DIRITTO E REATI SOCIETARI

Srl: l’organo di controllo resta in carica anche dopo il Decreto Rilancio

Tra le misure adottate Governo per contenere le pesanti ricadute economiche delle recenti restrizioni, fa spicco l’art. 51-bis del Decreto “Rilancio” (D.L. n. 34-2020 conv. con L. n. 77/2020) che ha posticipato praticamente al 2022 l’obbligo di prima nomina dell’organo di controllo nelle SRL: per essere precisi, il termine di riferimento non è più l’approvazione dei «bilanci relativi all’esercizio 2019» come originariamente previsto dall’art. 379, comma 3, Codice crisi d’impresa, ma dei «bilanci relativi all’esercizio 2021». Com’è facile intuire la disposizione è stata accolta con favore da quanti, all’indomani del varo del Codice della Crisi avevano aspramente criticato il nuovo obbligo di nomina, critiche che con il Decreto “Sbocca Cantieri” si era provato a sopire attraverso l’innalzamento delle soglie dimensionali…

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L’unanimità del consenso dei soci è prevista solo in caso di scissione asimmetrica e non è soggetta ad interpretazione estensiva o analogica

Tribunale di Milano, Sez. Impresa., provvedimento del 21 settembre 2020 Parole chiave: Società – Scissione parziale asimmetrica – Art. 2506, comma 2 c.c. – Obbligo di consenso unanime – Interpretazione estensiva o analogica – Non ammissibile Massima: Il progetto di scissione totale – che preveda il trasferimento di tutto il patrimonio della società scissa a società beneficiarie di nuova costituzione e la conseguente estinzione della società originaria – può essere regolarmente assunto con delibera a maggioranza, cioè senza il consenso unanime dei soci di cui all’art. 2506, secondo comma, c.c., il quale trova applicazione unicamente in caso di c.d. scissione asimmetrica e non è soggetto ad interpretazione estensiva o analogica ai fini applicativi ad altre forme di scissione.  Disposizioni applicate:…

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Clausola compromissoria nello statuto di società e arbitrabilità della lite con gli eredi di un socio

Corte di Cassazione, Sez. 1, n. 16556 del 31 luglio 2020 Parole chiave Statuto di società – Clausola compromissoria – Arbitrato societario – Controversia fra soci – Eredi del socio – Arbitrabilità della controversia Massima In tema di arbitrato societario, la controversia fra il primo socio e gli eredi del secondo socio avente a oggetto la liquidazione della quota del socio defunto può essere oggetto di procedimento arbitrale, se lo statuto della società contiene una clausola compromissoria che prevede che le liti devolute ad arbitrato debbano riguardare anche quelle con gli eredi del socio. Disposizioni applicate Art. 34 d.lgs. n. 5 del 17 gennaio 2003 (oggetto ed effetti di clausole compromissorie statutarie) CASO È corrente una S.n.c. composta di due…

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E’ inammissibile l’autonoma impugnativa di una delibera consiliare meramente esecutiva del contenuto di una precedente delibera assembleare

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, sentenza n. 2895 del 21 maggio 2020 Parole chiave: delibera del C.d.A. – delibera assembleare – impugnazione – cooperativa – Massima: E’ inammissibile e non può quindi essere accolta la domanda di annullamento di una delibera del C.d.A. meramente esecutiva del contenuto di precedente delibera assembleare in assenza di contestuale impugnazione di quest’ultima, ossia dell’atto presupposto, e ciò a meno che i profili di illiceità sollevati non riguardino specificamente l’atto impugnato. Disposizioni applicate: articoli 2388 c.c., 2377c.c., 2378 c.c., 2265 c.c. e 2379 c.c. Con il giudizio in esame un gruppo di soci di una Cooperativa hanno convenuto quest’ultima per impugnare due delibere consiliari della società che avrebbero illegittimamente determinato dei…

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Le limitazioni al potere rappresentativo degli amministratori possono essere opposte ai terzi unicamente dalla società e non dai soci

Tribunale di Roma, Sezione Specializzata in materia di Impresa – Sentenza n. 12160 del 10 settembre 2020 Parole chiave: limiti dello statuto – potere di rappresentanza – rappresentanza dell’amministratore – opponibilità ai terzi – falsus procurator – invalidità e inefficacia del contratto – Massima: Anche nelle società a responsabilità limitata è possibile attribuire il potere di rappresentanza soltanto ad alcuni amministratori, poiché la regola posta dall’art. 2475 bis c. 1 c.c. assume rilevanza unicamente nel silenzio dello statuto o dell’atto di nomina. Tuttavia, spetta esclusivamente alla società (e non ai soci) valutare la ricorrenza dei presupposti ex art. 2475 bis c. 2 c.c. ai fini dell’opposizione ai terzi delle limitazioni del potere amministrativo. Disposizioni applicate: articoli 2475 bis c.c., 1388…

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È possibile escludere il socio di una S.r.l. al di fuori delle cause di esclusione espressamente previste nello Statuto?

