PROFESSIONE E STUDIO DIGITALE
Studi legali tra passato e futuro. Da chi dipende il lieto fine?
Un tempo c’era l’avvocato libero professionista con il proprio studio e la propria clientela. Il lavoro duro avrebbe portato all’affermarsi del “nome”, quantomeno nel proprio ambiente, e la clientela fidelizzata, insieme al passaparola, avrebbero fatto la loro parte nel rappresentare il “tesoretto” professionale. Gli anni sono trascorsi e le generazioni si sono succedute, mantenendo a lungo questo trend. Alla fine degli anni ’90 le Law Firm portano in Italia un nuovo modello di business professionale, accompagnato da un tessuto economico e sociale in veloce cambiamento, sospinto dalle novità tecnologiche. La professione con il nuovo millennio è entrata in crisi sotto diversi punti di vista: competizione, appeal verso i giovani, organizzazione, digital transformation, crisi economica, relazione con la clientela. Il 2008…
Continua a leggere...I sistemi di legal tech per l’avvocato
Con il termine Legal Tech, secondo l’omonimo dizionario curato dal prof. Ziccardi, si identificano gli “applicativi e soluzioni tecnologiche, specialmente sotto forma di software, dedicati a digitalizzare, automatizzare, razionalizzare o semplificare attività e processi nell’ambito delle professioni legali”. La definizione lascia immediatamente intendere come le tecnologie che possono essere ricondotte all’interno della definizione sono moltissime; per una catalogazione efficace è possibile suddividerle in alcuni filoni: la gestione dei flussi di lavoro, il Machine Learning e l’intelligenza artificiale vera e propria. Un primo concetto fondamentale è dunque quello di workflow, ovvero letteralmente “flusso di lavoro”, o più specificatamente “gestione dei processi lavorativi” nell’ottica dell’automazione totale o parziale di un processo dello studio (o dell’ufficio) legale. Nel campo legale, così come in…
Continua a leggere...Comunicazione: aspettativa contro realtà
Avete presente quando fate un ordine online; non vedete l’ora che arrivi, ma non appena aprite il pacco, consegnato dal corriere e lo indossate, venite pervasi da una sensazione di profonda delusione e nel giro di 5 minuti rimpacchettate tutto e contattate l’azienda per effettuare il reso lamentandovi animatamente della scarsa qualità di quanto ricevuto. Ora, in alcuni casi può anche essere così; ma altrettante volte, se non la gran parte, non è il prodotto a mancare di qualità, ma è la nostra aspettativa di esso ad essere sopravvalutata. Poniamo il caso che abbiate ordinato un abito di seta con gonna al ginocchio, lo avete visto sul sito web della griffe che vi piace e ve ne siete innamorate. Il…
Continua a leggere...Sostenibilità: nuova reportistica e comunicazione
Lo scorso 10 novembre il Parlamento europeo ha adottato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ossia la direttiva contenente le nuove regole di reportistica della sostenibilità, voluta per definire le responsabilità e gli obblighi a cui saranno tenute le imprese rispetto alla regolare divulgazione di informazioni sull’impatto sociale e ambientale da loro prodotto. L’intento di questo sforzo è chiaro: la rendicontazione obbligatoria è un sistema decisamente efficace per spingere le imprese ad occuparsi del tema della sostenibilità e a farlo in modo trasparente, affidabile e onesto -visto che la direttiva prevede anche un intervento di assurance da parte di revisori esterni. La direttiva segna una svolta rispetto alla precedente Non Financial Reporting Directive (NRFD) del 2014 non solo perché ne…
Continua a leggere...La tempestività del deposito telematico nel processo civile riformato
Come noto il decreto legislativo n. 149 del 2022 ha introdotto una profonda riforma del rito civile e di alcuni istituti ad esso collegati, come la mediazione e la negoziazione assistita. L’intervento riformatore ha dato altresì al Legislatore l’occasione di importare all’interno del codice di procedura civile anche le norme espressamente dedicate al deposito telematico, che sono state collocate tra le disposizioni di attuazione dello stesso. Complice anche il generale obbligo di deposito a mezzo PEC previsto dalla novella si può pertanto affermare la trasmissione telematica degli atti è diventata la modalità ordinaria di deposito, talché non ha più senso parlare di PCT come di un’entità o di strumenti staccati dal rito ordinario. In questo contesto è interessante esaminare il…
