Procedimenti di cognizione e ADR

Class action privata e pubblica, un primo bilancio dell’applicazione

Il presente contributo si pone come obiettivo di riepilogare l’introduzione e la sorte dell’istituto della c.d. Class action, di origine anglosassone, nell’ordinamento italiano (per uno sguardo ad altre esperienze europee  si veda il saggio di marcianò, Azione Collettiva, diverse esperienze a confronto, in Lav. Nella Giur., 2011, 269 ), dalle sue prime applicazioni alle ultime pronunce, tanto nell’ambito dei diritti soggettivi, tutelati di fronte al Giudice civile ordinario (art. 140 bis D.lgs 206/2005), tanto nella differente ipotesi che vengano in rilievo «interessi giuridicamente rilevanti» lesi dalla mancata o non esatta erogazione di un servizio pubblico per inerzia o inefficacia dell’attività posta in essere da parte di una Pubblica Amministrazione o un affidatario di un pubblico servizio, tutelati di fronte al…

Continua a leggere...

Implacabili contrasti giurisprudenziali sull’ambito applicativo dell’art. 696 bis c.p.c.: un decisivo scontro nel campo di battaglia del contenzioso bancario?

Trib.Verona 6 marzo 2017 (ord.) Procedimento civile – Consulente tecnico – Istruzione preventiva – Conciliazione in genere – Ammissibilità – Contratti bancari (Cod. proc. civ. art. 696 bis)   [1] L’istituto dell’accertamento tecnico preventivo in funzione conciliativa può trovare applicazione, per quanto concerne l’ambito bancario, anche allo scopo di accertare e determinare ogni forma di credito da inadempimento latu sensu inteso, potendosi ravvisare la predicata mancata o inesatta esecuzione (quale titolo su cui fondare il diritto alla restituzione dell’indebito oggettivo, primaria manifestazione del diritto al risarcimento in forma specifica) non solo in via negoziale ma anche extracontrattuale.   [2] Pare evidente la portata deflattiva dell’accertamento tecnico preventivo in funzione conciliativa, applicabile tutte le volte in cui la c.t.u. possa assolvere…

Continua a leggere...

Il rigetto della domanda perché tardiva è idoneo al giudicato sostanziale?

Cons. di Stato, 15 febbraio 2017, n. 682, – Pres.  Balucani – Est. Greco Sentenza –Questioni pregiudiziali di rito –Processo amministrativo – Decadenza per mancato rispetto dei termini di proposizione della domanda – Irricevibilità del ricorso – Sentenza di mero rito – Giudicato sostanziale – Esclusione – Efficacia vincolante in un nuovo giudizio – Esclusione (artt. 2909 c.c., C.p.c. 111; Cod. proc. amm. artt. 29, 35, 39) L’esistenza di un precedente giudizio in cui la stessa domanda è stata respinta per mancata proposizione nel termine di legge non comporta alcuna preclusione nei confronti dell’avente causa dal precedente attore, in quanto la pronuncia già resa è inidonea ad acquisire stabilità di giudicato e come tale non vincola in futuri giudizi.  CASO…

Continua a leggere...

Liquidazione del compenso degli avvocati e ambito applicativo del procedimento «sommario»: aspettando le Sezioni Unite

La questione concernente l’ambito di applicazione del procedimento per la liquidazione del compenso degli avvocati di cui all’art. 14 d.leg. 150/2011 è stata (finalmente) rimessa al vaglio delle Sezioni Unite con l’ordinanza interlocutoria n. 13272/2017. In attesa del pronunciamento del massimo organo della nomofilachia, sono qui ricostruiti i termini del contrasto con l’individuazione dei «nodi» che le Sezioni Unite dovranno sciogliere al fine di fornire una risposta che soddisfi le esigenze di chiarezza degli operatori del diritto. Premessa. Con ordinanza interlocutoria n. 13272 del 25 maggio 2017 (reperibile su http://www.italgiure.giustizia.it/sncass/), la VI-2 sezione civile della Corte di cassazione ha (finalmente) rimesso al primo presidente, per la (eventuale) assegnazione alle Sezioni Unite, la questione relativa all’ambito applicativo del procedimento per la…

Continua a leggere...

Doppia delibera di esclusione e legittimazione ad impugnare del socio escluso: non basta impugnare solo la prima

Tribunale di Milano, Sez. Spec. Impr., 10 novembre 2016 – Presidente Riva Crugnola – Relatore Mambriani [1]   Legittimazione ad agire – interesse ad agire – società cooperativa – delibera assembleare di esclusione del socio – impugnazione  (C.c. artt. 2533, 2377; C.p.c. artt. 89, 100) [2] Doppia delibera di esclusione – mancata impugnazione della seconda delibera – legittimazione ad agire – carenza sopravvenuta (C.c. artt. 2533, 2377; C.p.c. artt. 89, 100)  [1] Ai fini dell’impugnazione delle delibere sociali, la qualità di socio deve sussistere non solo al momento della proposizione dell’azione, ma anche al momento della decisione della controversa, ad eccezione dell’unico caso in cui il venir meno della qualità di socio sia diretta conseguenza della deliberazione la cui legittimità è…

Continua a leggere...

