SOCIETÀ E FALLIMENTO

I vizi della dichiarazione di voto sulla proposta di accordo di composizione della crisi possono essere sanati retroattivamente

Trib. Termini Imerese ord. 1 giugno 2017 n. 10594 [1] Procedure concorsuali – Accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento – Raggiungimento dell’accordo – Sanabilità della dichiarazione di voto. (l. 27 gennaio 2012 n.3, disposizioni in materia di usura e di estorsione nonché di composizione della crisi da sovraindebitamento, art. 11).   [2] Procedure concorsuali – Accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento – Raggiungimento dell’accordo – Obblighi di buona fede – Conseguenze. (l. 27 gennaio 2012 n.3, disposizioni in materia di usura e di estorsione nonché di composizione della crisi da sovraindebitamento, art. 11; Cod.civ. art. 1175). [1] Nel procedimento di accordo di composizione della crisi, i vizi della dichiarazione di voto possono essere sanati retroattivamente. [2] Nel procedimento…

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Il documento CNDCEC sul Modello 231

Il nuovo documento “Principi di redazione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/2001” elaborato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), in collaborazione con la Fondazione Nazionale dei Commercialisti e reso noto lo scorso 7 luglio, nasce dall’esigenza di offrire una risposta a coloro che sono impegnati in questa materia quali consulenti esterni incaricati di redigere il Modello organizzativo oppure chiamati in sede giudiziaria a valutarne l’idoneità e la concreta attuazione. Sebbene, infatti siano già trascorsi ben quindici anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. 231/2001 sulla Responsabilità amministrativa degli enti, il medesimo ancora oggi “continua a rappresentare un tema di estrema attualità, attese le numerose modifiche eseguite dal catalogo degli illeciti che ne determinano l’insorgere” nonché il…

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Clausole di intrasferibilità partecipazioni

A seguito della riforma del diritto societario del 2004, sono legittime nell’ambito delle S.r.l. le clausole che sanciscono in maniera tassativa il divieto assoluto di circolazione della partecipazione del socio. Tale possibilità deve essere tuttavia valutata attentamente soprattutto per le conseguenze che possono crearsi in capo alla società. Infatti, l’articolo 2469, comma 2, dopo aver sancito la passibilità di introdurre nello statuto tali clausole, dispone che in tal caso “il socio o i suoi eredi possono esercitare il diritto di recesso ai sensi dell’articolo 2473”. Si badi bene che tale diritto spetta ad nutum, ossia può essere esercitato in qualsiasi momento e da qualsivoglia socio, non essendo necessaria la presenza di atti o delibere alle quali il socio non abbia aderito. Ciò costituisce indubbiamente un forte deterrente all’introduzione di clausole…

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Il sequestro ai sensi del Codice antimafia su tutto il patrimonio della società non impedisce la dichiarazione di fallimento

Cass. civ., sez. I, 12 gennaio 2017, n. 608, Pres. Nappi; Est. Ferro; PM. Russo [1] Procedure concorsuali – Misure di prevenzione patrimoniali – Dichiarazione di fallimento – Ammissibilità. (r.d. 16 marzo 1942 n.267, disciplina del fallimento, art. 5, 6, 16, 18, 118, 119; d.leg. 6 settembre 2011, n. 159, Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, art. 20, 63).   [2] Procedure concorsuali – Fallimento – Mancanza di attivo – Dichiarazione di fallimento – Ammissibilità. (r.d. 16 marzo 1942 n.267, disciplina del fallimento, art. 5, 6, 16, 18, 118, 119,121; d.leg. 6 settembre 2011, n. 159, Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, art. 20, 63). [1] Non sussiste alcuna incompatibilità fra procedura fallimentare e…

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D.Lgs. 254/2016 – Dichiarazioni di carattere non finanziario e Modello 231

Il D.Lgs. 30 dicembre 2016 n. 254, in attuazione della Direttiva 2014/95/UE, introduce nel nostro ordinamento l’obbligo per determinati enti di redigere per ogni esercizio finanziario una dichiarazione di carattere non finanziario volta ad “assicurare la comprensione dell’attività di impresa, del suo andamento, dei suoi risultati e dell’impatto dalla stessa prodotta”, avente ad oggetto temi ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani ed alla lotta contro la corruzione attiva e passiva. Gli enti in tal senso obbligati sono gli “enti di interesse pubblico” indicati all’art. 16 co. 1, D.Lgs. 39/2010 (società italiane emittenti valori mobiliari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati italiani e dell’UE, banche, imprese di assicurazione e riassicurazione) ove superino il limite dimensionale di 500…

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La confisca deve essere proporzionata al profitto

