgo, dell’obbligo di acquisire il consenso informato, se si allega un danno alla salute, il paziente deve dimostrare, anche tramite presunzioni, che, ove debitamente informato, avrebbe verosimilmente rifiutato l’intervento, mentre una siffatta prova specifica non è necessaria ai fini dell’autonoma risarcibilità del danno da lesione del diritto all’autodeterminazione, che corrisponde allo sviluppo di circostanze connotate da normalità e all’id…
Continua a leggere...Ruolo e funzioni del Consiglio di condominio: ognuno al suo posto!
Cass. Civ., VI-2 Sez. Civ., Ordinanza n. 7484 del 15 Marzo 2019. Pres. Pasquale D’Ascola, Rel. Consigliere Antonio Scarpa Art. 1130-bis c.c. – Art. 1135 c.c. – Art. 1136 c.c. – Art. 1137 c.c. – Art. 2697 c.c. Legge 11 Dicembre 2012 n. 220 Art. 100 c.p.c. – Art. 366 c.p.c. – Art. 369 c.p.c. “ Il comma 2 dell’art. 1130- bis, introdotto dalla legge 11 dicembre del 2012, n. 220, consente all’assemblea di nominare, oltre all’amministratore, un consiglio di condominio composto da almeno tre condomini negli edifici di almeno dodici unità immobiliari. La stessa norma precisa che il consiglio di condominio ha “unicamente funzioni consultive e di controllo”, essendo l’organo votato a garantire una più efficiente e trasparente tutela…
Continua a leggere...La revocazione per scoperta di nuovi documenti
Come è noto l’art. 395, n. 3 c.p.c. consente la revocazione della sentenze “se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell’avversario”, con ciò mirando a mettere il giudice della revocazione nella condizione di valutare il fatto sulla base di un panorama istruttorio che il giudice a quo, a causa di un evento sottratto alla sfera di controllo delle parti, aveva conosciuto in modo incompleto (e dunque, a differenza dell’“errore” previsto dal successivo n. 4, il motivo in esame non presuppone un vizio nel ragionamento del giudice). La giurisprudenza ha arricchito lo scarno dato positivo richiedendo, in primo luogo,…
Continua a leggere...Nel giudizio di falso la prova della falsità del documento deve essere univoca ed allegata dal querelante
Cass., Sez. Seconda, Ord., ud. 14 novembre 2018, 24.01.2019, n. 2126 Prova – onere della prova – querela di falso (cod. civ., art. 2697) [1] Nel giudizio di falso, sia esso proposto in via incidentale o principale, la prova della falsità del documento deve essere univoca e fornita dal querelante. CASO La sig.ra M.G., nel giudizio di opposizione a sanzione amministrativa per violazione del Codice della Strada dinanzi al Giudice di Pace, deduceva l’apocrifia della sottoscrizione della relata di notifica del verbale di accertamento della violazione e, a tal fine, proponeva dinanzi al Tribunale di Piacenza querela di falso. Il Tribunale adito, disposta la C.T.U., rilevava che non era appurata l’autenticità o l’apocrifia della sottoscrizione e, pertanto, respingeva la domanda…
Continua a leggere...Erronea dichiarazione del terzo pignorato: modalità di impugnazione e limiti della modifica della dichiarazione già resa
Cass. civ. Sez. III, Sent., (ud. 18-04-2018) 26-02-2019, n. 5489- Pres. Vivaldi, Rel. Rubino MASSIMA In tema di espropriazione presso terzi, il terzo pignorato che si avveda dell’erroneità della dichiarazione resa ai sensi dell’art. 547 c.p.c. può farla valere mediante opposizione agli atti esecutivi, ai sensi dell’art. 617 c.p.c., avverso l’ordinanza di assegnazione del credito emessa ex art. 553 c.p.c., a condizione che abbia tempestivamente emendato, mediante revoca o rettifica, la dichiarazione ritenuta affetta da errore e il giudice dell’esecuzione abbia, ciò non di meno, disposto l’assegnazione. CASO Il Ministero dell’Ambiente e tutela del Territorio ed i principali enti territoriali campani avevano sottoscritto un accordo di programma con la società (OMISSIS) per la realizzazione di un piano di completamento della…
Continua a leggere...Caso fortuito e art. 2051 cod. civ.: il problema della prevedibilità
Cass. civ., Sez. VI-3, Ord., 23 gennaio 2019, n. 1725 – Pres. Frasca – Rel. Graziosi Parole chiave: Responsabilità per i danni da cosa in custodia – caso fortuito ex art. 2051 cod. civ. – prevedibilità In tema di responsabilità per i danni da cosa in custodia di cui all’art. 2051 cod. civ., perché si configuri il caso fortuito idoneo ad elidere il nesso causale tra il danno e la cosa e, quindi, ad escludere la responsabilità del custode, non è sufficiente verificare la non conoscibilità ex post di determinati fattori pericolosi occorsi (nella specie lo sversamento di cera sull’asfalto) e la tempestività degli eventuali interventi riparatori successivi volti a neutralizzarli, ma occorre pure indagare se detti fattori fossero ragionevolmente…
Continua a leggere...La tutela delle luci e vedute e il rispetto delle distanze tra fabbricati
Corte di Cassazione – Seconda sez. civile – Ordinanza n.04834/2019 Condominio – rapporti di vicinato – luci e vedute – pareti finestrate – balconi – distanza tra edifici – art.9 d.m. n.1444/1968 – art. 873 c.c. “…la giurisprudenza di questa Corte ha costantemente ribadito che, poiché nella disciplina legale dei “rapporti di vicinato” l’obbligo di osservare nelle costruzioni determinate distanze sussiste solo in relazione alle vedute, e non anche alle luci, la dizione “pareti finestrate” contenuta in un regolamento edilizio che si ispiri all’art. 9 del d.m. n.1444 del 1968 – il quale prescrive nelle sopraelevazioni la distanza minima di dieci metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti – non potrebbe che riferirsi esclusivamente alle pareti munite di…
Continua a leggere...- PRECEDENTE
- 1
- 2
- …
- 100
- 101
- 102
- …
- 185
- 186
- SUCCESSIVO