Diritto e reati societari

La prescrizione quinquennale del diritto al rimborso del socio finanziatore comincia a decorrere soltanto dalla data in cui la prestazione diviene giuridicamente esigibile

Cass. civ., Sez. I, sentenza 23 marzo 2017, n. 7471. Parole chiave: Società – Società di capitali – Conferimento del socio – Prescrizione Massima: “In presenza di una delibera assembleare che renda indisponibile il finanziamento erogato dal socio in favore della società sino ad una certa data, la prescrizione quinquennale del diritto al rimborso comincia a decorrere soltanto dalla data predetta, in cui la prestazione diviene legalmente esigibile, atteso che l’art. 2935 c.c. correla la decorrenza della prescrizione alla possibilità (giuridica e non di mero fatto) dell’esercizio del diritto, senza che assuma rilievo la circostanza che il titolare dello stesso abbia concorso al programmato differimento dell’esecuzione della prestazione”. Disposizioni applicate: artt. 1362, 2935, 2949 c.c.. La Cassazione precisa alcuni criteri…

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Applicabilità del D. Lgs. 231/2001 nei confronti dell’ente straniero

Cassazione penale, Sez. VI, sentenza 7 aprile 2020, n. 11626 Parole chiave: Reato-presupposto – Giurisdizione nazionale – Nazionalità dell’ente o sede legale estera – Irrilevanza della nazionalità o di norme che disciplinano in modo analogo la stessa materia nello Stato di appartenenza Massima: “In tema di responsabilità da reato degli enti, la persona giuridica è chiamata a rispondere dell’illecito amministrativo derivante da un reato-presupposto per il quale sussista la giurisdizione nazionale commesso dai propri legali rappresentanti o soggetti sottoposti all’altrui direzione o vigilanza, in quanto l’ente è soggetto all’obbligo di osservare la legge italiana e, in particolare, quella penale, a prescindere dalla sua nazionalità o dal luogo ove esso abbia la propria sede legale ed indipendentemente dall’esistenza o meno nel…

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La rinuncia tacita al compenso di amministratore di S.r.l.: validità e requisiti

Cassazione civile, ordinanza n. 2357 del 13 febbraio 2020 Parole chiave: rinuncia al compenso – compenso amministratore – società a responsabilità limitata – Massima: “la rinuncia al compenso da parte dell’amministratore può trovare espressione in un comportamento concludente del titolare che riveli in modo univoco una sua volontà dismissiva del relativo diritto; a tal fine è pertanto necessario che l’atto abdicativo si desuma non dalla semplice mancata richiesta dell’emolumento, quali che ne siano le motivazioni, ma da circostanze esteriori che conferiscano un preciso significato negoziale al contegno tenuto”. Disposizioni applicate: articoli 1236 c.c., 1709 c.c., 2364 c.c., 2383 c.c. e 2389 c.c. Con l’ordinanza in esame la Corte di Cassazione si è pronunciata, nel più ampio contesto di un giudizio…

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Decorrenza degli effetti del recesso nelle S.p.A. e perdita dei diritti afferenti allo status socii

Corte d’Appello di Ancona, sentenza n. 2778 del 3 dicembre 2018 Parole chiave: condizione risolutiva –– recesso del socio –– società per azioni –– effetti del recesso –– modificazioni dello statuto. Massima: “Il recesso è negozio unilaterale recettizio, immediatamente efficace una volta che la relativa dichiarazione sia pervenuta nella sfera cognitiva della società destinataria: da tale momento il socio perde la legittimazione ad esercitare i diritti sociali, divenendo creditore della società per la liquidazione della quota; non può quindi essere riconosciuto al socio receduto il diritto di intervenire e votare in un ente al quale ha manifestato il proprio disinteresse essendo esclusivamente interessato alla realizzazione del proprio credito”. Disposizioni applicate: art. 2437 bis c.c. – art. 2473 c.c. Sia in…

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È costituzionalmente legittima l’informazione antimafia interdittiva, i cui effetti possono estendersi all’attività privata delle imprese

Corte Costituzionale, sentenza n. 57 del 2020 Parole chiave: informazione antimafia interdittiva – attività privata – impresa – cancellazione dall’albo – legittimità costituzionale Massima: “L’informazione antimafia interdittiva adottata dal Prefetto nei confronti dell’attività privata delle imprese oggetto di tentativi di infiltrazione mafiosa non viola il principio costituzionale della libertà di iniziativa economica privata perché, pur comportandone un grave sacrificio (nella specie era in gioco l’iscrizione all’albo delle imprese artigiane), è giustificata dall’estrema pericolosità del fenomeno mafioso e dal rischio di una lesione della concorrenza e della stessa dignità e libertà umana”. Disposizioni applicate: artt. 67, 83, 84, commi 3 e 4, 89 bis e 92, commi 3 e 4, d.lgs 159/2011; artt. 3 e 41 Cost.. Nel caso in analisi,…

