Diritto del Lavoro

Tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori

Corte di Giustizia UE, Quinta Sezione, 21 febbraio 2018, C–518/15 Rinvio pregiudiziale – Direttiva 2003/88/CE – Tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori – Organizzazione dell’orario di lavoro – Articolo 2 – Nozioni di “orario di lavoro” e “periodo di riposo” – Articolo 17 – Deroghe – Vigili del fuoco – Ore di guardia – Servizi di guardia al proprio domicilio MASSIMA L’art. 15 della Direttiva 2003/88 deve essere interpretato nel senso che esso non consente agli Stati membri di adottare o mantenere una definizione della nozione di “orario di lavoro” meno restrittiva di quella contenuta all’art. 2 di tale Direttiva. Tale ultima norma deve essere interpretata nel senso che le ore di guardia che un lavoratore trascorre al…

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Licenziamento per mancato inadempimento degli obblighi contrattuali

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 8 maggio 2018, n. 10963 Licenziamento – Scarso rendimento – Troppe assenze dal servizio – Giustificate per malattia – Non sussiste MASSIMA Un’elevata quantità di assenze giustificate che non esauriscono il periodo di comporto non può motivare il licenziamento per mancato inadempimento degli obblighi contrattuali. Un tale recesso dal contratto deve ritenersi illegittimo, perché il lavoratore subordinato, diversamente dal lavoratore autonomo, non si obbliga di raggiungere un risultato prefissato ma soltanto di prestare al datore le proprie energie lavorative nei modi e nelle tempistiche previste. Questo vale anche nel caso degli autoferrotranvieri che svolgono un servizio pubblico. COMMENTO Con la sentenza in commento la Cassazione ha respinto il ricorso del datore di lavoro ed ha…

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Il blocco perequativo

Corte Costituzionale, 11 maggio 2018, n. 96 Trattamento pensionistico – Perequazione – Manifestamente infondata. MASSIMA La disciplina della c.d. perequazione delle pensioni per gli anni 2012 -2014 è frutto di scelte non irragionevoli del legislatore. In particolare, le esigenze finanziarie di cui il legislatore ha tenuto conto nell’esercizio della sua discrezionalità sono state preservate attraverso un sacrificio parziale e temporaneo dell’interesse dei pensionati a tutelare il potere di acquisto dei propri trattamenti, nell’attuazione dei principi di adeguatezza e di proporzionalità dei trattamenti pensionistici. Pertanto, va dichiarata la manifesta infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale dell’art. 24, commi 25, lettere b), c), d) ed e), e 25 -bis, del decreto -legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita,…

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Licenziamento intimato per malattia

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 22 maggio 2018, n. 12568 Licenziamento – Malattia – Mancato superamento periodo di comporto – Nullità MASSIMA Il licenziamento intimato per il perdurare delle assenze per malattia od infortunio del lavoratore, ma prima del superamento del periodo massimo di comporto fissato dalla contrattazione collettiva o, in difetto, dagli usi o secondo equità, è nullo per violazione della norma imperativa di cui all’art. 2110 cod. civ., comma 2. COMMENTO Con la sentenza in commento, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha risolto un’annosa questione relativa agli effetti del licenziamento intimato in costanza di malattia ancor prima del termine del periodo di comporto. Sia il Tribunale, sia la Corte d’Appello aditi avevano statuito che, sebbene il…

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La perequazione delle pensioni

Corte Costituzionale, 11 maggio 2018, n. 96 Trattamento pensionistico – Perequazione – Manifestamente infondata. MASSIMA La disciplina della c.d. perequazione delle pensioni per gli anni 2012 -2014 è frutto di scelte non irragionevoli del legislatore. In particolare, le esigenze finanziarie di cui il legislatore ha tenuto conto nell’esercizio della sua discrezionalità sono state preservate attraverso un sacrificio parziale e temporaneo dell’interesse dei pensionati a tutelare il potere di acquisto dei propri trattamenti, nell’attuazione dei principi di adeguatezza e di proporzionalità dei trattamenti pensionistici. Pertanto, va dichiarata la manifesta infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale dell’art. 24, commi 25, lettere b), c), d) ed e), e 25 -bis, del decreto -legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita,…

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Parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro

