Diritto Bancario

Sulla inammissibilità del mero rinvio alla CTP nell’atto di citazione

Nelle controversie bancarie è particolarmente avvertita l’esigenza che l’attore fornisca in modo circostanziato la prova dei fatti costitutivi della sua pretesa, allegando e provando – in modo specifico – le contestazioni sollevate: egli non può limitarsi ad allegazioni generiche, atteso che ciò finirebbe con il rendere l’azione proposta meramente esplorativa, limitata ad un elenco generale ed astratto di invalidità. Esemplificando, nel giudizio promosso dal cliente di un istituto bancario che eserciti l’azione di ripetizione dell’indebito deducendo la contrarietà a norme imperative di determinate condizioni contrattuali, il correntista attore ha l’onere di allegare: 1) la condizione contrattuale illegittima o il comportamento illegittimo della banca, quindi, il titolo in forza del quale è stata eseguita la rimessa; 2) la singola rimessa; 3)…

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L’appostazione “a sofferenza” nella Centrale dei rischi Bankitalia

In tema di segnalazione alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, la Cassazione ha costantemente affermato (di recente Cass. n. 23453/2020, cui si riferiscono le presenti brevi note) che l’appostazione del credito a sofferenza non può discendere dalla sola analisi dello specifico o degli specifici rapporti in corso di svolgimento tra la singola banca segnalante ed il cliente, ma implica una valutazione della complessiva situazione patrimoniale di quest’ultimo. L’accostamento tra «stato d’insolvenza» (anche non accertato giudizialmente) e «situazioni sostanzialmente equiparabili», risultante dalle disciplina in materia da Bankitalia  (Circolare n. 139 dell’11 febbraio 1991: Centrale dei rischi. Istruzioni per gli intermediari creditizi), ha indotto infatti a privilegiare una nozione di «sofferenza» più sfumata rispetto a quella d’insolvenza prescritta dall’art. 5 del r.d….

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Cartolarizzazione dei crediti: la legittimazione attiva della società cessionaria

Nella prassi, non è infrequente che il debitore ceduto contesti che la società cessionaria (di regola lo SPV) non sia legittimata attiva, o comunque che non sia titolare del credito. Ai fini della dimostrazione della legittimazione attiva, ove non sia prodotto il contratto di cessione, possono essere sufficienti le informazioni (di dettaglio) fornite nella Gazzetta Ufficiale? Secondo una parte della giurisprudenza, anche di legittimità, è sufficiente a dimostrare la titolarità del credito in capo al cessionario la produzione dell’avviso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale recante l’indicazione per categorie dei rapporti ceduti in blocco, senza che occorra una specifica enumerazione di ciascuno di essi, allorché gli elementi comuni presi in considerazione per la formazione delle singole categorie consentano di individuare senza…

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Interessi usurari: Sezioni Unite n. 24675/2017 VS Sezioni Unite n. 19597/2020?

Come noto, Cass., Sez. Unite n. 24675/2017, sul presupposto che ai fini della qualificazione di un tasso come usurario ex art. 644 c.p. non può farsi a meno – perché così impone la norma d’interpretazione autentica – di considerare il momento in cui gli interessi sono convenuti, indipendentemente dal momento del loro pagamento, ha escluso la c.d. usura sopravvenuta. Il principio di diritto enunciato al riguardo è il seguente: «Allorché il tasso degli interessi concordato tra mutuante e mutuatario superi, nel corso dello svolgimento del rapporto, la soglia dell’usura come determinata in base alle disposizioni della legge n. 108 del 1996, non si verifica la nullità o l’inefficacia della clausola contrattuale di determinazione del tasso degli interessi stipulata anteriormente all’entrata…

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Invalidità delle fideiussioni conformi allo schema ABI: omnibus o specifiche?

Come noto, la Banca d’Italia (in funzione di Autorità garante della concorrenza tra istituti creditizi) con il Provvedimento n. 55 del 2 maggio 2005 ha censurato i rischi di una applicazione in modo uniforme della modulistica ABI sui contratti di fideiussione omnibus contenente previsioni (in particolare gli artt. 2, 6 e 8) relative alla c.d. clausola di sopravvivenza, di reviviscenza nonché di rinuncia termini ex art. 1957 c.c. In argomento, Cass. n. 24044/2019 (v. anche Cass. n. 4175/2020) ha stabilito che è da escludere una nullità in toto della fideiussione omnibus: le clausole di cui agli articoli 2, 6 e 8 della fideiussione schema ABI possono apparire anti-concorrenziali e quindi affette da una nullità relativa, che però non travolge l’intero contratto di…

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Cartolarizzazione dei crediti, oneri pubblicitari e prova della legittimazione attiva

