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La ripartizione della giurisdizione in relazione alle liti catastali
Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 2950/2016dirimono una lite tra privati concernente l’accertamento della titolarità di alcune porzioni immobiliari chiarendo come opera il riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice tributario con particolare riferimento alle materie devolute alla cognizione del giudice speciale ex art.2 del D.Lgs. n.546/92. Con un’articolata impugnazione due privati comproprietari di un appartamento, un box e due cantine convenivano in giudizio dinanzi al Tribunale Civile di Roma la proprietaria di altre unità immobiliari site nel medesimo condominio allo scopo di ottenere una sentenza accertativa circa la titolarità delle rispettive porzioni immobiliari, denunciando, tra l’altro, anche l’erronea identificazione catastale delle unità controvertite, conseguentemente chiedendo al giudice adito che ordinasse agli Enti preposti, tra i quali l’Agenzia del territorio, di operare correzioni e rettifiche catastali di vario genere…
Continua a leggere...La determinazione delle quote di partecipazione agli utili degli studi professionali
Uno degli argomenti più dibattuti nella governance degli studi professionali è quello della determinazione delle quote di partecipazione agli utili. Non c’è professionista al mondo che non si senta di dover percepire una quota maggiore di quella che sta attualmente fruendo dallo studio al quale collabora stabilmente o del quale è associato. Si tratta con ogni probabilità di un corollario del teorema secondo il quale tutti gli esseri umani credono di essere intelligenti sopra la media. E la definizione delle quote di spartizione è l’incubo di tutti i promotori e managing partners, che temono di avere persone demotivate, di scatenare guerre intestine o addirittura di dover ricominciare daccapo dopo l’ennesima diaspora professionale. A ogni dipartita, elegantemente definita spin off per mascherare dietro un dito le opposte…
Continua a leggere...Studioleaks
La riservatezza è da sempre uno dei requisiti più importanti per l’esercizio di qualsiasi professione. Dal medico al notaio, dal commercialista all’avvocato, dal consulente del lavoro al geometra, tutti gestiscono dati riservati che appartengono ai clienti, ai loro cari, ai loro collaboratori o alle loro controparti. E d’altro canto, la curiosità dei terzi è sempre in agguato. In farmacia la vecchina ipocondriaca che è in fila dietro di noi ne sa sempre una più del farmacista e non perde occasione per trasfonderci la sua saggezza. C’è sempre un medicinale migliore di quello che ci è stato prescritto o un sintomo che abbiamo sottovalutato. Altro che sanità pubblica, noi abbiamo quella sociale. Nel tempo la riservatezza professionale è stata oggetto…
Continua a leggere...Consilium interruptus
Il lavoro consulenziale di ogni professionista può essere logicamente scomposto in unaserie di fasi. Una fase iniziale, ricognitiva, destinata a capire sommariamente la situazione e ad emettere un preventivo. Una fase di analisi, volta a rilevare in profondità i problemi del cliente. Una fase diagnostica, volta a definirli. Una fase di risoluzione dei problemi vera e propria. Che si tratti di un consulto medico o di progettare una villetta a schiera, di predisporre un ricorso civile o di elaborare un’operazione straordinaria aziendale, il processo di consulenza rimane più o meno lo stesso. Spesso, una volta giunto alla risoluzione del problema il professionista la comunica frettolosamente al cliente e poi scompare nel turbinio dei propri impegni. E così, gran parte…
Continua a leggere...Processo Telematico Tributario: cosa cambia dal 1° dicembre 2015
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto 4 agosto 2015 del Ministero dell’Economia e Finanze, recante le specifiche tecniche previste dall’art. 3, comma 3, del regolamento recante la disciplina dell’uso di strumenti informatici e telematici nel processo tributario, il cosiddetto processo telematico tributario (PTT) ha compiuto il passo decisivo per la definitiva entrata in vigore.Il regolamento in questione costituisce il punto di arrivo di un costrutto normativo che parte dall’articolo 39, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 (convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111), passa per il decreto ministeriale n. 163 del 23 dicembre 2013 (recante il regolamento sulla disciplina dell’uso di strumenti informatici e telematici nel processo tributario) e termina con…