Corte di Giustizia UE, Prima Sezione, 14 marzo 2018, C–482/16 Art. 45 TFUE e Direttiva n. 2000/78/CE – Principio di non discriminazione fondato sull’età – Parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro – Salario e scatti di anzianità – Legittimità della normativa nazionale MASSIMA Gli artt. 45 TFUE e 2, 6 e 16 Direttiva 2000/78/CE (che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro) devono essere interpretati nel senso che non ostano ad una normativa nazionale, come quella oggetto del procedimento principale, che, per porre fine ad una discriminazione basata sull’età – scaturente dall’applicazione di una normativa nazionale che computa, ai fini dell’inquadramento dei lavoratori di…

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Retribuzione e crediti di lavoro

Corte di Cassazione, Sezioni Unite, 29 maggio 2018, n. 13473 Natura retributiva – Assoggettamento a contribuzione – Sussiste MASSIMA L’indennità sostitutiva di ferie non godute è assoggettabile a contribuzione previdenziale sia perché, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative effettuate nel periodo di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo, ha carattere retributivo e gode della garanzia prestata dall’articolo 2126 Cc a favore delle prestazioni effettuate con violazione di norme poste a tutela del lavoratore sia perché un eventuale suo concorrente profilo risarcitorio – oggi pur escluso dal sopravvenuto articolo 10 del decreto legislativo 66/2003, come modificato dal decreto legislativo 213/04, in attuazione della direttiva 93/104/Ce – non escluderebbe la riconducibilità all’ampia nozione di retribuzione imponibile delineata…

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Qualche altra considerazione sul lavoro sportivo dilettantistico

Nell’attesa che il Consiglio Nazionale del Coni si esprima in merito alla individuazione delle mansioni sportiveil cui esercizio costituisce collaborazione coordinata e continuativa, sia nei confronti delle società lucrativeche non, ai sensi di quanto indicato dall’articolo 1, comma 358, L. 205/2017 (lo dovrebbe fare nel consiglio nazionale già convocato per luglio), il dibattito si è focalizzato sugli adempimenti conseguenti a detto inquadramento (comunicazione al centro per l’impiego, cedolino paga e iscrizione nel libro unico del lavoro), trascurando altri aspetti, a mio avviso altrettanto gravidi di conseguenze per il mondo dello sport. L’analisi dimostra l’estrema difficoltà a disciplinare, secondo le regolare dell’ermeneutica del diritto del lavoro, una realtà complessa come quella sportiva. In via preliminare credo si debba analizzare se il combinato disposto di cui al citato comma 358 e al successivo 359 costituisca o meno una sorta di “presunzione” per l’inquadramento…

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Condotta lesiva e rapporto di impiego pubblico contrattualizzato

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 22 marzo 2018, n. 7097 Molestia sessuale di un dipendente a carico di un altro – condanna all’amministrazione datrice – diritto alla rivalsa sul responsabile della condotta lesiva – sussiste MASSIMA Nel rapporto di impiego pubblico contrattualizzato, qualora un dipendente ponga in essere sul luogo di lavoro una condotta lesiva (nella specie molestia sessuale) nei confronti di un altro dipendente, il datore di lavoro, rimasto colpevolmente inerte nella rimozione del fatto lesivo e chiamato a rispondere ai sensi dell’art. 2087 c.c. nei confronti del lavoratore oggetto della lesione, ha diritto a rivalersi a titolo contrattuale nei confronti del dipendente, per la percentuale attribuibile alla responsabilità del medesimo, ciò in quanto il dipendente, nel porre in essere…

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Illegittimo il licenziamento intimato per asserita condotta contraria ai principi enucleabili dalla coscienza sociale

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 05 aprile 2018, n. 8407 Furto di merce – da parte sottoposto – mancato intervento da parte del dipendente sovraordinato – non sussiste MASSIMA Non esiste l’obbligo del dipendente in servizio di contestare verbalmente ad un sottoposto la commissione del furto. L’unico obbligo del dipendente in tali casi è quello di avvertire i propri superiori ed informarli sull’accaduto; deve escludersi l’esistenza di qualsiasi altro obbligo nei confronti del datore di lavoro relativo al reato. Un licenziamento intimato su eventuali pretese contrarie è da ritenersi illegittimo. COMMENTO Nel caso de quo, la Cassazione ha respinto il ricorso dell’azienda avverso la sentenza della Corte territoriale, la quale aveva dichiarato illegittimo il licenziamento intimato ad una dipendente per…

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