DIRITTO E REATI SOCIETARI

La responsabilità oggettiva dell’amministratore di società appartenente ad un gruppo di imprese

Cassazione Civile, Sez. I, Ordinanza, 3 marzo 2021, n. 5795 Parole chiave: Società – Azione di responsabilità contro gli amministratori – Responsabilità dell’amministratore Massima: La responsabilità dell’amministratore di una società per inosservanza dei suoi obblighi di vigilanza sull’andamento della società e di attivarsi diligentemente per impedire il compimento di atti pregiudizievoli non è esclusa dall’appartenenza della società ad un gruppo di imprese, anche se l’amministratore sia rimasto di fatto estraneo alla gestione della società e abbia subito l’ingerenza di altri nella conduzione dell’impresa sociale o si sia limitato ad eseguire decisioni prese in altra sede. Disposizioni applicate: art. 2392 c.c., art. 2393 c.c., art. 2394 c.c., art. 2449 c.c. e art. 146 L.F. Nel caso di specie, il curatore fallimentare…

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La violazione degli obblighi organizzativi di cui all’art. 2086 c. 2° c.c. è qualificabile come una grave irregolarità nella gestione ai sensi dell’art. 2409 c.c.

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Ordinanza del 18 ottobre 2019 Parole chiave: Società di capitali – società per azioni – obblighi organizzativi – governance – gravi irregolarità – denuncia Massima: la condotta dell’amministratore che rilevi tempestivamente uno stato di crisi, senza tuttavia attivarsi con l’adozione di rimedi adeguati, non è in linea con gli obblighi organizzativi previsti dal novellato art. 2086 c. 2° c.c. ed è configurabile come una grave irregolarità ai sensi dell’art. 2409 c.c. In particolare, non soddisfa il suddetto obbligo l’amministratore che si limita alla mera ricerca di finanza esterna, ovvero alla mera valutazione della possibilità di cessione di alcuni rami aziendali, senza tuttavia predisporre un preciso piano industriale di ristrutturazione del debito….

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La legittimazione dell’associazione professionale all’insinuazione al passivo

Cassazione civile, Sezione VI – 1, Ordinanza n. 23489 del 27 ottobre 2020. Parole chiave: insinuazione al passivo – fallimento – professionista – associazione professionale – legittimazione attiva – Massima: ai fini della legittimazione dell’associazione professionale all’insinuazione al passivo, spetta al giudice di merito verificare se l’ordinamento interno e l’amministrazione dell’associazione professionale attribuiscano all’associazione stessa la legittimazione a stipulare contratti e ad acquisire la titolarità di rapporti, poi delegati ai singoli aderenti e da essi personalmente curati. Disposizioni applicate: articoli 36 c.c., 2751 bis n. 2 c.c. La controversia muove dal rigetto dei un’istanza di ammissione al passivo – avanzata da uno Studio legale romano per un credito concernente le prestazioni professionali svolte da alcuni Avvocati membri dello Studio –…

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Il reato di infedeltà patrimoniale è integrato anche se la condotta consiste nel compimento di atti a rilevanza civilista astrattamente leciti

Cass. pen. Sez. VI, sentenza (ud. 1 ottobre 2020) 16 ottobre 2020, n. 28831. Parole chiave: Società – Infedeltà patrimoniale – Estradizione Massima: “La condotta di infedeltà patrimoniale richiamata dall’art. 2634 c.c. si materializza in atti di disposizione, in sé astrattamente leciti, ma che assumono una rilevanza penale quando chi li compie si trovi in una posizione antagonista rispetto a quella della società, quale portatore di un interesse extrasociale.” Disposizioni applicate: artt. 2634, 2639 c.c. Il presente caso riguarda la richiesta di estradizione in uno Stato europeo di un cittadino italiano accusato del reato di infedeltà patrimoniale, qualificato ai sensi degli artt. 2634 e 2639 c.c.. Tale soggetto, infatti, abusando della propria qualità di direttore di una società privata e…

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La violazione del quorum deliberativo giustifica la sospensione, in via cautelare, dell’efficacia della delibera assembleare

Tribunale di Milano, Sez. Spec. Impresa, ordinanza 1° dicembre 2020 Parole chiave: Società a responsabilità limitata – Violazione del quorum deliberativo previsto dallo Statuto – Provvedimenti cautelari o conservativi – Periculum in mora Massima: “La violazione del quorum deliberativo statutario giustifica, sotto il profilo del periculum in mora, la sospensione della delibera adottata, in presenza di una compressione del diritto dei soci e della società ad essere gestiti da un organo amministrativo regolarmente nominato secondo legge e statuto.” Disposizioni applicate: art. 2386, comma 1, c.c., art. 2378 c.c., art. 2479 ter c.c. Nel caso di specie, la società Alfa S.r.l. (i) ha impugnato ai sensi degli articoli 2479 ter e 2378 c.c. la delibera assembleare assunta dalla Beta S.r.l. con…

