Diritto del Lavoro

Danno non patrimoniale da demansionamento

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 13 dicembre 2019, n. 32982 Demansionamento – Protratta inattività del lavoratore – Emarginazione – Danno risarcibile – Prova presuntiva del danno MASSIMA La prova del danno da demansionamento  può essere data dal lavoratore anche ai sensi dell’art. 2729 c.c., attraverso l’allegazione di elementi presuntivi gravi, precisi e concordanti, potendo a tal fine essere valutati la qualità e quantità dell’attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità coinvolta, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo la prospettata dequalificazione. COMMENTO La Corte d’appello, riformando parzialmente la sentenza di prime cure, condannava il datore di lavoro al risarcimento del danno non patrimoniale da demansionamento a favore del lavoratore appellante, liquidando tale danno…

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Domanda al Fondo di garanzia dell’Inps e termine di prescrizione

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 3 gennaio 2020, n. 32 Domanda Fondo di garanzia – Obbligazione previdenziale – Termine di prescrizione – Circolari Inps – Effetto derogatorio MASSIMA Il termine di prescrizione annuale entro cui avanzare la domanda al Fondo di garanzia dell’Inps per i crediti di lavoro diversi dal Tfr non subisce interruzioni dal perdurare della procedura fallimentare, iniziando a decorrere da quando viene dichiarato esecutivo lo stato passivo. Difatti le circolari dell’Inps non possono derogare alle disposizioni di legge, né influire sull’interpretazione delle medesime disposizioni, e ciò anche se si tratti di atti del tipo cosiddetto normativo, i quali restano comunque atti dl rilevanza interna all’organizzazione dell’ente  COMMENTO Un dipendente di società fallita richiedeva al fondo di garanzia costituito…

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Responsabilità solidale del committente con l’appaltatore di servizi

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 6 novembre 2019, n. 28517 Appalto di servizi – Riduzione unilaterale dell’orario di lavoro da parte dell’appaltatore – Crediti dipendenti – Natura risarcitoria – Responsabilità solidale MASSIMA In tema di responsabilità solidale del committente con l’appaltatore di servizi, la locuzione “trattamenti retributivi”, contenuta nell’art. 29, comma 2, del d.lgs. n. 276 del 2003, deve essere interpretata in maniera rigorosa, nel senso della natura strettamente retributiva degli emolumenti che il datore di lavoro è tenuto a corrispondere ai propri dipendenti, con conseguente esclusione delle somme liquidate a titolo di risarcimento del danno per illegittima unilaterale riduzione dell’orario lavorativo da parte del datore di lavoro. COMMENTO Una società committente di servizi di pulizia veniva condannata, quale responsabile in…

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I limiti dell’irretrattabilità dei risultati del processo esecutivo e l’estensibilità del principio del ne bis in idem al processo esecutivo

Corte di Cassazione, sez. III, sentenza del 13 novembre 2019, n. 29347 Esecuzione forzata di obblighi di fare – interpretazione dell’art. 612 c.p.c. – definitività dell’ordinanza – chiusura del procedimento esecutivo – preclusione ulteriore azionamento del titolo esecutivo – valutazione del giudice dell’esecuzione sulla consumazione del diritto di procedere esecutivamente CASO Con sentenza n. 29347 del 13 novembre 2019 la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza in merito all’operatività, o meno, del principio del ne bis in idem nel processo esecutivo e – nello specifico – in merito ai limiti della c.d. irretrattabilità dei risultati del processo esecutivo “definito”. Il caso deciso con la sentenza in commento prende le mosse da una opposizione all’esecuzione promossa ai sensi dell’art. 615 c.p.c….

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Contratto di lavoro a tempo determinato cessazione del rapporto prima della scadenza del termine

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 8 novembre 2019, n. 28931 Contratto a tempo determinato – Cessazione del rapporto – Prima della scadenza del termine nullo – Indennità ex art. 32 l. 183/2010 MASSIMA In tema di contratti di lavoro a tempo determinato, nelle ipotesi di cessazione del rapporto prima della scadenza del termine nullo, va escluso il riconoscimento, in favore del lavoratore che abbia conseguito la declaratoria di conversione in contratto di lavoro a tempo indeterminato, dell’indennità ai sensi dell’art. 32 l. 183/2010, poiché quest’ultima spetta solo per il periodo così detto “intermedio”, ossia compreso fra la scadenza del termine e la pronuncia del provvedimento con il quale il giudice abbia ordinato la ricostituzione del rapporto di lavoro. COMMENTO La Corte…