Tribunale di Bolzano, Sez. spec. in materia di imprese, Sentenza del 6 maggio 2020. Parole chiave: Società a responsabilità limitata – Esclusione – Socio – Giusta causa – Statuto Massima: “L’art. 2473 bis c.c., introdotto con la riforma del diritto societario del 2003, richiede esplicitamente una predeterminazione statutaria delle ipotesi di esclusione del socio; tale predeterminazione per essere conforme al dato normativo deve rispettare le nozioni di giusta causa e specificità (ciò per evitare che l’istituto dell’esclusione si trasformi in uno strumento, generale e generico, di reazione ad un qualsiasi contegno del socio)”. Disposizioni applicate: art. 2473 bis c.c. La sezione specializzata in materia di imprese del Tribunale di Bolzano si è recentemente pronunciata, tra le altre cose, sulla non…

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Arbitrato internazionale societario e nullità della clausola compromissoria

Corte d’Appello di Genova, Sezione I, Sentenza n. 649 del 9 luglio 2020 Parole chiave: Società – Società di capitali – Statuto – Clausola compromissoria – Meccanismo di nomina degli arbitri – Nullità Massima: A norma dell’art. 34, comma 2, D. Lgs. 5/2003, sussiste la nullità della convenzione di arbitrato unicamente laddove la clausola compromissoria non devolva la nomina degli arbitri ad un soggetto esterno alla società, mentre non è prevista alcuna ipotesi di nullità negli artt. 35 e 36 D. Lgs. 5/2003, i quali afferiscono a questioni di natura meramente processuale.  Disposizioni applicate: artt. 34-36 D. Lgs. 5/2003 – artt. 1343-1345 c.c. Nel caso in esame, la Corte d’Appello di Genova è stata chiamata a pronunciarsi in merito all’opposizione ad un decreto…

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Simulazione dell’atto di cessione delle quote anche senza la prova che la vendita sia avvenuta ad un prezzo inferiore a quello di mercato

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 2660 del 30 aprile 2020. Parole chiave: cessione quote – compravendita – simulazione – onere della prova – società a responsabilità limitata – Massima: E’ configurabile la simulazione dell’atto di cessione di quote societarie anche in assenza della prova che la vendita sia avvenuta ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Nel caso di specie, la simulazione del negozio di compravendita è stata desunta da (i) la mancata prova del pagamento del prezzo da parte del simulato acquirente, (ii) il rapporto di parentela e di convivenza tra il simulato alienante e il simulato acquirente e (iii) l’intento fraudolento volto a sottrarre le quote societarie alla garanzia del credito…

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Finanziamenti dei soci: la valutazione dello squilibrio patrimoniale deve essere effettuata con riferimento al momento del finanziamento

Intestazione del provvedimento: Cassazione civile, Sezione VI, Ordinanza n. 17421/2020 pubblicata il 20 agosto 2020. Parole chiave: postergazione – finanziamento dei soci – sottocapitalizzazione – squilibrio dell’indebitamento – natura sostanziale della postergazione – Massima: “ai fini dell’applicazione dell’art. 2467 c.c., il presupposto del significativo squilibrio dell’indebitamento della società deve essere valutato con esclusivo riferimento al momento in cui viene concesso il finanziamento da parte del socio, senza che possano avere effetto retroattivo i successivi versamenti in conto capitale effettuati dal medesimo socio, essendo meri fatti sopravvenuti”. Disposizioni applicate: articoli 2467 c. c., 2484 c.c. Nel giudizio in esame l’attore ha proposto ricorso avverso la decisione di merito che confermava la postergazione di talune voci di credito nei confronti della società fallita,…

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L’accertamento della violazione del ne bis in idem tra reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto e ipotesi di bancarotta fraudolenta non può prescindere dall’analisi della dimensione empirica delle fattispecie di reato

Cass. pen., Sezione V, Sentenza depositata il 24 luglio 2020, n. 22486. Parole chiave: Reati tributari– Bancarotta fraudolenta – Ne bis in idem Massima: “È deducibile nel giudizio di cassazione la preclusione derivante dal giudicato formatosi sul medesimo fatto, posto che la violazione del divieto del ‘bis in idem’ si risolve in un error in procedendo, a condizione che la decisione della relativa questione non comporti la necessità di accertamenti di fatto, nel qual caso la stessa deve essere proposta al giudice dell’esecuzione.” Disposizioni applicate: art. 216 l.f.; artt. 2, 5, 8 e 10 D.Lgs. 74/2000; art. 649 c.p.p. La principale questione di diritto che la sentenza in analisi affronta riguarda il principio del ne bis in idem, poiché la…

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