Procedimenti di cognizione e ADR
di Marco Russo, Avvocato
- 6 Novembre 2018
Cass., sez. VI, 10 settembre 2018, n. 21943. Pres. Amendola, Est. Cigna Procedimento civile – Soccombenza – Spese di lite – Responsabilità c.d. da lite temeraria (C.p.c., artt. 88, 91, 96) La condanna ex art. 96,comma 3, c.p.c., applicabile d'ufficio in tutti i casi di soccombenza, configura una sanzione di carattere pubblicistico, autonoma ed indipendente rispetto alle ipotesi di responsabilità aggravata ex art. 96, commi 1 e 2, c.p.c. e con queste cumulabile, volta al contenimento dell'abuso dello strumento processuale; la sua applicazione, pertanto, non richiede, quale elemento costitutivo della fattispecie, il riscontro dell'elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, bensì di una condotta oggettivamente valutabile alla stregua di "abuso del processo", quale l'aver agito o resistito pretestuosamente e...
Continua a leggere...
Procedimenti di cognizione e ADR
di Marco Russo, Avvocato
- 31 Luglio 2018
I. Il contenuto dell’onere ex art. 2712 c.c. negli orientamenti della giurisprudenza. Come è noto, l’art. 2712 c.c. stabilisce che le riproduzioni fotografiche e cinematografiche (e, dopo il D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82, anche quelle informatiche, e con la precisazione giurisprudenziale che l’elenco in ogni caso “non è tassativo”: così Trib. Roma, 3 giugno 2016, in www.dejure.it, che vi aggiunge i “messaggi spediti e ricevuti mediante posta elettronica ordinaria non certificata”), nonché le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose “formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime”. Malgrado il legislatore del...
Continua a leggere...
Impugnazioni
di Marco Russo, Avvocato
- 15 Maggio 2018
I. La nozione di diritto autodeterminato. Si intende per “diritto autodeterminato” il diritto individuabile in base alla «sola indicazione del relativo contenuto quale rappresentato dal bene che ne forma l’oggetto» (come da definizione resa da ultimo Cass., 23 febbraio 2017, n. 4681; in precedenza Cass., 22 gennaio 2013, n. 1495): appartengono a tale categoria la proprietà e gli altri diritti reali di godimento, con l’effetto processuale che la causa petendi delle relative azioni (ossia uno dei tre elementi, insieme alle personae e al petitum) si identifica con il diritto stesso, e non con il titolo che ne costituisce la fonte. Essi si distinguono dai diritti eterodeterminati, quali i diritti relativi (di obbligazione al pagamento di una somma di denaro o...
Continua a leggere...
Procedimenti di cognizione e ADR
di Marco Russo, Avvocato
- 3 Maggio 2018
Cass., sez. II, 21 dicembre 2017, n. 30733. Pres. Mazzacane, Est. Grasso Testamento olografo – Nullità – Azione di accertamento negativo – Sufficienza – Querela di falso (C.c., 602, 606, 2702; C.p.c., artt. 214, 221) La parte che contesti l'autenticità del testamento olografo deve proporre domanda di accertamento negativo della provenienza della scrittura, e grava su di essa l'onere della relativa prova, secondo i principi generali dettati in tema di accertamento negativo. Non è necessario, pertanto, presentare querela di falso. CASO Il tribunale, sulla base degli esiti di una consulenza tecnica d’ufficio grafologica, accoglieva la domanda di accertamento del carattere apocrifo del testamento, proposta da due fratelli nei confronti dei sedicenti eredi della defunta madre. La sentenza veniva confermata dalla...
Continua a leggere...
Impugnazioni
di Marco Russo, Avvocato
- 17 Aprile 2018
I. La nozione di motivazione sovrabbondante Si intende per motivazione ad abundantiam quella con cui il giudice – ad esempio, a sostegno dell’infondatezza della domanda della quale abbia già ravvisato l’inidoneità, per ragioni processuali, ad essere esaminata nel merito – illustri un ipotetico percorso logico-giuridico alternativo a quello trasfuso in sentenza, vòlto forse a convincere il soccombente in ordine all’inattendibilità astratta delle sue tesi anche laddove egli (o il giudice dell’impugnazione) dissenta dalla ratio decidendi in concreto posta a base della pronuncia. A tal proposito è consolidato in giurisprudenza – a partire da Cass., sez. un., 14 marzo 1990, n. 2078, e confermato da Cass., sez. un., 20 febbraio 2007, n. 3840 e, tra le sezioni semplici, ribadito più recentemente...
Continua a leggere...