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La responsabilità degli amministratori nel nuovo art. 2486 c.c. riformato dall’art. 378 del codice della crisi

Sintesi del focus Nelle procedure concorsuali, il curatore si trova spesso di fronte a una situazione di passivo enorme e attivo risicato (se non nullo). Al fine di recuperare attivo, i curatori dispongono generalmente solo delle seguenti azioni: le azioni di responsabilità contro amministratori e sindaci; le azioni revocatorie; le azioni per concessione abusiva di credito contro le banche. Nelle azioni di responsabilità si pone la questione della quantificazione del danno cagionato dall’amministratore. La tematica è stata riformata con l’art. 378 del codice della crisi, che ha modificato l’art. 2486 c.c., introducendo delle semplificazioni per la determinazione del nocumento patito dalla società. Contenuto L’art. 2486 c.c. è rubricato “poteri degli amministratori”. La disposizione disciplina i poteri degli amministratori nell’ambito dello…

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Non rilevano le vicende personali dei soci o dell’amministratore quali causa di esclusione della società socia

Tribunale di Napoli, Sez. spec. in materia di impresa, Ordinanza del 8 febbraio 2020 Parole chiave: Società – Società a responsabilità limitata – Socio, in genere – Amministratore, in genere – Esclusione del socio – Presupposti – Clausola statutaria Massima: Nella società a responsabilità limitata, l’esclusione del socio ex art. 2473 bis c.c. è consentita solo laddove una apposita previsione di giusta causa sia espressamente indicata nell’atto costitutivo e sia dotata del carattere di specificità. Inoltre, l’esclusione del socio, laddove questo sia una società, non risulta in ogni caso giustificata dalle vicende che, seppur in astratto sarebbero riconducibili a giusta causa di esclusione prevista nell’atto costitutivo, riguardino esclusivamente il socio o l’amministratore della società, che è parte del rapporto sociale su cui va…

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La modifica arbitraria della governance a danno del socio di minoranza costituisce abuso della maggioranza

Intestazione del provvedimento: Tribunale di Milano, Sezione Specializzata Impresa, Sentenza n. 4030 del 23 aprile 2019. Parole chiave: delibera assembleare – governance – abuso della maggioranza – società a responsabilità limitata – società per azioni Massima: “La delibera di nomina dell’organo amministrativo è atto negoziale (tra società e amministratore) con valenza organizzativa (riguardando per eccellenza la governance della società) che vincola le parti ex art 1372 c.c. fino alla naturale scadenza del mandato (salvo il verificarsi delle cause tipizzate di cessazione dell’incarico) e non è pertanto consentito all’assemblea, prima della scadenza del mandato, sostituire l’organo amministrativo senza che ciò trovi giustificazione nell’esigenza di tutelare uno specifico e ben individuato interesse sociale. Ogni deliberazione assembleare adottata arbitrariamente dal socio di maggioranza e…

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Sulla possibilità di escludere il socio moroso nell’esecuzione dei versamenti in sede di aumento del capitale

Cass, Civ., sentenza n. 1185 del 21 gennaio 2020 Parole chiave: aumento di capitale – esclusione del socio – vendita in danno – aumento di capitale – società di capitali. Massima: “Nel caso di mora del socio nell’esecuzione dei versamenti, dovuti alla società a titolo di conferimento per il debito da sottoscrizione dell’aumento del capitale sociale deliberato dall’assemblea nel corso della vita della società, il socio non può essere escluso, essendo egli titolare della partecipazione sociale sin dalla costituzione della società; pertanto, ferma la permanenza del socio in società per la quota già posseduta, l’assemblea deve deliberare la riduzione del capitale sociale solo per la misura corrispondente al debito di sottoscrizione derivante dall’aumento non onorato, fatto salvo solo il caso…

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Continuazione dell’attività di impresa dopo perdita del capitale sociale e ritorno in bonis

Tribunale di Catania, Sentenza n. 1962 del 10 maggio 2019 Parole chiave: società di capitali – società a responsabilità limitata – perdita capitale sociale – riduzione del capitale sociale – riduzione al di sotto del minimo legale Massima: “Ai fini della responsabilità degli amministratori, pur deducendosi la prosecuzione dell’attività sociale in violazione dell’obbligo di operare secondo le modalità di liquidazione, deve comunque essere individuato un inadempimento o un’operazione da parte dell’amministratore astrattamente in grado di porsi come causa di un danno ovvero si deve indicare per quale ragione non fosse stato possibile individuare un preciso nesso causale fra il danno e una condotta”. Disposizioni applicate: artt. 2482 ter c.c. – 146 l. fall. La pronuncia in commento decide un’azione di responsabilità promossa…

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