Continua a leggere...Ci penserò domani
La riluttanza al cambiamento è particolarmente conclamata nei professionisti italiani. Credo di aver conosciuto poche categorie di persone così intimamente conservatrici e refrattarie a ogni tipo di mutamento e innovazione, soprattutto quelli di carattere organizzativo e di comunicazione. Ogni anno svolgo decine e decine di seminari sul management e il marketing degli studi professionali, ai quali partecipano svariate migliaia di professionisti. Scrivo articoli su testate multimediali e cartacee e presto consulenza ormai praticamente a tempo pieno presso gli studi professionali. Molti professionisti, tuttavia, continuano a rifiutare a priori le idee che espongo. Quando escono dai convegni dopo aver annuito e sorriso a denti stretti per i siparietti che adduco a mo’ di esempio, si smarcano adducendo che in ogni caso il loro studio è…
Continua a leggere...Gestire il tempo o farsi gestire
Mai come oggi i professionisti sentono la necessità di utilizzare al meglio la risorsa scarsa per antonomasia, che è il loro tempo. Svolgiamo tutti professioni che divorano il tempo. Al finir della giornata, infatti, c’è sempre il cliente che ha bisogno della parola in più, il fascicolo da riguardare, la circolare da approfondire. Ci sono poi le pratiche che sembrano semplici ma a mezza via ti accorgi che avevi soltanto toccato la punta di un iceberg. E a quel punto ti tocca affrontarle fino in fondo. Per esercitare una attività professionale è quindi fondamentale gestire il proprio tempo. Non sarà mai un discorso risolutivo ma piuttosto una lotta continua con il destino per cercare di ottimizzare la gestione concomitante di una pluralità…
Continua a leggere...Succede solo da Mc Donald’s ?
Il calo dei margini e la necessità di stare sul mercato con una clientela che non tollera ulteriori aumenti di costo ci spinge a rivedere costantemente l’organizzazione dello studio, con la nuova ottica dell’efficienza. Il personale degli studi crede che in realtà la nuova ventata di fordismo in campo organizzativo dipenda soltanto dall’avidità dei titolari e dalla loro incapacità di trovare clienti redditizi. In realtà le professioni sono state vittime di una tempesta perfetta: il percorso normativo che ci ha portati dal decoro al mercato è stato accompagnato dalla più profonda crisi economica dalla seconda guerra mondiale in poi. È troppo facile dare la colpa ai titolari dello studio perché anche il personale ha la sua dose di responsabilità. In ogni…
Continua a leggere...Delego ergo sum
Una delle incombenze più delicate per un professionista è quella di delegare una pratica o parte di essa a un collaboratore o dipendente. Il professionista avveduto predispone il fascicolo da delegare e attende il momento più propizio per trasferirlo sulla scrivania del collaboratore o dipendente. Meglio forse attardarsi, e aspettare che tutti se ne siano andati dallo studio. Attenzione in particolare alla signora delle pulizie, che potrebbe fare la spia! Anche del nuovo praticante, che sovente si ferma qualche ora in più, c’è davvero poco da fidarsi. Quando non c’è più nessuno in studio e il campo è finalmente libero, il professionista, con fare furtivo, percorre il corridoio per introdursi nella stanza del contumace delegato. Lo scopo, del tutto evidente, è quello…
Continua a leggere...Il contratto psicologico
Tutte le persone che collaborano con lo studio sono legate da un rapporto contrattuale, magari anche non scritto e soltanto di fatto. I soci sono reciprocamente vincolati dal patto societario o associativo, i collaboratori da un contratto continuativo di lavoro autonomo, i dipendenti da un contratto di lavoro dipendente, i praticanti da un contratto di tirocinio. Per il mestiere che facciamo, sappiamo tutti che la carta si lascia scrivere e che nella realtà le cose possono essere completamente diverse da quanto pattuito o messo ufficialmente nero su bianco. E così abbiamo dipendenti che sono più responsabili di un socio e che, ad esempio, non lascerebbero mai un lavoro a metà anche se questo comporta lunghe ore di straordinario presso lo studio….
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