FAMIGLIA E SUCCESSIONE

La presunzione legale relativa di residenza è applicabile al trust?

Come noto, la Legge 296/2006 (finanziaria per il 2007) ha incluso i trust tra i soggetti passivi Ires, novellando l’articolo 73 del Tuir che contiene i requisiti territoriali per determinare la residenza fiscale. Per espressa disposizione normativa, le società, gli enti ed i trust sono considerati residenti in Italia, quando per la maggior parte del periodo d’imposta (183 giorni) hanno radicato la sede legale o la sede dell’amministrazione o l’oggetto principale nel territorio dello Stato. Il legislatore, per contrastare gli arbitraggi fiscali e l’utilizzo elusivo del trust, normalmente previsto quale strumento di segregazione patrimoniale, ha introdotto nel nostro ordinamento tributario specifiche presunzioni legali relative, che pongono in capo al soggetto di diritto estero l’onere di dimostrare di essersi realmente stabilito…

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L’accettazione di eredità ed il perfezionamento del beneficio di inventario

Cassazione Civile, Sezione II, sentenza n. 9514 del 12 aprile 2017 “Nel caso di accettazione con beneficio d’inventario, liberamente scelta dalla persona fisica, il mancato assolvimento dell’onere di far luogo all’inventario nei termini e modi di legge produce l’effetto, escluso il perfezionamento della procedura di legge, dell’accettazione pura e semplice; nel mentre nel caso che l’accettazione con beneficio d’inventario costituisce l’unico modo di accettazione previsto dalla legge, come nel caso in esame avente ad oggetto una eredità devoluta a persona giuridica, il mancato perfezionamento del modulo legale non può che importare il non conseguimento dello agognato status di erede”. La sentenza epigrafata invita ad una breve analisi della natura giuridica e della struttura dell’accettazione con beneficio di inventario. Sotto il…

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Trust nel diritto di famiglia

Il Trust familiare La sottospecie del trust familiare Il trust nel contesto delle norme codicistiche Il divieto ex art. 166-bis cod. civ. Il trust quale convenzione matrimoniale atipica L’applicabilità all’atto costitutivo di un trust fra coniugi degli artt. da 162 a 166 cod. civ. Il trust e i limiti di cui agli artt. 160 e 161 cod. civ. Il trust unilaterlamente istituito su beni in regime di comunione legale o convenzionale Il trust congiuntamente istituito dai coniugi su beni in regime di comunione legale Il trust adoperato con riferimento a beni oggetto di comunione convenzionale tra i coniugi Trasferimenti di beni e diritti e regimi matrimoniali del trustee e del beneficiario   Trust e Fondo Patrimoniale Le affinità fra il…

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Reversibilità e assegno divorzile

La pensione di reversibilità è il beneficio previdenziale riconosciuto ai superstiti nel caso di morte del lavoratore assicurato o pensionato. Il legislatore disconosceva il trattamento di reversibilità in capo al coniuge superstite quando fosse passata in giudicato la sentenza di separazione personale con addebito. La Corte costituzionale intervenne con la sentenza n. 286 del 28 luglio 1987, dichiarando l’illegittimità costituzionale della disposizione. In seguito si pronunciò anche la Cassazione riconoscendo, anche al coniuge separato con addebito, il diritto a percepire la pensione di reversibilità, originariamente solo nel caso in cui il coniuge fosse titolare di assegno alimentare. In seguito, con una serie di pronunce (sentenza n. 6684 del 21 gennaio – 19 marzo 2009, e n. 4555 del 25 febbraio…

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Rapporti patrimoniali della coppia matrimoniale, dei componenti dell’unione civile e dei conviventi

PROGRAMMA: I regimi patrimoniali durante il matrimonio e l’unione civile omosessuale La comunione legale: i beni rientranti nella comunione e l’amministrazione dei beni comuni Lo scioglimento e la divisione La comunione convenzionale Diritto al mantenimento nella separazione e nel divorzio Presupposti e accertamenti sul reddito, patrimonio, tenore di vita e capacità lavorativa Il mantenimento una tantum e la valenza della rinuncia all’assegno La decorrenza degli assegni di mantenimento e la modificabilità o revoca Trasferimenti di diritti reali nella separazione e nel divorzio e altri accordi di tipo economico; I diritti dei conviventi Definizione di conviventi Permanenza nella casa di comune residenza e successione nella locazione La cessazione della convivenza e la tutela del convivente debole Il diritto agli alimenti ex…

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Sull’intervento del terzo nel procedimento divorzile e sulla ripartizione dell’onere della prova in materia di contributo al mantenimento per il figlio maggiorenne

