FAMIGLIA E SUCCESSIONE

Le nuove unioni civili di cui alla legge 76/2016 e la comparazione con il modello matrimoniale

Il dibattito sulla modalità di tutela delle unioni omosessuali e delle coppie di fatto è stato, come noto, molto serrato. A fronte delle numerose richieste di celebrazione di matrimonio o di trascrizione di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 138 del 2010, ha ritenuto costituzionalmente legittime le norme che consentono il matrimonio solo tra persone dello stesso sesso. Secondo la Corte, rientra nella piena discrezionalità del Parlamento individuare forme di garanzia, basate sull’art. 2 della Costituzione – che tutela le formazioni sociali tra cui rientrano le coppie di fatto – di riconoscimento delle unioni tra persone omosessuali. Tuttavia il riconoscimento di tutela alle unioni omosessuali, quali formazioni sociali non forniva una…

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Il rapporto tra institutio ex re certa e divisione del testatore

  L’articolo 588 cod. civ. stabilisce, al primo comma, un criterio di interpretazione oggettivo sul quale si fonda la distinzione tra eredità e legato, a seconda che vi sia stata o meno l’attribuzione dell’universalità o di una quota dei beni del testatore. Il secondo comma fissa, invece, un criterio di interpretazione soggettivo: l’indicazione di beni determinati o di un complesso di beni non esclude che la disposizione sia a titolo universale, quando risulta che il testatore ha inteso assegnare quei beni come quota del patrimonio. L’institutio ex re certa è, dunque, caratterizzata dal fatto che la quota attribuita al beneficiario non viene stabilita direttamente dal testatore, ma diviene determinabile solo a posteriori, in relazione al valore dei beni assegnati, rispetto…

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La separazione della coppia di conviventi: i nuovi diritti di cui alla legge n. 76/2016

Fino ad oggi non esisteva, dopo la fine dell’unione di fatto, una qualche forma di solidarietà tra i conviventi. Un certo tipo di tutela era stato riconosciuto dalla giurisprudenza, secondo cui i doveri morali e sociali, derivanti dalla formazione sociale costituita dalla convivenza, incidenti sui rapporti di natura patrimoniale, escludono il diritto del convivente di ripetere le eventuali attribuzioni patrimoniali effettuate nel corso o in relazione alla convivenza (Cass. Civ. 15 maggio 2009, n. 11330, Cass. Civ. 13 marzo 2003 n. 3713 e Cass. Civ.  22 gennaio 2014 n. 1277). Con la legge n. 76/2016 che regola le unioni civili omosessuali e le convivenze di fatto (sia tra persone di sesso diverso sia tra persone dello stesso sesso), il legislatore…

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Separazione personale tra coniugi di nazionalità diversa e responsabilità genitoriale: la giurisdizione si scinde se il minore risiede all’estero

Cass., sez. un., 7 settembre 2016 n. 17676 Giurisdizione civile – Responsabilità genitoriale – Provvedimenti sulla potestà genitoriale – Giurisdizione – Residenza abituale del minore – Rilevanza (l. 31 maggio 1995, artt. 3,32; Regolamento CE 27 novembre 2003, n. 2001, artt. 3, 4, 8, 12).  [1] In caso di separazione giudiziale di un cittadino italiano e di una cittadina inglese, al giudice italiano spetta unicamente la giurisdizione relativa alla domanda di separazione giudiziale, mentre le domande inerenti l’affidamento ed il mantenimento del figlio minorenne, stabilmente residente nel Regno Unito, sono devolute in via esclusiva alla giurisdizione inglese, qualora sia mancata l’accettazione da parte della convenuta della giurisdizione italiana.  CASO [1] Proposto ricorso da parte di un cittadino italiano per ottenere…

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La clausola arbitrale testamentaria

  L’uso e l’interpretazione della clausola arbitrale testamentaria rimane, ancora oggi, uno dei più discussi e articolati istituti in materia successoria. Si tratta della facoltà riconosciuta al testatore qualora volesse inserire una clausola in virtù della quale si prevede che eventuali controversie successorie vengano risolte mediante il procedimento arbitrale. Sulla questione si sono sollevati diversi dibattiti. Parte della dottrina infatti risulta essere a favore dell’inserimento della clausola arbitrale nel testamento anche se una minoritaria corrente difende l’inammisibilità delle clausole. Diversi autorevoli autori si sono occupati dell’istituto (Bonilini, Campagnolo, Festi), la stessa Corte di Cassazione si è espressa con riguardo alla questione di legittimità. Per meglio comprendere la complessità dell’istituto si riporta un esempio pratico: Tizio, nel corso della sua vita,…