Notificazione telematica di atti e provvedimenti processuali al mero domiciliatario: per la Cassazione «non fa una grinza»

Cass. civ., Sez. VI – 2, ord., 11 maggio 2017, n. 11759 – Pres. D’Ascola – Rel. Orilia Notificazioni in materia civile – di sentenza – a mezzo posta elettronica certificata – all’indirizzo PEC del mero domiciliatario – validità – condizioni (C.p.c., artt. 170, 285 e 325 – L. 21.1.1994, n. 53, art. 3-bis – D.L. 18.10.2012, n. 179 [conv. dalla L. 17.12.2012, n. 221], art. 16-sexies)  [1] È validamente notificata, ai fini della decorrenza del cd. termine breve di impugnazione, la sentenza d’appello che sia stata trasmessa via PEC (nel rispetto delle prescrizioni dettate dalla L. 21.1.1994, n. 53) all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’avvocato mero domiciliatario nel giudizio di II grado, ove non risulti in modo chiaro ed…

Continua a leggere...

La fissazione del termine per la restituzione del mutuo ex art. 1817 c.c. non può richiedersi nelle forme del procedimento per volontaria giurisdizione

Tribunale di Milano, 6 marzo 2017, Pres. delegato Marangoni Mutuo – Restituzione – Fissazione del termine ad opera del giudice – Procedimento (art. 1817 c.c.) [1] È inammissibile la domanda volta ad ottenere, ex art. 1817 c.c., la fissazione del termine di restituzione del mutuo proposta nelle forme di un ricorso per volontaria giurisdizione, in quanto i provvedimenti che ne risultano sono, tipicamente, privi di stabilità e inidonei al giudicato, ove, al contrario, per stabilire un elemento di natura negoziale è necessaria una pronuncia di natura costitutiva da emettersi in sede contenziosa. CASO [1] Una società introduce, con ricorso per volontaria giurisdizione, domanda rivolta al Presidente del Tribunale per ottenere la fissazione del termine ex art. 1817 c.c. relativo alla…

Continua a leggere...

Le Sezioni unite sulla legittimazione ad agire del curatore fallimentare

Cass. Civ., Sez. Un., 23 gennaio 17, n. 1641  – Pres. Di Palma – Est. Nappi Legittimazione attiva – Curatore fallimentare – Fallimento – Soggetti – Responsabilità – Azione civile di responsabilità – Bancarotta preferenziale – Danno – Parte civile – Interesse ad agire – Azioni giudiziali della massa fallimentare (C.p.C. art. 100; L. Fall. artt. 146, 216, 240; C. Civ. artt. 2043, 2059, 2393, 2394; C.p. art. 185; C.p.p. art. 444, comma 2)   [1] Il Curatore fallimentare ha legittimazione attiva unitaria, in sede penale come in sede civile, all’esercizio di qualsiasi azione di responsabilità ammessa contro gli amministratori di qualsiasi società, anche per i fatti di bancarotta preferenziale commessi mediante pagamenti eseguiti in violazione del pari concorso dei…

Continua a leggere...

La decisione della causa

Il Focus è dedicato ai principali problemi relativi all’attività decisoria nel processo ordinario di cognizione; con l’avvertenza che molti di questi problemi hanno una vocazione «trasversale», nel senso che interessano l’intera area dei processi destinati a sfociare in decisioni idonee al giudicato. Decisione della causa e «potere decisorio» La decisione della causa, intesa come atto di esercizio del potere decisorio, consiste in una pronuncia idonea al giudicato. Decisione della causa e potere decisorio non sono però termini coestensivi. Il potere decisorio è esercitato anche per la definizione di «unità decidibili» più piccole dell’intera causa (ad esempio di una questione preliminare di merito, come chiarisce l’art. 279, cpv., c.p.c.); o di un giudizio unitario ma relativo a più cause. A sua…

Continua a leggere...

Condanna ex art. 96, comma 3°, c.p.c. per chi diserta la negoziazione assistita. Con breve panoramica sulla «nuova» responsabilità aggravata.

Trib. Torino, Sez. III, 18 gennaio 2017 Spese giudiziali in materia civile e responsabilità aggravata – Negoziazione assistita – Mancato riscontro all’invito alla stipula della convenzione di negoziazione assistita – Responsabilità aggravata – Sussiste (art. 96, comma 3°, c.p.c.; art. 4, D.L. 12 settembre 2014, n. 132)  [1] Il mancato riscontro all’invito alla stipula di una convenzione di negoziazione assistita è fonte di responsabilità aggravata e giustifica la pronuncia di condanna ex art. 96, comma 3°, c.p.c.  CASO [1] Il Tribunale di Torino si occupa delle conseguenze del mancato riscontro all’invito alla stipula di una convenzione assistita. Prima del giudizio la parte attrice aveva ottenuto la risoluzione consensuale di un contratto di vendita a fronte del quale aveva già corrisposto…

Continua a leggere...