DIRITTO DEL LAVORO
di Evangelista Basile
- 12 Dicembre 2017
MASSIMA L'art. 17, par. 1, della direttiva 2003/88/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro, deve essere interpretato nel senso che esso non è applicabile ad un'attività subordinata, come quella di cui al procedimento principale, consistente nell'accudire bambini nelle condizioni di un ambiente familiare, in sostituzione della persona incaricata in via principale di tale missione, qualora non sia dimostrato che l'orario di lavoro, nel suo complesso, non sia misurato o predeterminato o che possa essere stabilito dal lavoratore stesso, circostanza che spetta al giudice del rinvio verificare. COMMENTO La direttiva 2003/88/CE 2003/88/CE recante norme in materia di organizzazione dell’orario di lavoro ammette, come noto, ampie deroghe alla relativa disciplina quando...
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DIRITTO DEL LAVORO
di Evangelista Basile
- 5 Dicembre 2017
Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 11 settembre 2017, n. 21053 Sgravi contributivi – mancata comunicazione del Rspp – perdita dei benefici relativi ai nuovi assunti – configurabilità MASSIMA La comunicazione del nominativo del RSPP all’Ispettorato del lavoro e all’ASL non è un adempimento formale, pertanto, alla sua omissione consegue la decadenza dai benefici contributivi di cui la Società ha medio tempore usufruito. La comunicazione, infatti, rientra gli adempimenti previsti dalla normativa sulla sicurezza e sulla prevenzione sui luoghi di lavoro da ritenersi inderogabili in quanto posti a protezione di diritti costituzionalmente garanti: la designazione di un soggetto garante dell’osservanza degli obblighi di prevenzione e protezione è presidio della corretta e completa applicazione delle misure adottate in ragione dei requisiti di...
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DIRITTO DEL LAVORO
di Evangelista Basile
- 28 Novembre 2017
Corte Costituzionale, 12 maggio 2017, n. 111 Diritto alla pensione – Età pensionabile – Parità di trattamento tra uomo e donna – Legge Fornero – Impiegati pubblici MASSIMA È inammissibile, per irrilevanza, la questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli art. 24, co. 3, primo periodo, d.l. 6.12.2011 n. 201, conv., con modificazioni, dalla L. 22.12.2011 n. 214, come interpretato dall'art. 2, co. 4, d.l. 31.8.2013 n. 101, e 2, co. 21, L. 8.8.1995 n. 335, nella parte in cui impone il collocamento a riposo al raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età delle impiegate che abbiano maturato i requisiti per il conseguimento della pensione con il raggiungimento del sessantunesimo anno di età e di venti anni di contribuzione alla...
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DIRITTO DEL LAVORO
di Evangelista Basile
- 21 Novembre 2017
Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 22 agosto 2016, n.17245 Estinzione del rapporto – licenziamento – licenziamento disciplinare – violazione del termine a difesa – fase endoprocedimentale – mancata prova del nocumento al diritto di difesa – legittimità – sussiste MASSIMA Deve ritenersi legittimo il licenziamento disciplinare inflitto al dipendente pubblico nonostante che sia intercorso un lasso di tempo inferiore a venti giorni tra la convocazione per essere sentito in sede istruttoria procedimentale e l’audizione, dovendosi ritenere che detta contrazione determina la nullità della sanzione nella misura in cui venga rappresentato dall’interessato un pregiudizio sulla raccolta della documentazione e delle informazioni necessarie per far valere le sue ragioni innanzi al datore di lavoro, configurandosi la decadenza dall’esercizio del potere disciplinare soltanto...
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DIRITTO DEL LAVORO
di Evangelista Basile
- 14 Novembre 2017
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 12 luglio 2017, n. 17166 Licenziamenti collettivi – Lavoratori esodati – Numero effettivo di esuberi – Condizioni MASSIMA Qualora il datore di lavoro che occupi più di quindici dipendenti intenda effettuare, in conseguenza di una riduzione o trasformazione dell'attività di lavoro, almeno cinque licenziamenti nell'arco di 120 giorni (comportante l'osservanza delle procedure previste dalla L. n. 223 del 1991), resta irrilevante, ai fini della configurazione della fattispecie del licenziamento collettivo, che il numero dei licenziamenti attuati a conclusione delle procedure medesime sia eventualmente inferiore rispetto all’intenzione iniziale del datore di lavoro. COMMENTO Nel caso in commento, la Corte d’Appello di Roma, confermando la sentenza del Giudice di prime cure, ha riconosciuto la legittimità del licenziamento intimato ad...
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