PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Spese di lite nel giudizio tra condominio e condomino. Nulla la delibera condominiale che le pone anche a carico del condomino-controparte

Cass. civ., 23 gennaio 2018, n. 1629 – Pres. Mazzacane – Est. Scarpa Condominio – Comunione – Diritti reali -­ Assemblea dei condomini – Delibere condominiali -­ Azioni giudiziarie ­- Rappresentanza giudiziale del condominio ­- Spese giudiziali – Giudizio tra condominio e condomino ­- Pagamento “pro quota” delle spese giudiziali -­ Invalidità di deliberazione assembleare (Cod. Civ., artt. 1132, 1101; Cod. Proc. Civ., art. 91) [1] In tema di condominio negli edifici, è nulla per impossibilità dell’oggetto la deliberazione dell’assemblea che, con riferimento ad un giudizio che veda contrapposti il condominio ed un singolo condomino, ponga anche a carico di quest’ultimo, pro quota, l’obbligo di contribuire alle spese sostenute dallo stesso condominio per il compenso del difensore o del consulente…

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Le prove illecite: il problema della loro utilizzabilità nel processo civile

Premessa Poco meno di due anni fa, la Sesta sezione della Suprema Corte (Cass. – ord. – 8 novembre 2016, n. 22677) si è espressa sulla delicata questione relativa all’utilizzabilità delle prove di origine illecita nel processo civile. Nella specie, nel corso di un giudizio di separazione, uno dei coniugi aveva prodotto in giudizio files audio, con relativa traduzione giurata, già di proprietà dell’altro coniuge ritenuta utile al fine di decidere in ordine all’affidamento dei figli. La Cassazione ha stabilito che, pur in assenza di una norma nel codice di rito civile della stessa portata dell’art. 191 c.p.p., che sanziona con l’inutilizzabilità le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge, il materiale probatorio sottratto in maniera fraudolenta alla…

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Le opposizioni esecutive sono devolvibili ad arbitri?

Cass. civ., Sez. III, 30 marzo 2018, n. 7891 (ordinanza) – Pres. Vivaldi – Rel. D’Arrigo Esecuzione forzata – Opposizione all’esecuzione – Opposizione agli atti esecutivi – Clausola arbitrale – Questione di competenza (c.p.c. artt. 615, 617, 806) [1] La clausola con la quale le parti rimettono alla decisione degli arbitri qualsiasi controversia nascente da un determinato rapporto giuridico può essere interpretata, con giudizio riservato al giudice di merito, come comprensiva anche della materia delle opposizioni all’esecuzione forzata, salvo che in essa non si controverta di diritti indisponibili. Viceversa, non possono in alcun caso essere decise dagli arbitri le opposizioni agli atti esecutivi, avendo queste ad oggetto la verifica dell’osservanza di regole processuali d’ordine pubblico e quindi di diritti di…

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Il decreto di trasferimento e la cancellazione delle formalità pregiudizievoli

Una volta riscontrato il regolare e tempestivo versamento del saldo ed escluse eventuali ipotesi di sospensione della vendita per ingiustizia del prezzo, il giudice è tenuto a trasferire l’immobile all’aggiudicatario, libero da vincoli pregiudizievoli, nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 586 c.p.c. Tuttavia diverse sono le eccezioni, normativamente previste alla cd. efficacia purgativa della vendita forzata, che limitano la cancellazione dei vincoli. Il carattere derivativo del trasferimento e la continuità delle trascrizioni. Se da una prospettiva meramente processuale il decreto di trasferimento rappresenta il momento conclusivo della fase di liquidazione, volta a convertire in denaro l’immobile espropriato, da un punto di vista sostanziale tale provvedimento consente di attribuire all’aggiudicatario lo stesso diritto di cui è titolare il debitore, ex art….

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Il rito c.d. Fornero e le conseguenze dell’omessa notifica del ricorso e del decreto di fissazione di udienza

Cass., Sez. IV, 12 aprile 2018, n. 9142; Pres. V. Di Cerbo, Rel. F. Amendola  Opposizione ex art. 1, comma 51, l. n. 92 del 2012 – Mancata notifica del ricorso e del decreto – Improcedibilità – Comunicazione del decreto di fissazione di udienza – Preventiva verifica – Necessità. (Cost., artt. 24, 111; cod. civ., artt., 2105, 2119, 2697; cod. proc. civ., artt. 112, 161, 181, 291, 353, 354, 360, 360 bis, 415, 435; l. n. 794/1942; l. n. 319/1980; l. n. 92/2012; l. n. 228/2012; d.P.R. n. 115/2002) [1] Nel giudizio di opposizione ex art. 1, commi 51 – 57, della l. n. 92 del 2012, il giudice non può sanzionare con l’improcedibilità l’omessa notifica del ricorso, sul rilievo…

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La chiamata in causa del terzo quale unico responsabile: dipendenza di cause e litisconsorzio processuale in fase di impugnazione.