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Legato d’azienda

Il Legato d’azienda è tuttora uno degli istituti che maggiormente è capace, in materia successoria , di dividere Dottrina dalla Giurisprudenza. Molte sono le correnti che hanno attraversato la storia del diritto positivo in materia, ma mai più di oggi il thaema confutando è stato di maggiore attualità. Una disposizione mortis causa a titolo particolare può avere ad oggetto un complesso aziendale. Una delle problematiche iniziali è dunque sulla scelta di quali siano le regole da applicare in tema di cessione d’azienda. Se per la successione dei contratti e dei crediti sembra che non ci siano questioni di speciale difficoltà da affrontare applicandosi l’art. 2558 c.c., di non altrettanta intuitività appare l’aspetto debitorio. Ai sensi dell’art. 2560 c.c. colui che…

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L’accrescimento nella successione legittima e testamentaria

  L’accrescimento in generale Il codice civile, prima di rinviare all’applicazione delle regole della successione ab intestato (e sempre che non trovino applicazione gli istituti della rappresentazione e sostituzione ordinaria), disciplina, all’art. 674, il c.d. accrescimento, in forza del quale la quota originariamente destinata ad uno dei coeredi, che non voglia o non possa accettare l’eredità, si espande in capo agli altri. Tradizionalmente (si veda anche la Relazione preliminare al codice civile), si riteneva che la ratio dell’istituto risiedesse nella presunta volontà del testatore: se costui avesse saputo che uno dei chiamati non sarebbe venuto alla successione, avrebbe disposto a favore degli altri. Altri rinvengono la ratio dell’istituto nella solidarietà della vocazione. Ciascuno dei coeredi sarebbe potenzialmente chiamato per l’intero,…

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La Cassazione ribadisce le condizioni per la modifica dell’assegno divorzile

Cass., sez. VI-1, 19 luglio 2016, n. 14734 Pres. Ragonesi – Est. Mercolino Matrimonio – Divorzio – Assegno – Revisione – Condizioni  (l. 1 dicembre 1970, n. 898, Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio, art. 5, 9)  [1] La revisione delle condizioni stabilite dalla sentenza di divorzio deve rappresentare il risultato di una valutazione comparativa delle rispettive situazioni economico-patrimoniali degli ex coniugi e non una mera presa d’atto della sopravvenienza di circostanze incidenti sul patrimonio o sul reddito di uno o di entrambi. CASO [1] Con decreto emesso il 21 gennaio 2014, il Tribunale di Foggia aveva accolto la domanda di riduzione dell’assegno mensile posto a carico dell’ex coniuge della ricorrente dalla sentenza di divorzio, pronuncia in seguito parzialmente…

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Sulla rappresentanza processuale del minore la Cassazione fa il punto

Cass., Sez. VI-1, 8 Giugno 2016, n. 11782 Pres. Finocchiaro – Est. Amendola Procedimento civile – Procedimento di adozione – Minore – Difesa tecnica – Necessità (L. 4 maggio 1983, n. 184, artt. 8, ult. comma, 10, comma 2; c.p.c. art. 354) [1] Nel procedimento volto all’accertamento dello stato di adottabilità del minore, quest’ultimo deve essere presente allo stesso in qualità di parte. Ne consegue che al minore deve essere assicurata assistenza legale in ogni stato e grado del giudizio, a pena di nullità dell’intero procedimento e conseguente rimessione della causa al primo giudice, ex art. 354 c.p.c. Il caso In una intricata vicenda relativa all’adozione di un minore, il Tribunale dei Minorenni di Milano dichiarava lo stato di adottabilità del…

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Il «diritto» all’ascolto del minore nel processo civile

Abstract Il d. leg. 154/2013, nel quadro della riforma della filiazione preannunciata dalla l. 219/2012, segna l’ultima tappa di un articolato percorso evolutivo – affiancato altresì da una intensa produzione giurisprudenziale – che dalla mera facoltà per il giudice di ascoltare il minore ha ad oggi consacrato l’ascolto come un vero e proprio diritto del minore, non solo nella  fase fisiologica del rapporto genitoriale, ma anche nella fase patologica di crisi della famiglia legittima e di fatto. E’, dunque, acquisito come diritto vivente il riconoscimento di una nuova dignità del figlio, non più inteso come «oggetto di tutela» ma come «titolare di diritti soggettivi perfetti, autonomi e azionabili».   Il tema dell’ascolto del minore per lungo tempo affidato a molteplici…

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