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E’ sproporzionato il licenziamento del dipendente che si difende dall’aggressione del sottoposto

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 novembre 2019, n. 29090 Licenziamento – Difesa personale – Diverbio e colluttazione – Recesso per giusta causa – Legittimità – Esclusione – Motivi MASSIMA In tema di licenziamento per giusta causa, è sproporzionato il licenziamento del dipendente che si difende dall’aggressione del sottoposto. Il diverbio sfociato in una colluttazione non legittima il recesso per giusta causa ma fa in ogni caso risolvere comunque il rapporto poiché, ai fini della proporzionalità tra addebito e recesso, rileva ogni condotta che – per sua gravità – possa scuotere la fiducia del datore di lavoro e far ritenere la continuazione del rapporto pregiudizievole agli scopi aziendali. COMMENTO Il caso sottoposto all’esame della Corte di Cassazione verteva su un licenziamento…

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Risarcimento del lavoratore in somministrazione in caso di licenziamento illegittimo

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 novembre 2019, n. 29105 Licenziamento – Somministrazione di lavoro – Illegittimità licenziamento – Ripristino status quo ante Massima Il lavoratore in somministrazione va risarcito in base alla retribuzione percepita presso l’utilizzatore se il licenziamento intimatogli è illegittimo. È escluso che il calcolo del risarcimento possa venir effettuato sulla base dell’applicazione dell’indennità di disponibilità poiché il ristoro deve ripristinare lo status quo ante rappresentato dallo svolgimento dell’effettiva attività. Commento Con la pronuncia in commento la Corte di Cassazione è intervenuta su un tema da tempo oggetto di dibattito, ovvero il criterio utile a parametrare e calcolare l’indennità risarcitoria di cui all’art. 18 L. 300/1970 nei casi in cui il licenziamento irrogato a seguito della procedura prevista…

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Parità di trattamento in materia di occupazione: la direttiva n. 78/2000/CE

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 12 novembre 2019, n. 29289 Licenziamento – Inidoneità fisica sopravvenuta – Malattia di lunga durata – Equiparazione alla disabilità – Condotta discriminatoria Massima La nozione di disabilità, anche ai fini della tutela in materia di licenziamento, deve essere ricostruita in conformità al contenuto della direttiva n. 78/2000/CE del 27 novembre 2000, sulla parità di trattamento in materia di occupazione, quindi quale limitazione, risultante in particolare da menomazioni fisiche, mentali o psichiche durature che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione della persona interessata alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori. Commento La Corte di Appello, riformando la pronuncia del Giudice di primo grado, dichiarava illegittimo…

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Mansioni e scelte imprenditoriali

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 14 novembre 2019, n. 29626 Difformità mansioni – Riconversione e ristrutturazione aziendale – Livello retributivo – Art. 2103 c.c. Massima L’art. 2103 c.c. sulla disciplina delle mansioni e sul divieto di declassamento va interpretato alla stregua del bilanciamento del diritto del datore di lavoro a perseguire un’organizzazione aziendale produttiva ed efficiente e quello del lavoratore al mantenimento del posto, con la conseguenza che, nei casi di sopravvenute e legittime scelte imprenditoriali, comportanti, tra l’altro, interventi di ristrutturazione aziendale, l’adibizione del lavoratore a mansioni diverse, anche inferiori, a quelle precedentemente svolte senza modifica del livello retributivo, non si pone in contrasto con il dettato del codice civile. Commento Nel caso de quo, il Giudice di prime cure,…

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Diritto del lavoratore all’inquadramento superiore

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 ottobre 2019, n. 25673 Lavoro subordinato – mansioni diverse da contratto – qualifica – diritto all’inquadramento superiore – condizioni  Massima L’assegnazione a mansioni diverse da quelle di assunzione determina il diritto del lavoratore all’inquadramento superiore di cui all’ art. 2103 c.c. anche quando le prime siano solo prevalenti rispetto agli altri compiti affidatigli, non richiedendo la predetta norma lo svolgimento di tutte le mansioni proprie della qualifica superiore, ma solo che i compiti affidati al lavoratore siano superiori a quelli della categoria in cui è inquadrato. Commento La Corte di appello confermava la decisione di primo grado, con la quale il Tribunale aveva condannato la società al pagamento, in favore del dipendente, di una somma…

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