DIRITTO DEL LAVORO
La prestazione di sicurezza sociale
Corte di Giustizia UE, 14 marzo 2019, C-372/18 Rinvio pregiudiziale – Sicurezza sociale – Articolo 3 del regolamento n. 883/2004 – Nozione di prestazione di sicurezza sociale Massima L’articolo 3 del regolamento (CE) n. 883/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, dev’essere interpretato nel senso che prestazioni, quali l’assegno per l’indipendenza personale e la prestazione compensativa della disabilità, devono essere considerate, ai fini della loro qualificazione come prestazioni di sicurezza sociale a norma di tale disposizione, come concesse al di fuori di ogni valutazione individuale delle esigenze personali del beneficiario, considerato che le risorse di quest’ultimo rilevano ai soli fini del calcolo dell’importo effettivo delle prestazioni medesime sulla base…
Continua a leggere...Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti: è sussumibile nell’ambito della nozione legale di giusta causa ex art. 2119 c.c.
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 19 febbraio 2019, n. 4804 Licenziamento – Giusta causa – Detenzione e spaccio di stupefacenti MASSIMA È sussumibile in astratto nell’ambito della nozione legale di giusta causa ai sensi dell’art. 2119 c.c. la detenzione e lo spaccio di elevata quantità di sostanze stupefacenti con cadenza regolare per più anni, condotta – lontana dalle regole del vivere civile – idonea ad assume un riflesso, anche solo potenziale ma oggettivo, sulla funzionalità del rapporto di lavoro stesso. COMMENTO Nel caso deciso dalla Suprema Corte di Cassazione un lavoratore era stato sottoposto a procedimento penale per aver detenuto e spacciato elevate quantità di sostanze stupefacenti continuativamente negli anni. Nelle precedenti fasi del giudizio il licenziamento era stato annullato, con…
Continua a leggere...Come valutare la legittimità del licenziamento di un lavoratore distaccato
Cassazione Civile, sezione Lavoro, 28 febbraio 2019, n. 5996 Licenziamento – Lavoratore distaccato – Giustificato motivo oggettivo – Configurabilità – Presupposti Massima In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo del dipendente distaccato presso un terzo, gli elementi costitutivi del motivo devono essere verificati con riferimento all’ambito aziendale del datore di lavoro distaccante. Su quest’ultimo ricade anche l’onere di provare, con riguardo all’organizzazione aziendale esistente all’epoca del licenziamento, l’impossibilità di adibire utilmente il lavoratore a mansioni diverse da quelle che prima svolgeva. Pertanto, la mera cessazione dell’interesse al distacco o la soppressione del posto presso il terzo distaccato non è sufficiente a integrare il giustificato motivo oggettivo di licenziamento. COMMENTO Con la sentenza in commento la Corte di Cassazione ha…
Continua a leggere...Danno biologico derivante da mobbing
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 5 marzo 2019, n. 6346 Salute e sicurezza sul lavoro – Danno biologico da mobbing – Copertura assicurativa Inail – Sussiste MASSIMA Deve ritenersi che il danno biologico derivante da mobbing accertato a carico del lavoratore nella misura dell’8 per cento sia qualificabile quale malattia professionale non tipizzata, conseguente a prestazione di attività lavorativa e dunque coperta dall’assicurazione obbligatoria dell’Inail, nella sussistenza dei presupposti per l’esonero dalla responsabilità civile del datore di lavoro. COMMENTO La Cassazione, con la sentenza in commento, ha statuito che – in tema di malattia professionale – la tutela assicurativa INAIL va estesa ad ogni forma di tecnopatia, fisica o psichica, che possa ritenersi conseguenza dell’attività lavorativa, sia che riguardi la lavorazione e…
Continua a leggere...Quando sussiste il rapporto di lavoro subordinato
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 12 marzo 2019, n. 7044 Lavoro giornalistico – Fattispecie – Sussistenza – Continuità e disponibilità MASSIMA Deve ritenersi sussistente il rapporto di lavoro subordinato fra il giornalista e la società editrice del quotidiano laddove al lavoratore sussistono il vincolo di dipendenza e la continuità della disponibilità del lavoratore riferita ad un ben preciso settore informativo, connotata da continuità e sviluppatasi in un arco temporale più che apprezzabile. COMMENTO La statuizione della Corte di appello – in parziale riforma della sentenza di primo grado che aveva rigettato la domanda proposta dal lavoratore nei confronti della società volta ad ottenere (i) il riconoscimento del rapporto di lavoro giornalistico subordinato con inquadramento come collaboratrice fissa e conseguente diritto al…
Continua a leggere...Dimissioni del lavoratore