Trib. Torino 26 settembre 2016 [1] MATRIMONIO – CESSAZIONE EFFETTI CIVILI – INTERVENTO VOLONTARIO DEL FIGLIO MAGGIORENNE – AMMISSIBILITA’ (Cod. civ., art. 337 septies; cod. proc. civ. artt. 105, 268 c.p.c.). [2] MATRIMONIO – CONTRIBUTO AL MANTENIMENTO DEL FIGLIO MAGGIORENNE – INDIPENDENZA ECONOMICA – INVERSIONE ONERE DELLA PROVA (Cod. civ., artt. 337 septies, 2697 e 2729). [1] Il figlio maggiorenne non ancora economicamente indipendente può intervenire nel processo di divorzio tra i genitori per chiedere che sia posto a carico del genitore non collocatario l’obbligo di versare direttamente a sé un assegno per il proprio mantenimento. [2] L’onere della prova dell’indipendenza economica raggiunta dal figlio maggiorenne grava sul genitore che chiede l’azzeramento del contributo al mantenimento e può essere soddisfatto…

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La ricorribilità in Cassazione del decreto di affidamento dei figli nati fuori dal matrimonio

Il mantenimento e l’affidamento del figlio nato nel matrimonio sono decisi nell’ambito del processo di separazione o di divorzio che si svolge nelle forme di un giudizio a cognizione piena, disciplinato dettagliatamente dalle norme del codice di procedura civile (artt. 706 e seg. c.p.c.) e dalle norme processuali sul divorzio. Il giudizio sull’affidamento e il mantenimento dei figli nati da convivenze di fatto, segue un rito diverso, quello del giudizio in camera di consiglio di cui agli artt. 737 e seg. c.p.c. La legge di riforma della filiazione (l. n. 219/2012) ha unificato le competenze giurisdizionali, investendo il tribunale ordinario di una competenza generale in materia di affidamento e mantenimento dei figli, a prescindere dal fatto che i minori siano…

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Amministrazione di sostegno ed interruzione del processo civile

Trib. Torino 24 ottobre 2016 Interruzione del processo – Perdita della capacità processuale – Interdizione, Inabilitazione, Amministrazione di sostegno – Potere rappresentativo generale (Cod. proc. civ., art. 300) [1] A seguito della nomina di un amministratore di sostegno di una parte costituita in un processo, occorre verificare se, per l’oggettiva estensione dei poteri rappresentativi attribuiti all’amministratore (e della speculare riduzione dell’autonomia di gestione del beneficiario), l’adozione della misura imponga al giudice di interrompere il processo nel momento in cui tale circostanza sia stata comunicata in udienza o notificata alle altre parti. CASO [1] A fronte del provvedimento di nomina dell’amministratore di sostegno da parte del Giudice Tutelare, veniva richiesta l’interruzione del processo dal difensore della parte beneficiaria. SOLUZIONE [1] Il…

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Tutela del minore e attribuzione di nuovi diritti

PROGRAMMA La riforma della filiazione (L. 219/2012 e D. Lgs. 154/2013) Principio dell’unicità dello stato di figlio e conseguenti modifiche legislative Esercizio della responsabilità genitoriale e diritto alla bigenitorialità Casi di affidamento esclusivo o collocazione prevalente al padre L’alienazione genitoriale: quando un genitore denigra la figura dell’altro genitore Il principio del best interest del minore e sue applicazioni giurisprudenziali recenti Il divieto di spostamento unilaterale della residenza dei figli minori La tutela del rapporto con i nonni (casi e sentenze CEDU) Nuovi diritti e figure: il rapporto con il genitore sociale o di intenzione del figlio nato da PM Il diritto del figlio alla continuità affettiva e al riconoscimento del legame con altri soggetti di cui alla legge n. 173/2015…

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I limiti al mantenimento una tantum nella separazione

Il pagamento di una somma a titolo di mantenimento corrisposta nell’ambito di un accordo separativo mirato a riequilibrare le capacità reddituali dei coniugi, non mette al riparo da una successiva richiesta di mantenimento in sede divorzile. Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza, gli accordi che riguardano il futuro assegno di divorzio, sono invalidi sia per indisponibilità del diritto alla corresponsione dell’assegno (per la sua natura prevalentemente alimentare), sia per illiceità della causa, in quanto volti a limitare in maniera espressa o indirettamente, la libertà di difendersi in un futuro giudizio di divorzio. La rinuncia al diritto all’assegno di mantenimento si scontra con il dovere inderogabile, ai sensi dell’art. 143 c.c. e 160 c.c., di solidarietà coniugale. I coniugi, infatti, possono…

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