18 Febbraio 2020

Modalità per la verifica di autenticità dei documenti informatici

di Giuseppe Vitrani, Avvocato Scarica in PDF

Un tema di particolare importanza in materia di utilizzo dei documenti informatici a fini probatori attiene senza dubbio alla possibilità di determinarne l’autenticità in caso di contestazione.

Il metodo più rassicurante a tal fine è evidentemente la presenza di una firma elettronica (avanzata, digitale o in alcuni casi anche semplice); verificandosi tale ipotesi non sono contestabili autenticità e riconducibilità del documento al firmatario, a meno che ovviamente costui non effettui il rituale disconoscimento.

Molte volte può però accadere che le contestazioni ricadano su documenti che non hanno alcuna firma ma che possono essere importanti a fini probatori; si pone dunque il problema di come stabilirne l’autenticità in caso di contestazioni.

La problematica è stata oggetto di una interessante pronuncia della Corte di Cassazione, la numero 2301 del 31 gennaio ’20, ove si è affrontato il tema della veridicità e autenticità di documenti analogici e informatici mediante l’analisi degli accertamenti peritali condotti in primo grado.

Per quanto concerne l’analisi dei documenti informatici appare molto interessante il passaggio della sentenza in cui si afferma: “Anche i CTU….hanno confermato la genuinità dei metadati associati ai file “bonifici dipendenti.xls” presenti nella Pen-Drive esaminata, affermando che le date di creazione dei file “risultano essere coerenti sia con le informazioni logiche presenti nel file (i nomi presenti nelle tabelle) sia con le modalità operative di creazione descritte nelle testimonianze in atti. La data di ultimo salvataggio, circa 30 secondi dopo della data di stampa, avvalora la genuinità delle datazioni presenti nei metadati”.

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