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 14 marzo 2019, n. 7318 Contratti – Dimissioni del lavoratore – Conversione da tempo determinato a indeterminato – Effetto risolutivo – Sussiste MASSIMA Le dimissioni del lavoratore sono idonee ex se a produrre l’effetto della estinzione del rapporto, che è nella disponibilità delle parti, a prescindere dai motivi che abbiano determinato le dimissioni e dall’eventuale esistenza di una giusta causa, atteso che, anche in tal caso, l’effetto risolutorio si ricollega pur sempre, a differenza di quanto avviene per il licenziamento illegittimo o ingiustificato, ad un atto negoziale del lavoratore, che è preclusivo di un’azione intesa alla conservazione del medesimo rapporto. COMMENTO La Corte di Appello, in riforma della sentenza di primo grado, aveva dichiarato la nullità…
Continua a leggere...Sanzioni disciplinari: esclusa la configurabilità in astratto di automatismi nell’irrogazione
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 28 gennaio 2019, n. 2289 Sanzioni disciplinari – contrattazione collettiva – automatismo sanzione – proporzionalità MASSIMA Deve escludersi la configurabilità in astratto di qualsivoglia automatismo nell’irrogazione di sanzioni disciplinari, specie laddove queste consistano nella massima sanzione, permanendo, anche in presenza di specifica previsione collettiva, il sindacato giurisdizionale sulla proporzionalità della sanzione rispetto al fatto concreto addebitato al lavoratore. COMMENTO Con la sentenza in commento la Cassazione ha rigettato il ricorso del lavoratore il quale lamentava, tra l’altro, la violazione della L. n. 604 del 1966 cit., art. 3, dell’art. 2119 c.c. e della L. n. 300 del 1970 cit., art. 7, in relazione alla nozione di giusta causa e giustificato motivo soggettivo nonché al giudizio di…
Continua a leggere...Codatorialità, illegittimo il licenziamento intimato da un solo datore di lavoro
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 febbraio 2019, n. 3899 Licenziamento individuale – codatorialità – reintegra e risarcimento – in solido – responsabilità MASSIMA Qualora uno stesso dipendente presti servizio contemporaneamente a favore di diversi datori e l’attività sia svolta in modo indifferenziato, si configura l’unicità del rapporto di lavoro e tutti i fruitori dell’attività del lavoratore devono essere considerati solidalmente responsabili nei suoi confronti per le obbligazioni relative, ai sensi dell’articolo 1294 c.c.. COMMENTO Una lavoratrice impugnava il licenziamento intimatole dall’azienda presso cui era formalmente alle dipendenze, durante il periodo di gravidanza. L’azienda, pur non contestando la gravidanza faceva valere, ai sensi dell’art. 54, legge n. 151/2001, l’esonero dal divieto di licenziamento per cessazione dell’attività. La lavoratrice riteneva versarsi in…
Continua a leggere...Adeguamento della retribuzione ritenuta insufficiente dal giudice
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 1 febbraio 2019, n. 3137 Adeguamento – retribuzione – fattispecie – articolo 36 Costituzione MASSIMA Il giudice, ove ritenga inadeguata la retribuzione corrisposta dall’azienda in base al contratto da essa applicato, può procedere al suo adeguamento facendo riferimento a quella del contratto di categoria non direttamente applicabile, con la precisazione che nella domanda di pagamento di differenze retributive sulla base di un contratto collettivo che si riveli inapplicabile deve ritenersi implicita la richiesta di adeguamento ex articolo 36 della Costituzione e che l’adeguamento comporta un apprezzamento riservato al giudice di merito. COMMENTO La Cassazione, con la sentenza in commento, ha statuito che il giudice, ove ritenga inadeguata la retribuzione corrisposta dall’azienda in base al contratto collettivo…
Continua a leggere...Somministrazione per sostituzione: nominativo non necessario in organizzazioni complesse
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 6 febbraio 2019, n. 3463 Somministrazione – sostituzione di personale – organizzazione complessa – mancata indicazione del nominativo – irrilevanza MASSIMA Deve escludersi che per i contratti a termine e o anche per i contratti di lavoro somministrato a termine – stipulati nelle realtà aziendali complesse, in cui la sostituzione non è riferita ad una singola persona ma piuttosto ad una funzione produttiva specifica occasionalmente scoperta), sia necessaria l’indicazione del nominativo della persona da sostituire, qualora l’esigenza sostitutiva risulti comunque identificata attraverso altri e diversi elementi – indicati in maniera esemplificativa e di certo non tassativa dalla corte di legittimità nella citata sentenza -, che devono essere tali da consentire il controllo di una reale esigenza aziendale…
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