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 12653/16 torna nuovamente a pronunciarsi sul quantum di profitto confiscabile in capo all’ente che sia ritenuto responsabile penalmente, ai sensi dell’art.5 del D.Lgs. n.231/01, per i reati commessi nel suo interesse o vantaggio dai soggetti apicali o da coloro sottoposti all’altrui direzione o vigilanza. L’art. 19 del citato decreto prevede, infatti, che “nei confronti dell’ente è sempre disposta, con la sentenza di condanna, la confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato. Sono fatti salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede”. Nel secondo comma il Legislatore ha inoltre previsto che “quando non è possibile eseguire la confisca a norma del comma 1 la stessa può avere ad…

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La giurisprudenza di Cassazione sulle sportive

Dalla lettura di due recenti sentenze della sezione quinta della Corte di Cassazione (sentenze n. 6934/2017 e n. 7629/2017), in materia di disciplina fiscale applicabile alle società e associazioni sportive dilettantistiche, emergono alcuni aspetti che meritano qualche considerazione aggiuntiva. Nella prima sentenza (Cassazione 6934/2017) la fattispecie concreta è molto diffusa: trattasi di associazione che gestisce una palestra alla quale, in sede di accertamento, viene disconosciuta la natura “istituzionale” dei proventi riscossi dagli associati con il conseguente recupero dell’Iva non versata. La Commissione tributaria provinciale confermava la natura “commerciale” del provento ma: “sul presupposto che dall’imponibile accertato dovesse scorporarsi l’Iva inclusa nei corrispettivi percepiti e che andasse detratta l’Iva addebitata a titolo di rivalsa, rideterminava in diminuzione l’imposta dovuta e le sanzioni”. Sulla decisione sostanzialmente confermativa della Commissione regionale ricorreva…

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L’impugnazione del credito tempestivamente ammesso da parte del creditore tardivo

Cass. civ., sez. I, 4 aprile 2017, n. 8869- Pres. Didone – Rel. Terrrusi – P.M. Soldi (diff.) Fallimento ed altre procedure concorsuali – accertamento del passivo –conflitto tra creditori – impugnazione dei crediti tempestivamente ammessi – creditore tardivo – proponibilità – termine semestrale di cui all’art. 327 c.p.c. – applicabilità L’impugnazione di un credito tempestivamente ammesso a favore di un terzo può essere proposta dal creditore tardivo – contestualmente alla dichiarazione tardiva del suo credito, ove si sia in presenza di situazioni soggettive tra loro in conflitto – entro sei mesi dalla dichiarazione di esecutività dello stato passivo delle domande tempestive, in applicazione analogica dell’art. 327 c.p.c., salva la mancata conoscenza del processo fallimentare, della cui prova il creditore…

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Lo sport e l’assenza di scopo di lucro

Fino al 1996 (più precisamente con l’entrata in vigore dell’articolo 4 del D.L. 485/1996 convertito con la L. 586/1996) tutte le associazioni e società sportive, sia dilettantistiche che professionistiche, dovevano rigidamente rispettare il principio della assenza di scopo di lucro o, più correttamente, dell’obbligo di reinvestire tutti gli utili prodotti (divieto di lucro soggettivo ma non oggettivo). Dalla citata novella alla L. 91/1981 per le società sportive professionistiche è stato eliminato l’obbligo della natura non profit che ha prodotto anche lo “sbarco” in borsa di alcune di queste. Il mondo del dilettantismo, invece, fino ad oggi, ha sempre difeso strenuamente questa natura. La principale motivazione si lega al fatto che si suppone che la crescita possa avvenire, in mancanza di remunerazione dei capitali investiti e, quindi, con la difficoltà a reperirne di…

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Il giudice dell’opposizione agli atti esecutivi ha il potere – dovere di acquisire il fascicolo del processo esecutivo

Cass. civ., Sez. VI, 25 gennaio 2017, n. 1919 – Pres. Amendola – Rel. Frasca [1] Opposizione agli atti esecutivi – Disponibilità delle prove – Fascicolo dell’esecuzione – Acquisizione – Fattispecie (cod. proc. civ., artt. 612, 617, 484, 488, 630, 115) [1] Nel giudizio di opposizione agli atti esecutivi il giudice ha il potere – dovere di acquisire il fascicolo del processo esecutivo: è pertanto illegittimo il rigetto della opposizione sulla base della mancata produzione in giudizio, da parte dell’opponente, degli atti e dei documenti inerenti la procedura esecutiva. CASO [1] Il giudice dell’esecuzione presso il tribunale di Napoli – Sezione distaccata di Portici – con ordinanza dichiarava l’estinzione di una procedura esecutiva e rigettava l’istanza di parte procedente di…

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