Le operazioni di “cartolarizzazione” dei crediti realizzate ai sensi degli artt. 1 e 4 L. n. 130/1999 (Disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti) e dell’art. 58 TUB (Cessione di rapporti giuridici) prevedono la cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari, sia esistenti sia futuri, individuabili in blocco se si tratta di una pluralità. Nell’ambito di tali operazioni, l’art. 58 TUB stabilisce che la banca cessionaria dà notizia dell’avvenuta cessione mediante iscrizione nel registro delle imprese e pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. I crediti ceduti si trasferiscono in capo al cessionario, conservando la loro validità e grado, senza necessità di annotazione o altra formalità. Il rispetto degli adempimenti pubblicitari predetti produce i medesimi effetti della comunicazione ex art. 1264 c.c….

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Promemoria interessi, usura e mutui secondo la Cassazione

Di seguito una essenziale rassegna di decisioni della giurisprudenza di legittimità in tema di interessi, usura e contratto di mutuo. Anche gli interessi di mora sono assoggettati alla normativa antiusura (Cass., Sez. Un., n. 19597/2020). La mancata indicazione dell’interesse di mora nell’ambito del TEGM non preclude l’applicazione dei decreti ministeriali, i quali contengano comunque la rilevazione del tasso medio praticato dagli operatori professionali, statisticamente rilevato in modo del pari oggettivo ed unitario, essendo questo idoneo a palesare che una clausola sugli interessi moratori sia usuraria, perché ‘fuori mercato’ (Cass., Sez. Un., n. 19597/2020). Ove l’interesse corrispettivo sia lecito, e solo il calcolo degli interessi moratori applicati comporti il superamento della soglia usuraria, ne deriva che solo questi ultimi sono illeciti…

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Sezioni Unite n. 19597/2020: gli interessi moratori sono assoggettati alla normativa antiusura

L’assoggettamento degli interessi di mora alla disciplina antiusura è al centro di un intenso dibattito dottrinale e giurisprudenziale, in sintesi riassumibile come segue. Un diffuso indirizzo giurisprudenziale, anche di legittimità, afferma che gli interessi di mora (autonomamente considerati) debbano essere inclusi nelle soglie d’usura. In primo luogo, è evidenziato che la locuzione concernente gli interessi « promessi o convenuti, a qualunque titolo » (art. 1, comma 1, D.L. n. 394/2000, convertito in L. n. 24/2001), induce a ritenere che la normativa antiusura sia applicabile, oltre che agli interessi corrispettivi e compensativi, anche a quelli di mora. La Cassazione ha posto a sostegno di questo indirizzo l’esistenza di un « principio di omogeneità di trattamento degli interessi, pur nella diversità di funzione » e la…

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Due questioni sull’indicazione del TAEG/ISC nei contratti di finanziamento

L’erronea indicazione del TAEG/ISC in un contratto di finanziamento (ad es. mutuo) non disciplinato dall’art. 125 bis TUB, non comporta, secondo la giurisprudenza prevalente, alcun effetto al di fuori del credito ai consumatori, da cui i mutui ipotecari sono esclusi ex lege: artt. 121 e 122 TUB, formulazioni ratione temporis vigenti (Trib. Bologna 29.9.2017 e 8.2.2018; Trib. Sulmona 30.10.2017; Trib. Torino 19.10.2017; Trib. Tempio Pausania 15.9.2017; Trib. Torino 12.3.2019; Trib. Roma 11.7.2019; Trib. Lecce 29.6.2020; ABF Roma n. 4953/2016; ABF Roma n. 9450/2016; ABF n. 6789/2016; ABF n. 4439/2017). Deve essere, infatti, adeguatamente valorizzata la circostanza che l’indicazione nel contratto di mutuo del valore del TAEG/ISC non risulta espressamente sanzionata con la nullità della clausola relativa al tasso di interesse;…

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Illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi e responsabilità dell’intermediario

La falsità o erroneità delle segnalazioni effettuate dagli intermediari alla Centrale dei rischi può riguardare (schematizzando): la attribuzione dell’esposizione creditizia ad un soggetto diverso; la indicazione dell’esposizione creditizia per un importo diverso delle linee di credito accordate; la erronea classificazione della linea di credito concessa in relazione alla classificazione dei fidi secondo il livello di rischio; la imputazione al soggetto interessato di una posizione “a sofferenza”. Le prime tre ipotesi configurano sostanzialmente un comportamento dell’intermediario contrario ai doveri di diligenza nella segnalazione dei dati: la banca, svolgendo attività professionale, deve adempiere tutte le obbligazioni assunte nei confronti dei terzi con la diligenza particolarmente qualificata dell’accorto banchiere; la quarta ipotesi (appostazione a sofferenza) si traduce in una vera e propria contestazione…

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