PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Locazione e condizione di procedibilità della domanda: l’omissione della mediazione obbligatoria non può essere rilevata in appello

Cassazione  civile, Sezione 3^, rel. Dott. Scoditti, 13.12.2019 n.32797: “L’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto a pena di decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza del giudizio di primo grado”.  L’espletamento della mediaconciliazione quale condizione di procedibilità della domanda. Il Dlgs. N.28/10 all’articolo 5, comma 1, individua una serie di materie per le quali il legislatore ha previsto l’obbligatorietà del procedimento di mediaconciliazione, al quale le parti debbono necessariamente ricorrere, prima di interporre la domanda giudiziale e, per quanto ci occupa, tra esse è regolata anche la materia della locazione. Non ci soffermeremo, per esigenze di sintesi nella redazione del presente contributo, sulle caratteristiche del procedimento[1], finalizzato ad in introdurre anche nel nostro ordinamento, un radicato…

Continua a leggere...

Configura il vizio di omessa pronuncia la mancata statuizione da parte del giudice sulla domanda di condanna a un facere infungibile

Cass., sez. I, 9 dicembre 2019, n. 32023, Pres. De Chiara – Est. Cesare [1] Domanda di condanna ad un facere infungibile – Omessa pronuncia – Motivo di ricorso – Ammissibilità – Ragioni (art. 112, 360, 614-bis c.p.c.). L’omessa pronuncia su un motivo di appello avente ad oggetto il vizio della mancata statuizione da parte del giudice di primo grado sulla domanda di condanna ad un facere infungibile, integra un motivo di ricorso per cassazione ex art. 360, comma 1, n. 4, c.p.c. per violazione dell’art. 112 c.p.c., stante l’ammissibilità di un tale genere di pronuncia, in quanto idonea a produrre i suoi effetti tipici in conseguenza dell’esecuzione volontaria da parte dell’obbligato, oltre a consentire l’eventuale e successiva domanda di…

Continua a leggere...

La legittimazione ad agire nell’intimazione di licenza o sfratto ove il bene locato sia oggetto di comunione

Cassazione civile sez. III, 4 luglio 2019, n. 17933 Pres.  Armano – Rel. Sestini Il comproprietario può agire in giudizio per ottenere il rilascio dell’immobile per finita locazione, trattandosi di un atto di ordinaria amministrazione della cosa comune per il quale si deve presumere che sussista il consenso degli altri comproprietari o quanto meno della maggioranza dei partecipanti alla comunione, sicché non ricorre la necessità di integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri partecipanti. CASO La vicenda giudiziaria ha origine dalla concessione in locazione di un immobile da parte di L.T.F., unitamente alla figlia S.M.P. A fronte del mancato pagamento dei canoni dovuti, L.T.F intimò lo sfratto per morosità al conduttore. La domanda venne accolta dal Tribunale di primo grado,…

Continua a leggere...

La compensatio lucri cum damno: una recente pronuncia

Cass. civ. [ord.] Sez. III, 30 agosto 2019, n. 21837 – Pres. Travaglino – Rel. Scarano [1] Compensazione – Indennizzo – Risarcimento dal danno – Decurtazione – Emotrasfusioni   (Cod. civ. art. 2697 c.c.) [1] “Avuto riguardo all’indennizzo ex L. n. 210 del 1992 […] esso può essere scomputato dalle somme liquidabili a titolo di risarcimento del danno (compensatio lucri cum damno) solo se sia stato effettivamente versato o, comunque, sia determinato nel suo preciso ammontare o determinabile in base a specifici dati della cui prova e’ onerata la parte che eccepisce il lucrum, in quanto l’astratta spettanza di una somma suscettibile di essere compresa tra un minimo ed un massimo, a seconda della patologia riconosciuta, non equivale alla sua…

Continua a leggere...

Ius receptum in materia condominiale e danno punitivo ex art. 96, co. 3, c.p.c.

Tribunale di Bologna, sezione III civile, sentenza n. 20927 del 20 dicembre 2019 – Giudice Dott. Pietro Iovino Condominio – impugnazione deliberazione assembleare – infondatezza dei motivi rispetto all’art. 1137 c.c. e all’art. 100 c.p.c. – responsabilità aggravata ex art. 96, co. 3, c.p.c. per violazione dello ius receptum – sussiste. Riferimenti normativi: art. 1137 c.c. – art. 100 c.p.c – art. 96, co. 3, c.p.c. “… In base all’art. 1137 c.c. sono impugnabili solo le deliberazioni contrarie alla legge o al regolamento condominiale ed in difetto di ciò non è consentito al giudice sindacare la volontà manifestata dall’assemblea, che resta una manifestazione caratteristica dell’autonomia che l’ordinamento riconosce ai privati e come tale tutela. Inoltre, se è vero che l’abuso…

Continua a leggere...

Sulla revocazione per dolo processuale ex art. 395, n. 1, c.p.c.