Continua a leggere...Comunicare per settori
Nei piani di comunicazione degli studi professionali spesso e volentieri, nella costruzione di essi ci si basa su un profondo autoreferenzialismo; ci si concentra sulla propria natura, nel valorizzare le proprie eccellenze, nell’autocelebrazione dei successi, nel costruire, insomma, un “discorso” che ruota sempre su sé stessi. Non dico che questo non sia corretto, è giusto valorizzare le proprie competenze e rendere partecipe il mercato della propria essenza. Ma nella pianificazione e messa a terra di un piano di comunicazione, ciò che non andrebbe mai trascurato o lasciato al caso, è il destinatario del messaggio: A chi ci rivolgiamo? A chi vogliamo arrivare? E se i destinatari dei nostri messaggi sono i nostri clienti o possibili tali, allora è bene porsi…
Continua a leggere...Il processo civile telematico che verrà: la rivoluzione nascosta tra le pieghe dei nuovi riti
In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo di riforma del processo civile, è possibile iniziare a ragionare sulle novità in tema di processo telematico. A tal proposito il primo aspetto rilevante da considerare è quello dell’obbligatorietà del deposito telematico di atti e provvedimenti, che troverà piena applicazione già a decorrere dal 1° gennaio 2023 al fine di non creare vuoti normativi con la disciplina ora vigente, frutto della legislazione emergenziale. La vera novità di queste disposizioni riguarderà il giudizio di Cassazione, per il quale vige ora un regime di facoltatività per il deposito di ogni atto del processo, che verrà appunto soppiantato dall’obbligatorietà. L’aspetto più rilevante della riforma, però, non è questo e non lo sono neppure…
Continua a leggere...Track record: sono davvero utili a posizionarsi sul mercato?
Prendendo spunto da un dibattito che ho letto tra i post di Linkedin, tra alcuni professionisti della comunicazione legale, nel quale ci si poneva l’interrogativo se i track record fossero realmente utili a delineare la caratura di uno studio/professionista o se al contrario fossero, invece, uno specchietto per le allodole per acchiappare “ingenui” clienti, come una sorta di fishing, senza detenere realmente le opportune competenze; credo sia opportuno, come sempre, fare un po’ di chiarezza e definire i termini della questione. Molti studi hanno la buona abitudine, a mio avviso, di corredare i propri siti internet, le proprie presentazioni ai clienti, con la descrizione di alcuni track record (indicando quindi le operazioni/le assistenze che hanno effettuato). Ma c’è un ma….
Continua a leggere...Marketing: valore aggiunto e sostenibilità
Le resistenze al cambiamento fanno riflettere: d’altra parte siamo figli di un’epoca che ha creduto e alimentato un sistema economico basato sul consumo, sulla crescita sfrenata e sullo sfruttamento senza regole delle risorse. In questo contesto vendere e quindi prima ancora creare le condizioni per farlo erano attività essenziali: marketing e comunicazione giocavano un ruolo fondamentale godendo e scontando per primi -gioie e dolori- del successo o dell’insuccesso di questa o quella trovata, di questa o quella campagna. Il concetto di “valore aggiunto” sembra essere sempre stato nella sua essenza più profonda in antitesi piena con il marketing, a cui si è imputata per anni la capacità di arrivare a creare esigenze e bisogni laddove un prodotto o un servizio…
Continua a leggere...La riforma della mediazione telematica: le novità previste dalla riforma Cartabia
La prossima emanazione del Decreto legislativo di riforma del processo civile apporterà un profondo ripensamento della mediazione svolta per via telematica, che ad oggi si regge sul precario impianto disegnato al momento dello scoppio della pandemia da COVID-19 dall’art. 83, comma 20-bis, d.l. 18 del 2020 e che naturalmente risente di tutte le problematiche legate alla situazione emergenziale e della necessità di creare un sistema il cui fine principale era far sì che i soggetti della procedura non si dovessero incontrare in presenza. Con il provvedimento in questione sono stati così introdotti ad esempio poteri di autentica in favore dei difensori, pensando ovviamente a quelle parti (soprattutto private) che, prive della firma digitale, avevano come unica possibilità quella di stampare…
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