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L’applicazione della clausola statutaria simul stabunt simul cadent non equivale a una revoca dall’incarico e, se applicata senza finalità abusive, non fa sorgere alcun diritto a favore dell’amministratore decaduto

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 2565 pubblicata il 24 aprile 2020. Parole chiave: Società di capitali – Società a responsabilità limitata – simul stabunt simul cadent – revoca amministratore – revoca senza giusta causa – Massima: la clausola cd. simul stabunt simul cadent assolve alla funzione di preservare gli equilibri all’interno dell’organo gestorio di una società e la sua applicazione, in assenza di finalità abusive o strumentali, non equivale ad una revoca dall’incarico e, pertanto, non fa sorgere alcun diritto a favore dell’amministratore decaduto. Quest’ultimo, infatti, accettando l’iniziale conferimento dell’incarico aderisce implicitamente alle clausole dello statuto sociale che regolano le condizioni di nomina e la permanenza degli organi sociali, con conseguente accettazione della possibilità che si…

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L’abuso della maggioranza negli organi collegiali: l’aumento di capitale

Tribunale di Trento, Sezione Specializzata in materia di Impresa, sentenza del 14 agosto 2020. Parole chiave: abuso di potere – aumento di capitale – minoranza – maggioranza – interesse della società – delibera assembleare – Massima: L’abuso di potere si configura nell’esercizio del diritto di voto da parte dei soci di maggioranza a danno degli altri soci, tramite l’adozione di una delibera assembleare assunta in modo fraudolento e intenzionale per provocare la lesione dei diritti spettanti ai soci di minoranza. In alternativa, l’abuso di potere si estrinseca in una decisione assembleare in contrasto con l’interesse sociale – ossia in difformità rispetto allo scopo economico-pratico del contratto di società – per essere il voto ispirato al perseguimento da parte dei soci…

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È applicabile l’art. 1497 c.c. ai contratti di cessione di partecipazioni di società di capitali laddove tale garanzia non sia stata espressamente pattuita dai contraenti?

Cass. civ. Sez. I, ordinanza del 12 settembre 2019, n. 22790. Parole chiave: Società – Cessione quote – Dichiarazioni e garanzie – Risoluzione Massima: “Le azioni (e le quote) delle società di capitali costituiscono beni di ‘secondo grado’, in quanto non sono del tutto distinte e separate dai beni compresi nel patrimonio sociale, e sono rappresentative delle posizioni giuridiche spettanti ai soci in ordine alla gestione ed alla utilizzazione di detti beni, funzionalmente destinati all’esercizio dell’attività sociale; pertanto, i beni compresi nel patrimonio della società non possono essere considerati del tutto estranei all’oggetto del contratto di cessione del trasferimento delle azioni o delle quote di una società di capitali, sia se le parti abbiano fatto espresso riferimento agli stessi, mediante…

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I limiti della c.d. business judgement rule o quando il giudice può valutare le scelte imprenditoriali dell’amministratore di società

Cass. civ., Sez. I, Ordinanza, 16 dicembre 2020, n. 28718 Parole chiave: Società – Amministratori – Consiglio di amministrazione – Azione di responsabilità Massima: “L’obbligo di diligenza professionale posto dall’art. 2392 c.c. impone all’amministratore di gestire il patrimonio sociale ed indirizzare l’attività economica nel modo più idoneo agli interessi della società, al fine della massimizzazione dell’utile aziendale. In linea generale, dunque, una sua responsabilità non è certamente configurabile per il solo fatto che egli abbia disatteso le direttive della proprietà, la quale, probabilmente, nemmeno ha il potere di impartirgliele: infatti, una volta nominato, i doveri dell’amministratore sono quelli indicati dalla legge e dallo statuto, non altri. Non esiste, invero, un vincolo di mandato tra soci, o maggioranza di essi, ed…

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Aumento di capitale sociale e obbligo di conferimento in natura di un determinato bene

Tribunale di Roma, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Ordinanza del 18 febbraio 2020. Parole chiave: Società di capitali – Società a responsabilità limitata – Deliberazione assemblea – Aumento di capitale sociale – conferimento in natura – Patto parasociale – Illegittimità della delibera – Massima: È illegittima la deliberazione di aumento del capitale sociale di una società a responsabilità limitata che preveda, con riguardo ad un singolo socio, l’obbligo di sottoscrizione mediante conferimento in natura di un suo preciso bene, prevedendo altresì la facoltà degli altri soci di sottoscrivere la porzione di capitale eventualmente inoptata con conferimenti in denaro. Disposizioni applicate: articoli 2378, 2464, 2479-ter, 2481, 2481-bis c.c. Con il giudizio in esame un socio di minoranza di una S.r.l. ha…

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