Cass., ord., 20 gennaio 2020, n. 1102 Pres. Campanile – Rel. Lamorgese [1] Impugnazioni civili – Revocazione straordinaria ai sensi dell’art. 395, n. 1, c.p.c. – Termine – Decorso dalla scoperta della fattispecie di dolo affettante la sentenza – Circostanze determinanti la scoperta del vizio – Accertamento insindacabile in cassazione (C.p.c. artt. 326, 395) [1] La scoperta del dolo di una parte in danno dell’altro, quale evento idoneo ad innescare il decorso del termine per proporre la revocazione straordinaria ai sensi dell’art. 395, n. 1, c.p.c., costituisce oggetto di un accertamento di fatto che è riservato ai giudici di merito, il cui convincimento non è censurabile per cassazione. [2] Impugnazioni civili – Revocazione straordinaria ai sensi dell’art. 395, n. 1,…

Continua a leggere...

Nella conversione del pignoramento si tiene conto dei creditori intervenuti anche successivamente all’istanza del debitore, ma prima dell’udienza fissata per l’ammissione del debitore alla conversione

Cassazione civile, sesta sez., ordinanza del 13 gennaio 2020, n. 411; Pres. Frasca; Rel. D’Arrigo Nella determinazione delle somme dovute per la conversione del pignoramento, si deve tenere conto anche dei creditori intervenuti successivamente all’istanza, fino all’udienza in cui il giudice provvede (ovvero si riserva di provvedere) sulla stessa con l’ordinanza di cui dell’art. 495, comma 3, c.p.c. Caso In data 26 settembre 2014 il debitore esecutato C.F. faceva richiesta di conversione del pignoramento ai sensi dell’art. 495 c.p.c. Il Giudice dell’esecuzione fissava l’udienza del 27 novembre 2014 per provvedere sull’istanza. Nel frattempo, in data 31 ottobre 2014, Italfondiario s.p.a. interveniva nel processo esecutivo. Il Giudice dell’esecuzione, provvedendo ex art. 495, co. 3, c.p.c., determinava le somme dovute per la…

Continua a leggere...

Preliminare di compravendita e pericolo di evizione

Cass. civ., sez. II, 29 novembre 2019, n. 31314 – Pres. San Giorgio – Rel. Carbone Parole chiave: Contratto preliminare – Trascrizione di domanda giudiziale – Pericolo di evizione – Sussistenza – Rifiuto del promissario acquirente di stipulare il contratto definitivo – Legittimità  Massima: Nel preliminare di compravendita, in applicazione analogica dell’art. 1481 c.c., il promissario acquirente può rifiutarsi di addivenire alla stipula del definitivo qualora sussista un pericolo concreto e attuale di evizione del bene promesso, anche se tale pericolo non sia stato determinato da colpa del promittente venditore. Disposizioni applicate: cod. civ., artt. 1351, 1460, 1481. Caso Il 25 novembre 2005 veniva concluso un contratto preliminare di compravendita avente per oggetto un’unità abitativa facente parte di un complesso…

Continua a leggere...

Azione possessoria del condominio per immissione di fumi e odori nei confronti del conduttore di un immobile

Tribunale Civile di Milano, Sez. 4^, 20.11.2019 n.5424, estensore dott.ssa M. Andretta Condominio – attribuzioni dell’amministratore – manutenzione nel possesso – parti comuni –art.1130, n. e 4;  1170 c.c.; 669 ter e 703 cpc. “Sussiste la legittimazione in giudizio del ricorrente all’esercizio dell’azione possessoria in esame, TRATTANDOSI DI AZIONE VOLTA ALLA CONSERVAZIONE DI UN BENE COMUNE ED AL RISPETTO DEL REGOLAMENTO CONDOMINIALE e, dunque, rientrante nelle attribuzioni dell’amministratore condominiale (art.1130, nn.1 e 4 c.c.).” Caso A causa dell’apertura di un esercizio commerciale presso uno stabile condominiale da parte di un conduttore per lo svolgimento di attività di ristorazione senza somministrazione, con preparazione di cibi da asporto, veniva a crearsi una situazione di generale intollerabilità di utilizzo del cortile comune da…

Continua a leggere...

La tutela dell’abitazione del debitore: l’evoluzione normativa dal Codice della crisi e dell’insolvenza al processo esecutivo immobiliare – II parte

Leggi la prima parte dell’articolo Il nuovo ordine di liberazione Il legislatore, con le modifiche apportate all’art. 560 cpc in materia di liberazione dell’immobile, ha affidato la delicata fase completamente al custode. La liberazione dell’immobile, fino alle procedure esecutive immobiliari iniziate prima del 11.02.2019, è disposta dal giudice dell’esecuzione, con provvedimento impugnabile ai sensi dell’art. 617 cpc, quando ritiene di non autorizzare il debitore a continuare ad abitare l’immobile stesso. Nonostante l’utilizzo del verbo “abitare”, la liberazione dell’immobile può essere adottata per ogni tipo di immobile, anche se adibito ad attività di impresa, arte o professione. La liberazione dell’immobile è in favore dell’aggiudicatario o l’assegnatario o l’acquirente e senza oneri per questi, da ciò appare chiaro che le spese di…

Continua a leggere...