Cass. civ., sez. I, 28 febbraio 2018 n. 4722 – Pres. Tirelli – Est. Valitutti Impugnazioni civili – Cause inscindibili – Chiamata in causa di terzo quale unico responsabile – Dipendenza di cause – Litisconsorzio processuale – Sussistenza (Cod. proc. civ. artt. 102, 106, 331). [1] In materia di procedimento civile, con la chiamata in causa del terzo quale unico responsabile si realizza un’ipotesi di dipendenza di cause, in quanto la decisione della controversia fra l’attore ed il convenuto, essendo alternativa rispetto a quella fra l’attore ed il terzo, si estende necessariamente a quest’ultima, sicché i diversi rapporti processuali diventano inscindibili, legati da un nesso di litisconsorzio necessario processuale (per dipendenza di cause o litisconsorzio alternativo) che, permanendo la contestazione…

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Sostituzione della delibera impugnata ed effetti sul processo: anche in materia condominiale vale l’art. 2377 c.c.

Cass. civ., Sez. II, ord., 6 aprile 2018, n. 8515 – Pres. Mazzacane – Rel. Casadonte Cessazione della materia del contendere – Condominio – Impugnazione delibera dell’assemblea – Sostituzione con altra delibera – Applicazione analogica dell’art. 2377, 8° comma, c.c. (Cod. civ., artt. 1137, 2377; C.p.c., art. 100) [1] Nel giudizio di impugnazione contro la delibera dell’assemblea condominiale l’adozione di una nuova delibera dal contenuto incompatibile con quella impugnata determina la cessazione della materia del contendere, in applicazione analogica dell’art. 2377, 8° comma, c.c. CASO  [1] Nel corso del giudizio promosso per l’annullamento di una delibera, l’assemblea condominiale ne adotta una nuova in sostituzione di quella impugnata – in particolare, l’impugnazione del condomino aveva ad oggetto l’invito a restituire un locale condominiale da lui adibito a…

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Non è titolo esecutivo europeo la decisione emessa senza la specifica indicazione dell’indirizzo dell’autorità giudiziaria cui proporre opposizione

Corte di giustizia dell’Unione Europea, Sez. VII, 28 febbraio 2018, n. 289/17 – Pres. Rosas – Rel. Toader Titolo esecutivo – Titolo esecutivo europeo – Credito non contestato – Debitore contumace – Requisiti minimi – Fattispecie (C.p.c., art. 474; Reg. CE n. 805/2004, artt. 3 – 17 – 18)  [1] Una decisione giudiziaria emessa senza che il debitore sia stato informato dell’indirizzo del giudice cui inviare la risposta, dinanzi al quale comparire o, eventualmente, presso il quale può essere proposto un ricorso avverso tale decisione, non può essere certificata come titolo esecutivo europeo. CASO [1] Tre diversi creditori presentavano le relative istanze di procedimento sommario d’ingiunzione di pagamento nei confronti dei rispettivi debitori innanzi al tribunale di primo grado della città di Tartu,…

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Sulla (ritrovata) proponibilità della domanda di equa riparazione in pendenza del procedimento presupposto

Corte cost. 26 aprile 2018, n. 88 [1] Diritti politici e civili – Ragionevole durata del processo – Domanda di equa riparazione – Pendenza del procedimento presupposto – Improponibilità – Illegittimità costituzionale – Sussiste (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, artt. 6, paragrafo 1°, 13; Cost., artt. 3, 111, 117; l. 24 marzo 2001, n. 89, art. 4) [1] L’art. 4 l. 89/2001, per come sostituito dall’art. 55, comma 1°, lett. d), d.l. 83/2012, convertito, con modificazioni, nella l. 134/2012, è incostituzionale nella parte in cui non prevede che la domanda di equa riparazione possa essere proposta in pendenza del procedimento presupposto. CASO [1] Con quattro ordinanze di analogo tenore (depositate, rispettivamente, in data…

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La sospensione cautelare del provvedimento di diniego della protezione internazionale nei diversi gradi del giudizio

Abstract La sospensione dell’efficacia del diniego della protezione internazionale è di regola un effetto automatico della proposizione del ricorso giurisdizionale. Nei casi in cui la sospensione non opera automaticamente può essere domandata dal ricorrente; se l’istanza viene respinta, il provvedimento cautelare non è impugnabile ma la domanda può essere reiterata. La disciplina della protezione internazionale pone all’operatore alcune difficoltà interpretative, anche a causa di una tecnica normativa non sempre impeccabile e della successione di norme che ridisegnano gli istituti. Come è noto, la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale si articola in due fasi: una amministrativa necessaria, che si conclude con decreto di accoglimento o di rigetto della domanda, e una giurisdizionale eventuale in caso di ricorso avverso il…

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